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Firenze: Fermi e perquisizioni, arrestati 22 attivisti del movimento antagonista

Un’ingente operazione di polizia ha portato stamani all’emissione di misure cautelari per 22 compagni nella città di Firenze, e a perquisizioni e denunce per molti altri (circa 78 in tutto); quasi tutti studenti, legati allo Spazio liberato 400 colpi e alla Rete dei Collettivi.
Per 5 compagni sono scattati gli arresti domiciliari, per 17 l’obbligo di firma. Non stupisce né la dinamica dei fermi né il tempismo della questura fiorentina. Con un elaborato e fantasioso teorema vengono colpite e criminalizzate le dinamiche di conflitto dell’autunno: tra i reati contestati vi sono cortei non autorizzati, blocchi di strade e di stazioni, occupazioni di edifici, danneggiamenti e episodi di violenza verso le forze dell’ordine (presumibilmente in riferimento alla contestazione alla Santanchè).
Misure che hanno l’odore di arresti preventivi, a due giorni da quello sciopero generale chiesto a gran voce anche e soprattutto dal movimento studentesco e universitario durante l’autunno, e che il movimento si sta preparando ad attraversare.

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Il comunicato dei compagni/e

Nella mattinata di mercoledì 4 maggio, 21 studentesse e studenti medi, universitari ed un lavoratore, sono stati bruscamente svegliati da uomini in divisa. immediatamente sono scattate le perquisizioni, seguite dalla schedatura e dalla consegna di 22 ordinanze di custodia cautelare tra cui 5 arresti domiciliari.

Mentre sui maggiori quotidiani e tg nazionali le veline ci narrano di questi “pericolosi anarchici” arrestati perchè violenti e quindi accusati di appartenere ad un’unica associazione a delinquere, uno studio più accurato degli atti accusatori delinea i contorni di un’operazione intimidatoria.
Gli atti “criminosi” che sarebbero stati commessi dai giovani compagni sono quasi tutti collocati all’interno delle lotte per il diritto allo studio e contro l’università-azienda.
Sono una semplice conseguenza dell’aver condotto una ferma resistenza alle politiche di smantellamento di scuola ed univerdsità ed alla capacità di autorganizzarsi.
Non si tratta, però, soltanto di colpire gli studenti in quanto tali, ma c’è la precisa volontà di aumentare il livello repressivo nei confronti di chi oggi si oppone con mobilitazioni di massa, cortei, occupazioni ed autogestionii di spazi di socialità e lotta.
Azioni compiute da migliaia di persone vengono trasformate dal prisma della questura in semplici atti di deliquenza “comune”, quando invece sono stati l’unica risposta possibile al comportamento criminale del governo e dell’unione europea in materia di istruzione pubblica, lavoro, ambiente e politiche sociali.
Non lasceremo che questura e magistrati, attraverso simili montature realizzate ad arte per i media FERMINO LA NOSTRA LOTTA!

COMPAGNE E COMPAGNI UNITI CONTRO LA REPRESSIONE.