‘’La verità sui fatti di Genova la conosce ormai tutto il paese, ma la giustizia continua ad essere lontana. Non smetteremo di chiederla. Non smetteremo di batterci per la Commissione di Inchiesta. Per noi, per le vittime, per ridare dignità al nostro paese’‘. E’ quanto afferma in una nota l’Arci commentando la sentenza sui fatti del G8 del 2001 emessa ieri a Genova da cui, secondo l’Arci ‘’si possono trarre delle prime considerazioni’‘. ’’Le richieste del Pm–evidenzia l’Arci–sono state ridimensionate (102 anni anziché i 225 richiesti, un’assoluzione, quattro funzionari di polizia segnalati alla procura per falsa testimonianza). Il Tribunale ha deciso di non applicare il reato di devastazione e saccheggio alla maggioranza degli imputati, accogliendo il cardine della linea difensiva. Si e’ finalmente stabilito–prosegue la nota dell’Associazione–che il corteo delle tute bianche del 20 luglio 2001 fu attaccato in modo arbitrario e ingiustificato, causando una reazione comprensibile, tant’è che è caduta l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale per tutti gli imputati coinvolti nei fatti seguiti a quella carica’’. ‘’I giudici–prosegue l’Arci–hanno quindi respinto il concorso morale nella devastazione e saccheggio, utilizzato dai Pm per collegare i fatti avvenuti nelle giornate del 20 e 21 luglio. Dieci imputati sono stati però condannati per devastazione e saccheggio, una imputazione mai applicata in Italia nel dopoguerra e che comporta pene pesantissime se comparate ai fatti contestati, danni materiali non alle persone’’. Secondo l’Arci ‘’è sconcertante che il tentativo peraltro mal riuscito di danneggiare il portone di un carcere possa corrispondere a una pena di 11 anni. C’è davvero il rischio di rovinare delle vite’’. Non solo denuncia l’Associazione ‘’per la morte di Carlo Giuliani non ha pagato nessuno, nei processi per la Diaz e Bolzaneto le eventuali pene cadranno in prescrizione. A febbraio verrà emessa la sentenza del processo di Cosenza, dove alcuni organizzatori e partecipanti a Genova 2001 sono assurdamente accusati di associazione sovversiva’’.
Haidi Giuliani, senatrice del Prc e madre di Carlo Giuliani, il giovane rimasto ucciso durante il G8 di Genova, si dichiara «sconvolta» dalla sentenza di oggi che non ha voluto considerare i fatti genovesi «come fatti attribuibili a singole persone ma ha giudicato i ragazzi come se fossero delinquenti abituali». «Mi sconvolge ancora di più – dichiara la senatrice – la distanza abissale che resta tra chi viene condannato per aver rotto delle cose e chi invece non sarà mai condannato per aver rotto esseri umani. Non mi stancherò mai di ribadire l’assoluta necessità di istituire una Commissione parlamentare d’inchiesta che rimetta insieme, come in un puzzle, tutto quanto è accaduto a Genova in quelle giornate». «La sentenza di Torino, che ha cancellato l’accusa assurda di devastazione e saccheggio, faceva ben sperare – ha concluso la sen. Giuliani – perchè i giudici l’avevano pronunciata basandosi su singoli atti compiuti da singole persone»
“Nonostante il dimezzamento complessivo delle pene rispetto a quelle chieste dall’accusa, e seppure sono state in minima parte accolte alcune delle tesi difensive, la contestazione dei reati di saccheggio e devastazione stravolge la realtà dei fatti di Genova’’. Lo afferma il verde Paolo Cento dopo la sentenza che condanna ad oltre 102 anni di reclusione ventiquattro manifestanti per le giornate del G8 di Genova. ‘’In tutto il mondo aggiunge Cento hanno fatto clamore le modalità dell’intervento repressivo e l’incapacità di individuare le responsabilità politiche della gestione dell’ordine pubblico, definita anche in parlamento ‘cilena’. La verità giudiziaria in questo modo capovolge la percezione dei fatti e rischia di consegnare alla Storia le giornate di Genova 2001 come una responsabilità dei ‘no global’. Per questo, in attesa della chiusura del processo riguardante le violenza alla scuola Diaz, resta valida la necessità di una commissione parlamentare d’inchiesta come strumento istituzionale per arrivare ad accertare, al di la’ delle responsabilità giudiziarie, la verità politica di quelle giornate”, conclude Paolo Cento.
La sentezza emessa dal Tribunale di Genova che condanna a 102 anni di carcere 25 manifestanti per gli incidenti accaduti durante il G8 di Genova, è una delle tappe più preoccupanti nel cammino repressivo intrapreso da una parte della magistratura italiana, afferma Italo Di Sabato responsabile dell’osservatorio sulla repressione del Prc. Confermando l’applicazione inaccettabile del reato di devastazione e saccheggio la sentenza rischia di diventare un pericoloso precedente per tutti i conflitti sociali. L’uccisione di Carlo Giuliani, però, è stata archiviata, la Commissione d’ inchiesta affossata in parlamento, coloro che decretarono, ed eseguirono, la sospensione dello stato di diritto e delle garanzie democratiche in quei giorni del 2001 sono stati promossi e premiati. In questi anni, conclude Di Sabato, non abbiamo mai smesso di chiedere verità e giustizia per i fatti di quei giorni. Assistiamo invece al diffondersi di misure repressive e autoritarie, di provvedimenti di polizia e di sentenze inquietanti. Siamo preoccupati. La chiusura degli spazi di agibilità democratica e di espressione del dissenso riguarda tutti. Tutti siamo chiamati alla loro salvaguardia.
«Le condanne comminate a Genova sono durissime, incomprensibili. Non capisco come si possano dare 5 anni di prigione per il reato di danneggiamenti e non capisco come sia possibile, nonostante le accurate ricostruzioni che rendono palesi le responsabilità delle forze dell’ordine, scaricare tutto sulle spalle dei dimostranti no global. Si respira oggi un’aria di vendetta nei confronti dei giovani mentre è palese, almeno finora, l’impunità dei rappresentanti delle forze dell’ordine, dell’agente Placanica che ha sparato e ucciso Carlo Giuliani, della catena del comando che ha prodotto il macello della Diaz». Dura la reazione del capogruppo Prc Giovanni Russo Spena alla sentenza del tribunale di Genova. «Dopo questa sentenza -aggiunge Russo Spena- mi auguro che ci si renda conto di quanto sia indispensabile procedere alla costituzione della commissione parlamentare d’inchiesta sul G8. Non possono esserci troppe verità su quei giorni e si accumulano i documenti e le testimonianze sul comportamento di polizia e carabinieri»
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