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Il genocidio dell’infanzia, a Gaza muore un bambino ogni 15 minuti

Ora che la poliomielite è confermata, la risposta deve essere misurata in ore, non in settimane. Questi bambini non hanno il lusso del tempo. I vaccini antipolio sono nella regione ma ciò richiede pieno accesso alle forniture umanitarie a Gaza da tutti i valichi di frontiera

di Umberto De Giovannangeli da l’Unità

Gaza, l’apocalisse in terra. Nuovo appello dell’agenzia dell’Onu di aiuti per i rifugiati palestinesi (Unrwa) per una tregua umanitaria a Gaza che consenta la vaccinazione antipolio per oltre 640mila bambini. “Con Unicef, Oms e i partner, stiamo lavorando per avviare una campagna di vaccinazione su larga scala contro la poliomielite il prima possibile a Gaza. Perché ciò accada, abbiamo bisogno di una pausa umanitaria”, ha scritto l’Unrwa in un post su X (Twitter). “Non possiamo vaccinare i bambini sotto un cielo pieno di bombe e attacchi. Abbiamo bisogno di umanità”, si legge ancora.

Anche la stessa Unicef, sulla medesima piattaforma, è intervenuta sul tema: “Il poliovirus rappresenta un’altra minaccia per i bambini di Gaza. Hanno bisogno che sia data priorità alla loro salute e sicurezza. Questa violenza deve finire adesso. Siamo allarmati per le preoccupanti notizie di un bambino di 10 mesi non vaccinato a Gaza a cui è stata confermato avere la polio. La Striscia di Gaza è libera dalla polio da 25 anni. Questo ritorno rappresenta un’ulteriore minaccia per i bambini nella regione. L’Unicef, l’Oms e i partner si stanno preparando per una campagna di vaccinazione contro la polio per raggiungere almeno 640mila bambini. Per raggiungere in sicurezza e concretamente i bambini che hanno bisogno di essere vaccinati è fondamentale un cessate il fuoco o almeno una ‘pausa polio’ nei combattimenti”. Lo scrive l’Unicef su X.

“I bambini a Gaza stanno affrontando rischi inimmaginabili per le loro vite e la loro salute, compresa la polio ora confermata in un bambino di 10 mesi” – ha dichiarato Catherine Russell, executive director dell’Unicef. – “L’Unicef e i suoi partner sono pronti a somministrare i vaccini antipolio per proteggere i bambini a Gaza e nella regione. Ma dobbiamo avere una pausa nei combattimenti”. Denuncia Save the Children: “Il sistema sanitario di Gaza non è più in grado di rispondere a un’epidemia di poliomielite: a Gaza ci sono 2.1 milioni di persone, ma il numero di letti di ospedale è di 1.400. Le operazioni umanitarie in tutta Gaza sono gravemente ostacolate dai bombardamenti in corso e dall’ostruzione delle forniture di aiuti essenziali e del carburante ai valichi di frontiera controllati da Israele”.

Ora che la poliomielite è confermata, la risposta deve essere misurata in ore, non in settimane. Questi bambini non hanno il lusso del tempo. I vaccini antipolio sono nella regione, pronti per essere distribuiti ad agosto e settembre, ma ciò richiede pieno accesso alle forniture umanitarie a Gaza da tutti i valichi di frontiera, sicurezza e libera circolazione all’interno della Striscia. Ma la situazione a Gaza è sempre più critica: i camion refrigerati necessari per trasportare in sicurezza i vaccini sono stati ripetutamente respinti all’ingresso. Immagini di caos con medici e residenti che cercano fra le macerie dopo un attacco israeliano che ha colpito una casa nel campo di Jabalia, nel nord della Striscia. “Qui non c’è nessuno che vuole, nessun razzo, niente”, dice Eyad Ziad, un residente sulla scena subito dopo il raid che ha distrutto una casa dove “c’erano bambini e scorte di cibo di una cucina di beneficenza”, aggiunge, “sono morti solo bambini”. A Gaza muore un bambino ogni quindici minuti. Sotto le bombe, per fame e malattie. Il genocidio dell’infanzia.

 

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