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Francia: Aumentano le denunce di razzismo nella polizia

Nonostante il divieto di manifestare, a causa del Covid, la Ligue de défense noire africaine non annulla la protesta in programma oggi

Il ministro degli Interni francese, Christophe Castaner, ha sollecitato ieri la Procura della Repubblica ad aprire un’inchiesta sull’ultimo caso di razzismo nella polizia scoperto online: in un gruppo Facebook di 8mila utenti, dei poliziotti si sono scambiati foto e frasi ingiuriose su neri e arabi. L’odioso episodio fa il paio con quello di Rouen: dopo la denuncia di un poliziotto nero, 6 suoi colleghi sono passati al consiglio di disciplina per i messaggi razzisti su Whatsapp.

La questione del razzismo e della violenza della polizia è tornata in questi giorni in primo piano in Francia, sull’onda delle proteste negli Usa. Oggi, sono state convocate due nuove manifestazioni di fronte all’ambasciata americana, per George Floyd – ma soprattutto per avere la verità su Adama Traoré, ragazzo nero di 24 anni morto in un commissariato della banlieue parigina nel luglio 2016. Il prefetto Didier Lallement ha proibito le manifestazioni per ragioni sanitarie, ma ha anche evocato gli scontri che hanno avuto luogo in coda alla manifestazione, anch’essa proibita, di martedì scorso per Adama, che ha riunito 20mila persone di fronte al nuovo palazzo di giustizia (ieri uno dei 18 arrestati è stato condannato a 8 mesi di carcere). Altre manifestazioni hanno avuto luogo in questa settimana in varie città di provincia. Ma la Ligue de défense noire africaine non ha annullato la protesta: «Manifestare è un diritto inalienabile» sottolineano, tanto più quando le violenze razziste esplodono.

Il governo cerca di riportare la calma. La portavoce, Sibeth Ndiaye, ha giustificato la decisione del prefetto: «Se abbiamo proibito le riunioni di più di 5mila persone in tutta la Francia è perché c’è una ragione sanitaria, chi ha voglia di manifestare deve trovare un altro modo per esprimersi». Sibeth Ndiaye ammette che le manifestazioni di questi giorni «rivelano un certo malessere, almeno presso una parte dei francesi, quindi dobbiamo ascoltare ed essere capaci di dare una risposta». La portavoce non ritiene però che «la polizia in Francia sia razzista in modo organizzato, anche se ci sono individui che possono esserlo»: «Il nostro paese non è razzista, lo dico e lo ripeto con molta forza, sono felice di vivere qui come donna nera».

Una petizione, che invita i cittadini a “svegliarsi” per lottare contro il razzismo e le violenze della polizia ha raccolto in poche ore decine di migliaia di firme. In questi giorni l’attenzione è focalizzata di nuovo sulla tragedia di Adama Traoré. La sorella Assa Traoré ha organizzato un comitato di sostegno che lotta per la verità. La battaglia è tra autopsie mediche, quelle ordinate dal tribunale negano l’asfissia causata dalla violenza dell’arresto, mentre una contro-expertise fatta su decisione della famiglia conferma la brutalità dell’azione della polizia.
Ieri, il tribunale ha deciso di interrogare due nuovi testimoni, uno presente all’arresto e un altro che aveva accolto Adama nella fuga di fronte agli agenti. Adama non è un caso isolato, ci sono altri esempi di morti inspiegate. Inoltre, c’è il razzismo quotidiano, i controlli di identità continui che subiscono neri e arabi, i poliziotti che danno del tu, la mancanza di rispetto.

Anna Maria Merlo

da il manifesto