Genova: “Io, bloccata dalla polizia solo per il mio cartellone contro il Vaticano”
- maggio 28, 2017
- in lotte sociali, testimonianze
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Il racconto di una giovane manifestante fermata dalla polizia per un cartello anti-Vaticano
Il racconto di Rebecca
Genova, ore 10.00 del 27 maggio 2017.
Ero in San Lorenzo, all’inizio di Via Scurreria ad esercitare il mio diritto di protesta pacifica verso la visita di un capo di stato straniero.
Stavo in silenzio, sola, con il mio cartellone che non insultava nessuno. Non era sacrilego. Neanche blasfemo.
Dalla folla esce sgomitando una signora che mi afferra in malo modo per strapparmi il cartellone, mi strattona quando mi riparo.
Dico “non mi metta le mani addosso, chiamo la polizia!” Lei mi risponde: “io sono la polizia”
Mi affiancano in due, poi in quattro. Continuo a dire che è mio diritto protestare pacificamente, su che basi mi stanno sequestrando il cartellone?
Mi dicono che se non la smetto di parlare mi avrebbero portato in questura. “Su che basi?” chiedo. “Non ho fatto nulla, è cosi che fate il vostro lavoro? Portando in centrale persone che esercitano i loro diritti?” Continuo a chiedere di essere portata in centrale, si rifiutano. Mi minacciano e mi dicono che mi avrebbero fatto un verbale. Gli intimo a farlo: “Sono curiosa, cosa ci scrivete nel verbale?”Mi chiedono i documenti continuando ad urlare. li fornisco, anche se non sono tenuta a farlo ma cerco di calmare la situazione. La poliziotta che mi ha aggredito chiama la centrale, mi tengono li 30 minuti.
Continuo a chiedere cosa ho fatto di male, è mio diritto protestare pacificamente. Non ricevo risposte.
Dopo i controlli, sanno che sono incensurata. La poliziotta si calma e viene da me. “Sei una brava ragazza, perchè sei qui a darci fastidio. Siamo qui apposta per gente come te”
“Sono qui perché è mio diritto farlo, voi perché mi state trattando cosi? Su che basi mi state togliendo i miei diritti ?” “Questo è un capo di stato straniero. Il nostro lavoro è di assicurarci che non succeda nulla di questo tipo.”
Voglio ribattere, ma continuano a parlarmi sopra.
Seccata, dico di non interrompermi. “Appunto, un capo di Stato Straniero. Tutti si possono contestare pacificamente, tranne lo Stato Vaticano? Voi venite pagati con le tasse, siete al nostro servizio. Non potete sprecare tempo a dar fastidio a una persona che non stava facendo niente di male. E lei” dico guardando la poliziotta dritta in faccia “ non puo’ permettersi di mettermi le mani addosso” Lei e i colleghi cominciano a dire che non è successo. “si invece che è successo. Mi dia il suo numero di distintivo”
Lei si copre il distintivo. Le dico che è illegale. Lei mi dice “me ne frego della legge”
“SE NE FREGA DELLA LEGGE?” Le dico. “BELLA COSA PER UNA POLIZIOTTA”
Lei continua a coprirsi il distintivo. Le dico che tanto ho già preso il suo numero.
Mi dice che se mi fossi fatta vedere nelle vicinanze delle tappe del papa, mi avrebbero portato in centrale.
Il Vaticano è uno stato straniero.
Non si può protestare. Non si può discutere. Non si può esercitare i propri diritti democratici. Loro sono diversi. Si possono protestare gli Stati Uniti d’America. Contro la Russia. Si può protestare contro le riforme. Si può protestare contro altri governi esteri.
Tranne il Vaticano. Quello non si può protestare, neppure pacificamente. Quello viene prima della Costituzione Italiana.
Una ragione in più per protestarlo ancora più ardentemente.
Articolo 19 della Costituzione Italiana:
Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.
Ogni individuo ha diritto a non essere molestato per le proprie opinioni.
Ogni individuo ha il diritto alla libertà di espressione; tale diritto comprende la libertà di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee di ogni genere, senza riguardo a frontiere, oralmente, per iscritto, attraverso la stampa, in forma artistica o attraverso qualsiasi altro mezzo di sua scelta.
L’esercizio delle libertà previste al paragrafo 2 del presente articolo comporta doveri e responsabilità speciali. Esso può essere pertanto sottoposto a talune restrizioni che però devono essere espressamente stabilite dalla legge ed essere necessarie:
a) al rispetto dei diritti o della reputazione altrui;
b) alla salvaguardia della sicurezza nazionale, dell’ordine pubblico, della sanità o della morale pubbliche.