Francia : una mobilitazione tutta a destra di militari, poliziotti e gendarmi
In Francia nelle ultime settimane c’è stato un vero e proprio scatenamento dei militari e dei poliziotti e gendarmi di destra. I militari hanno pubblicato appelli che sfacciatamente invocano un piano di restaurazione dell’ordine pubblico. Il nemico interno designato riunisce insieme sia i giovani delle banlieues che minaccerebbero l’identità nazionale francese (bianca) in quanto presunti islamici sia i sovversivi che nelle frequenti manifestazioni attaccherebbero la polizia. IN altre parole un appello puramente nazionalista parafascista che infatti ha reso tanto felice la signora Le Pen ma che in realtà vuole spingere ancora più a destra la deriva già presa da Macron e dal suo ministro degli interni che hanno appena fatto votare una legge super sicuritaria e una seconda nettamente islamofoba (detta contro il separatismo che praticherebbero i musulmani di Francia).
Subito dopo, il 19 maggio 14 sindacati di polizia tutti di destra più o meno sfacciata, hanno indetto una manifestazione davanti al Parlamento. Secondo gli organizzatori c’erano circa 35 mila poliziotti e gendarmi, ma alcuni osservatori parlano di qualche migliaio. Ma la cosa grave è che alla manifestazione c’è andato anche il ministro dell’interno (che vuole essere considerato il primo sbirro di Francia), leader di tutti i partiti e fra altri anche del Partito Socialista, del Partito Comunista e degli ecologisti (unico partito a non aderire è stato quello di Mélenchon, la France insoumise). Come scrive il “Sindacato della Magistratura” (coerente di sinistra come era una volta “Magistratura Democratica” in Italia) tutti i partiti si fanno concorrenza nel sostenere una mobilitazione di poliziotti che di fatto rivendica una società in cui la polizia diventa un potere autonomo invece di essere una forza pubblica al servizio dei cittadini e detta al governo una politica penale, al parlamento delle leggi e ancora più impunità.
Questa congiuntura di netta deriva a destra è il risultato della competizione fra Macron e Le Pen nel conquistare l’elettorato che si suppone sia in maggioranza di destra e che reclamerebbe “legge e ordine”, repressione violenta e pene pesanti per i presunti sovversivi e per i giovani turbolenti delle banlieues o nuovi nemici perché sospetti islamici. E questo è anche il risultato di una sinistra francese che in parte c’è ma che non riesce mai a trovare la convergenza per opporsi come unico fronte contro tale deriva a destra facendo valere i reali bisogni della maggioranza della popolazione che eppure si sono espressi nelle grandiose manifestazioni per le pensioni, per il lavoro, per i diritti.
Turi Palidda