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G8 Genova: Alla faccia dei diritti dell’uomo…

Giovanna d’Arco fu giustamente bruciata sul rogo in quanto eretica. E Gesù Cristo fu crocefisso dopo un regolare processo. Certo, sussistono alcuni dubbi sulle garanzie di cui i due imputati hanno goduto nel corso dei rispettivi procedimenti, ma non sulla regolarità degli esiti. In compenso, i congiunti dei due famosi condannati non hanno dovuto perdere tempo nell’attesa di una decisione della Grande Chambre della corte europea dei diritti dell’uomo. Nome assai pomposo, che oggi suona beffardo.
Sinceramente tremo al pensiero che i diritti fondamentali dell’individuo siano verificati da giudici che hanno saputo dichiarare, per il caso Carlo Giuliani e riguardo l’organizzazione dell’ordine pubblico di quei giorni, che pur “in assenza di un’inchiesta interna approfondita … le autorità italiane hanno fatto tutto quello che ci si poteva ragionevolmente aspettare da loro per fornire il livello di protezione richiesto in caso di operazioni che comportano un rischio potenziale di ricorso alla forza letale”. O ancora, a proposito dell’utilizzo da parte di diversi carabinieri di manganelli vietati (tondini in ferro e simili) che non si vede “in cosa questa circostanza possa essere messa in relazione con la morte di Carlo Giuliani”. Davvero colpito da tante sensibilità!
Vorrei ricordare alla corte di Strasburgo che nel processo a 25 manifestanti la sentenza (pure criticabile, in considerazione delle durissime pene comminate per atti che, nella peggiore delle ipotesi, possono essere classificati come gravi danneggiamenti a cose, e non a persone…) ha almeno ammesso che l’attacco al corteo dei disobbedienti, che portò alla tragedia di Piazza Alimonda, fu “non solo illegittimo, ma ingiustificato e sproporzionato alla situazione”. Il tribunale genovese è giunto a definire la prima reazione dei manifestanti “una reazione legittima nei confronti di atti arbitrari dei pubblici ufficiali”. Ma a Strasburgo hanno almeno letto gli atti?
Ad Haidi, Giuliano ed Elena non posso dire nulla. Solo un abbraccio. Nulla di meno importante, nulla di più importante…

Francesco “baro” Barilli