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Fogli di Via da Teramo, per il presidio del 25 aprile sotto il carcere di Castrogno

Il 25 aprile c.a. a Teramo, si è svolto un presidio antifascista in solidarietà con il compagno anarchico Paska ed altr@ proletari@ prigionier@ nelle carceri dell’imperialismo. Il presidio era autorizzato e ha visto la partecipazione di almeno una trentina di compagne e compagni, provenienti anche da altre regioni, che hanno animato la giornata con cori, canzoni, striscioni, ma anche interventi volti a restituire a quella giornata, il suo reale significato, cercando di ritessere la tela di una rivoluzione incompiuta che tutti i proletari, dentro e fuori dal carcere, sono chiamati a riprendere nelle proprie mani.

La solidarietà antifascista e militante ai detenuti, deve aver molto infastidito la questura di Teramo, che in questi giorni sta inviando una serie di fogli di via ai partecipanti, perché avrebbero violato alcune prescrizioni.

Dal foglio di via notificato stamattina a una compagna del mfpr di L’Aquila, emerge che la questura di Teramo avesse vietato ai manifestanti di farsi vedere dai detenuti e le detenute, nonché di “esprimere il proprio dissenso nei riguardi del sistema carcerario”.

In realtà è stato detto e urlato molto di più in quel 25 aprile, fuori dai palazzi del potere e lontano dall’antifascismo di facciata e dalle parate istituzionali. La nostra è stata una celebrazione proletaria, lontana da quelle istituzioni che hanno spalancato la porta al fascismo, sbattendola in faccia ai migranti.

Perché “Resistenza vuol dire anche lottare contro la repressione, che colpisce chi combatte e resiste ogni giorno”;

Perché il fascismo, oggi come ieri, garantisce il potere e la ricchezza di pochi alimentando la guerra tra poveri e utilizzando il carcere come discarica sociale, la guerra come soluzione finale;

Perché il fascismo è l’altra faccia di questa democrazia borghese, che ha disarmato e perseguitato i partigiani di ieri come quelli di oggi, per continuare ad assicurare i profitti per i padroni, la miseria, lo sfruttamento, la schiavitù e la guerra per la classe proletaria;

Perché questo Stato, queste istituzioni e i loro media, sono responsabili fino in fondo dell’odio razziale, sessista e classista, che si è insinuato in ogni piega di questa società capitalista.

La vostra repressione non spegne, ma alimenta la nostra ribellione

La società borghese si abbatte e non si cambia

Soccorso rosso proletario