G8 Genova 2001: L’avvocatura generale della Corte di giustizia dell’UE favorevole all’estradizione di Vincenzo Vecchi
L’avvocatura generale della Corte di giustizia dell’Unione europea si è espresso a favore dell’estradizione dell’ex attivista anti-globalizzazione Vincenzo Vecchi in Italia, dove rischia una pesante pena detentiva. Una posizione criticata dalla difesa, sintomatica secondo lei delle questioni politiche che circondano questo caso.
“Ragionamento di parte, distorsione del senso dei testi, ignoranza della coerenza dei diritti del cittadino europeo “… Il comitato di appoggio a Vincenzo Vecchi protesta contro le conclusioni rese il 31 marzo da Athanasios Rantos.
L’avvocato generale della Corte di giustizia dell’Unione europea si dice favorevole all’esecuzione del mandato d’arresto europeo, depositato dall’Italia nei confronti del suo cittadino. I suoi membri sono anche “estremamente” delusi dalla mancanza di copertura mediatica delle implicazioni politiche che punteggiano i procedimenti legali.
“L’accusa si basa su una legge fascista”
Bretagna, 8 agosto 2019. L’italiano Vincenzo Vecchi è stato arrestato dalla polizia francese a seguito di un mandato d’arresto europeo emesso dall’Italia, dove la giustizia lo ha condannato nel 2009 a una pesante pena detentiva. Tra i reati di cui è accusato: “devastazione e saccheggio” durante una manifestazione antiglobalizzazione anti-G8 a Genova nel 2001. Un reato che deriva dal “Codice Rocco”, istituito nel 1926 sotto il regime fascista di Mussolini per impedire ogni atto di rivolta. Vincenzo Vecchi fu così condannato a dieci anni di reclusione per il semplice fatto di essere sceso in piazza.
Ne seguì un’avventura legale senza precedenti. Mentre i mandati d’arresto europei portano quasi sistematicamente alla consegna del condannato al Paese emittente, entro una media di 50 giorni, il caso Vincenzo Vecchi si trascina da quasi tre anni. Le autorità giudiziarie francesi, dopo aver giudicato il caso, non hanno concluso che avesse partecipato agli atti di degrado verificatisi durante la manifestazione, poiché l’esame dei video non è stato conclusivo. Niente da fare, “l’accusa si basa su una legge fascista che presuppone che chiunque abbia partecipato a un evento collettivo dovrebbe aver partecipato agli atti criminali che vi si svolgono“, precisa Catherine Glon, avvocato di Vincenzo Vecchi.
L’esecuzione del mandato d’arresto europeo si basa, nella fattispecie, sul principio della “doppia incriminazione”: il reato addebitato all’imputato deve avere un equivalente nei testi normativi dei due Paesi coinvolti. Che non è il caso. «Questa legge non ha nulla a che vedere con quelle sui danni in Francia», spiega Jean-Baptiste Ferraglio, membro del comitato di appoggio di Vincenzo Vecchi.
Mentre la legge italiana prevede la “violazione della pace pubblica”, la legge francese si concentra sulla proprietà privata. “Per i magistrati che hanno studiato il caso, non c’è controparte francese di questa legge draconiana che giudica l’atteggiamento davanti agli atti“, aggiunge Jean-Baptiste Ferraglio. Infatti, dopo la Corte d’Appello di Rennes nel 2019, la Corte d’Appello di Angers ha a sua volta invalidato il mandato nel 2020. Ciò non ha impedito al Pubblico Ministero di proporre un nuovo ricorso e di rinviare la causa avanti la Corte di Cassazione, che sceglie, prima pronunciandosi, di consultare la Corte di giustizia dell’Unione europea nell’ambito di un procedimento pregiudiziale.
La coesione europea prima dei diritti dei cittadini?
Questo non è stato ancora deciso, ma la difesa e il comitato di appoggio di Vincenzo Vecchi sostengono già la parzialità delle argomentazioni addotte dal suo difensore generale. Secondo il Maître Catherine Glon, presente all’udienza, la posizione di Anathasios Rantos è esclusivamente politica: «Non conosce il fascicolo e soprattutto mostra sostegno all’esecuzione sistematica dei mandati di cattura. Rivolge lo stesso rimprovero al governo francese ed è esasperata dalle due decisioni di ricorso prese dal pm. Sono la prova di una priorità data alla “coesione europea, a danno delle libertà individuali e pubbliche“, aggiunge il difensore. Secondo lei, queste decisioni si spiegano con la volontà di dimostrare diplomazia nei confronti di un paese vicino: “La Francia segue una logica basata su ‘ti rendo felice oggi, mi farai divertire domani“. »
Jean-Baptiste Ferraglio è preoccupato per le ripercussioni che verranno: “Si va verso un’esecuzione automatica dei mandati di cattura, senza analisi della situazione? “L’implacabilità giudiziaria mostrata dal pubblico ministero “potrebbe portare all’ammissione di una legge draconiana nell’area europea, è rivoltante”.
L’introduzione del mandato d’arresto è stata però “una delle prime pietre poste per la costruzione di uno spazio giuridico europeo. Ma non sarà più uno spazio di libertà se iniziamo a introdurre
da Politis.fr