Fiera di essere la madre di uno di quei “teppisti”
- maggio 23, 2019
- in lotte sociali, testimonianze
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La lettera ai giornali della madre di una delle tante ragazze scese in piazza contro Matteo Salvini domenica scorsa a Firenze
Sono la madre di una di quelle ragazze e ragazzi che domenica scorsa hanno affollato piazza della Repubblica a Firenze e che alcuni esponenti politici hanno bollato come “teppisti”, “facinorosi”, “soliti violenti” .
Ma lasciate che vi dica due parole su questa generazione che evidentemente lorsignori non conoscono affatto.
Mia figlia frequenta la terza liceo classico e da sempre è attenta alla realtà che la circonda. Proprio questa sua sensibilità l’ha portata domenica scorsa in quella piazza. Lei ha sentito, come molti altri ragazzi della sua età, la necessità di schierarsi in questo momento storico.
Questi nostri figli teppisti non affollano i centri commerciali o le discoteche, non affogano le loro menti sui social, non si fanno intorpidire da modelli di comportamento che li vorrebbero tutti uguali, tutti omologati, senza un pensiero, uno stile di vita personale e proprio. Loro discutono, leggono, si informano, hanno una coscienza critica e soprattutto hanno il coraggio delle loro idee, e forse è proprio questo che spaventa. Vivono obiettivamente una fase estremamente difficile, ma la affrontano a testa alta, con l’entusiasmo di chi ha valori sani e la voglia di prendere in mano la propria vita. Noi abbiamo consegnato loro un mondo che si basa su un sistema pericolosamente e profondamente sbagliato, ma mi conforta molto pensare che questa generazione con la giusta determinazione sarà in grado di apportare cambiamenti molto significativi.
Quello che è accaduto domenica sera a Firenze ci deve fare riflettere. Migliaia di persone, giovani e meno giovani, studenti e lavoratori, donne, uomini, immigrati, hanno sentito l’esigenza di partecipare, di essere in quella piazza per affermare con forza e determinazione i valori antifascisti, di uguaglianza sociale e umanità che magari qualcuno aveva già espresso con uno striscione appeso al balcone. Essere in quella piazza per testimoniare la propria rabbia verso una classe politica percepita come vecchia ed inadeguata, che gioca sulle loro vite e sul loro futuro, con una determinazione che nemmeno la violenza della polizia è riuscita a scalfire minimamente. Già, le cariche della polizia: tutti i filmati che possiamo vedere in rete mostrano chiaramente la polizia che travolge ragazzi e ragazze che hanno la sola colpa di voler esprimere le proprie idee e il proprio dissenso. Tutti possiamo vedere con i nostri occhi chi sono i violenti, da dove proviene la violenza e la ferocia…. Come madre, come donna, come cittadina sono indignata di fronte a quelle immagini, di fronte alla testimonianza di quella ragazza che mostra i lividi sul collo e racconta di umiliazioni, botte e insulti da parte della polizia. Altro che quattro teppisti che attaccano le forze dell’ordine!
Ma nessuno si è fatto intimorire, nessuno è indietreggiato, tutta la piazza ha continuato a gridare sempre più forte “Salvini, Firenze non ti vuole!”.
E guardando quelle immagini chiare e inequivocabili ritengo gravissimo ed offensivo che alcuni esponenti politici ancora una volta vogliano in tutte le maniere screditare i giovani manifestanti, anziché condannare le violenze della polizia.
Certo, come madre provo molta rabbia nel vedere i lividi sul corpo di mia figlia, ma allo stesso tempo sono orgogliosa e fiera del fatto che questi nostri figli siano fermamente determinati a difendere le loro idee, e prendere in mano il loro futuro, e non posso che augurare loro di non smettere mai di sognare un mondo migliore.
Beatrice Roberti
Complimenti per il commento chiaro, sereno seppur indignato e preoccupato, esemplare per la fermezza. Di giovani come sua figlia ed i suoi amici avremmo un grandissimo bisogno ma il lavaggio del cervello e il costruito disinteresse per la politica e la vita sociale della maggioranza d’essi fa poco sperare in una reale e forte presa di coscienza. Confidiamo nella capacità dei pochi di stimolare un cambiamento nei molti e chi si porrà questo compito darà una grande spinta alla creazione di quella società da lei, da me e da molti altri auspicata.