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Genoa/Siena: "Da angeli del fango a criminali. Il loro reato? Essere passionali"

Tra ieri e oggi tutti i giornali d’Italia si sono sbizzarriti nel definire nei peggiori modi possibili gli Ultras della Gradinata Nord di Genova che domenica 23 aprile 2012 hanno invaso il campo durante la partita Genoa – Siena.

Fino all’altro giorno li definivano “Gli angeli del fango” per l’aiuto dato durante i giorni dell’alluvione genovese, mentre tra oggi e ieri sono diventati, per alcuni “giornalisti” italiani, dei criminali da chiudere in galera e buttare via la chiave.
L’unico reato, se così si puo’ definire, è l’essere passionali, amare in modo viscerale la squadra della propria città fino ad arrivare a bloccare una partita, durante la quale 11 giocatori di calcio, se così li si puo’ definire, che ricevono alla fine del mese fior fior di soldi, non si impegnano e non onorano la maglia che indossano ogni maledetta domenica.
Quando indossi la maglia di qualsi voglia squadra di calcio e al mese guadagni fior di fior di soldi, devi scendere in campo e metterci tutta la passione, la grinta e l’amore che sulle Curve ci mettono gli Ultras di tutta Italia, facendo sacrifici ogni domenica per seguire ovunque giochi la propria squadra. Ecco perché, a mio parere, è stata giusta la decisione di richiedere le maglie da gioco, perché un giocatore deve essere degno di indossarla.
Non ho visto così tanto orrore e sgomento per la morte di Gabriele Sandri o di altre vittime delle Forze dell’Ordine durante manifestazioni sportive da parte di questi “paladini” del calcio che invitano al daspo e alla galera.
Non ho mai sentito questi paladini del calcio chiedere il numero identificativo sui caschi delle forze dell’ordine o chiedere la sospensione di una partita di calcio per la morte di Gabriele Sandri, come giustamente è avvenuto per la morte di Morosini.
Abbiano un po’ di decenza e tacciano, tacciano in rispetto a coloro i quali non arrivano alla fine del mese e che fanno i salti mortali per potersi permettere di andare ogni maledetta domenica al seguito della propria squadra di calcio e dei propri beniamini in stadi dove i biglietti non sono proprio a portata di famiglia, alla faccia di “facciamo ritornare le famiglie allo stadio”.
Che se lo mettano in testa i benpensanti, i giustizialisti e i moralisti, in questo calcio fatto di business, tessere, repressione e scommesse loro, gli Ultras, rimangono l’unica parte pulita di questo calcio moderno.
Io sto con gli Ultras del Genoa – parafrasando Bertolt Brecht – “sto dalla parte del torto perchè tutti gli altri posti erano occupati”

Jacopo Ricciardi Osservatorio  sulla Repressione

Comments ( 2 )

  • Stefano Moscufo

    Sono d’acordo con te su quello che riguarda Gabbo Sandri, sui giornalisti benpensanti dalle manette facili e sulla mentalità Ultrà. Non condivido, però, questo modo così teatralmente violento di umiliare i giocatori (sebbene strapagati) intimando loro di togliersi la maglia. Gesto, quest’ultimo, umiliazione massima per chiunque pratichi qualsiasi sport.

  • Anonymous

    la Legge sulle manifestazioni sportive in Italia è tra le più “docili” se non malleabili…io dico finalmente una corretta applicazione dell’art. 6 [L. 13 dic. 1989 n. 401]. Allo stadio ci si va per divertirsi – personalmente non concepisco un incontro sportivo come una valvola di sfogo –