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G8 Genova: Niente processo per i poliziotti che massacrarono di botte Mark Covell

Il gip Adriana Petri dispone l’archiviazione per 20 dirigenti e funzionari accusati di non avere impedito il tentato omicidio del free lance inglese Mark Covell, pestato e massacrato di botte all’esterno della scuola Diaz il 21 luglio 2001
Per il gip Adriana Petri non vi sono elementi probatori sufficienti per sostenere l’accusa in giudizio dei dirigenti e funzionari delle forze di polizia al G8 di Genova (Giovanni Luperi, vice direttore Ucigos, Francesco Gratteri e Gilberto Calderozzi, direttore e vice direttore dello Sco, Spartaco Mortola, dirigente della Digos di Genova, Vincenzo Canterini e Michelangelo Fourniei, comandante e vicecomandante del Primo Reparto Mobile di Roma, e tutto il gruppo apicale coinvolto quella notte) per non avere impedito il tentato omicidio nei confronti del giornalista inglese Mark Covell e le lesioni aggravate di altri quattro giovani fuori dalla scuola Diaz la sera del blitz della polizia nel luglio 2001.

Per questo motivo ha disposto l’archiviazione del procedimento, “pur censurando come gravissima la mancata collaborazione degli investigatori con la Procura di Genova che di fatto ha impedito l’ individuazione dei singoli responsabili”.

Inoltre il il gip Adriana Petri  ha disposto l’archiviazione dei reati di lesioni personali aggravate essendosi prescritte prima della richiesta di archiviazione. Ha pure ritenuto infondata l’eccezione di incostituzionalità delle norme del codice penale sulla prescrizione dei reati, in quanto materia di esclusiva competenza del legislatore. In tutto le posizioni archiviate sono state 20.

La vicenda del giornalista britannico Mark Covell era stata una delle più gravi ed eclatanti all’interno della ‘macelleria messicana’ che si pertetrò alla scuola Diaz.
L’uomo fu picchiato selvaggiamente e senza motivo da un drappello di poliziotti a pochi metri dall’ingresso della scuola Diaz, poco prima che gli agenti facessero irruzione in quello che era il media center della protesta massacrando decine di mediattivisti ed inermi manifestanti.


Covell finì in coma, con alcune costole fratturate, i polmoni perforati, ben 16 denti rotti o saltati, un’emorragia interna e danni anche alla spina dorsale. Non solo. Nessuno delle decine di agenti che passarono accanto al suo corpo si degnò di prestargli soccorso.

La sua storia aveva fatto il giro del mondo, insieme a quelle di altri attivisti stranieri pestati selvaggiamente in quelle giornate del luglio del 2001.