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G8 Genova: De Gennaro chiese di fare marcia indietro

Agli atti i colloqui fra l’ex questore Colucci e il funzionario Mortola L’ex capo della polizia De Gennaro verso il rinvio a giudizio

“Ho parlato con il capo. Devo fare marcia indietro”. Siamo alla fine dell’aprile scorso. Francesco Colucci, già questore di Genova, tra poco testimonierà nel processo per il blitz della polizia nella scuola Diaz, durante il G8. Il “capo” cui fa riferimento sarebbe Gianni De Gennaro, allora numero uno della polizia italiana: che la procura di Genova vuole processare per “induzione alla falsa testimonianza”. Di Colucci, appunto. Il funzionario è al cellulare con Spartaco Mortola, imputato nello stesso procedimento. I due non sanno di essere intercettati: i magistrati hanno infatti aperto un’altra inchiesta, dopo la misteriosa sparizione delle bottiglie molotov che erano state falsamente attribuite ai no-global arrestati. Colucci viene registrato in almeno due occasioni: nell’altra ammette di aver letto le dichiarazioni che a suo tempo De Gennaro aveva reso sulla sciagurata operazione del luglio 2001. “Devo modificare quello che avevo già detto”, spiega il questore al suo interlocutore. Tutto ruota intorno alla presenza nella scuola, al termine dell’intervento, di Roberto Sgalla, responsabile delle pubbliche relazioni per la Polizia di Stato. Colucci aveva in precedenza giurato che De Gennaro gli aveva detto di avvertire Sgalla e inviarlo alla Diaz. Secondo gli inquirenti, questo dimostrerebbe che anche i massimi vertici dell’Interno erano perfettamente a conoscenza di quanto era accaduto nell’istituto (per quel blitz sono sotto processo 29 tra agenti e super-poliziotti). Ma chiamato a testimoniare in aula – e dopo la telefonata intercettata -, il questore cambierà versione: “Sono stato io, di mia iniziativa, a chiamare Sgalla”. Per gli inquirenti sarebbe stato lo stesso De Gennaro ad indurlo al “ripensamento”. Le intercettazioni telefoniche fanno parte del fascicolo aperto dalla procura genovese nei confronti di De Gennaro, Colucci e Mortola. In questi giorni ai tre sono stati notificati gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari. Hanno venti giorni di tempo per presentare memorie difensive, nuovi elementi o farsi interrogare. trascorso questo periodo la procura potrà chiederne il rinvio a giudizio.