Genova: denunce e avvisi di garanzia agli attivisti dell’Assemblea Antifascista Permanente
- ottobre 17, 2007
- in antifascismo
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Genova è stata interessata in pochi mesi da uno stillicidio di denunce e avvisi di garanzia, contro appartenenti all’ASSEMBLEA ANTIFASCISTA PERMANENTE e contro altri Compagni.In meno di un anno di esistenza, questa Assemblea ,organismo aperto e orizzontale, è stato in grado di mobilitarsi su alcuni aspetti centrali che riguardano ogni proletario:La sicurezza sul lavoro , lo scippo del TFR , l’antifascismo militante, la lotta contro la guerra.Questo ambito è composto da lavoratori di differenti sensibilità politico-sindacali,accomunati da una pratica antifascista militante e inscindibile dall’agire di classe,che sperimentano una crescita collettiva indipendente dalle varie burocrazie dei partiti e dei sindacati. Il Potere teme che si realizzi , sia pure limitatamente ad ambiti specifici, l’unità della classe tra tutti coloro che hanno, nella mente e nel cuore,un altro mondo possibile,sempre più necessario.
Il 13 aprile di quest’anno avviene l’ennesimo infortunio mortale in porto; è il trentesimo negli ultimi 10 anni nell’area portuale. Alcuni lavoratori portuali scendono spontaneamente in sciopero e bloccano il traffico in Lungomare Canepa. Altri, solidali con la lotta e stanchi delle chiacchere inconcludenti dei politici sulla tutela della salute nei luoghi di lavoro, si uniscono a loro. Tre giorni di iniziativa politica pratica: sciopero, blocchi del traffico e manifestazioni, incrementano, almeno in parte, la coscienza che l’unico modo per reagire all’attuale condizione di precarietà è la lotta. La provocazione di un automobilista che ha cercato di forzare il blocco, investendo alcuni lavoratori, è servita come pretesto per far scattare 6 denunce.
Il 19 maggio, in piena campagna elettorale, viene autorizzato dalle istituzioni (in aperta violazione delle loro stesse leggi in merito al divieto di ricostituzione dei partiti fascisti), un corteo alla feccia nazi-fascista di Forza Nuova. Nessuna voce sdegnata si leva “a sinistra”.
L’Assemblea, insieme ad altri compagni, decide di contrastarli direttamente in piazza, perché i fascisti sono, non solo autori impuniti di aggressioni a danni di attivisti politici, immigrati e omosessuali, portatori di un’ideologia razzista e omofobica, ma anche storico strumento stragista nelle mani dei padroni quando si presenta questa necessità. Il corteo dei compagni, caricato dalle forze dell’ordine, si ricompatta in via XX Settembre dove è oggetto di altre provocazioni da parte dei fascisti di Comunità Militante. Anche in questa circostanza a subire la repressione saranno i compagni: 12 perquisizioni (con relativo sequestro di indumenti presumibilmente indossati il giorno del corteo) ed altrettanti avvisi di garanzia, sono stati notificati, 5 mesi dopo i fatti, ad alcuni appartenenti all’Assemblea e ad altri compagni.
Il 16 giugno, nel quartiere di Bolzaneto, un partecipato presidio autorizzato di controinformazione dell’Assemblea, in un clima disteso di interesse e di scambio con gli abitanti, viene ripetutamente provocato da tre fascisti che fanno più volte il saluto romano in direzione del presidio stesso. I tre, ovviamente allontanati, sporgono in seguito denunce tanto fantasiose quanto pesanti alla Polizia, denunce che porteranno all’incriminazione di 2 compagni.
Forse si aspettavano di essere accolti come gli altri abitanti del quartiere con focaccia e vino bianco… La maggior parte delle nostre iniziative ha dunque, evidentemente, suscitato un interesse “particolare” nei magistrati e nei questurini che hanno usato, in modo pretestuoso, fatti assolutamente marginali, per criminalizzare sia le ragioni delle iniziative politiche intraprese, sia i compagni che hanno contribuito a promuoverle.
Rispondiamo a questi attacchi rivendicando tutto il nostro percorso e ogni iniziativa svolta. Diciamo a gran voce che se qualcuno ha pensato di indebolirci, si è sbagliato di grosso.
Il 19 maggio, in piena campagna elettorale, viene autorizzato dalle istituzioni (in aperta violazione delle loro stesse leggi in merito al divieto di ricostituzione dei partiti fascisti), un corteo alla feccia nazi-fascista di Forza Nuova. Nessuna voce sdegnata si leva “a sinistra”.
L’Assemblea, insieme ad altri compagni, decide di contrastarli direttamente in piazza, perché i fascisti sono, non solo autori impuniti di aggressioni a danni di attivisti politici, immigrati e omosessuali, portatori di un’ideologia razzista e omofobica, ma anche storico strumento stragista nelle mani dei padroni quando si presenta questa necessità. Il corteo dei compagni, caricato dalle forze dell’ordine, si ricompatta in via XX Settembre dove è oggetto di altre provocazioni da parte dei fascisti di Comunità Militante. Anche in questa circostanza a subire la repressione saranno i compagni: 12 perquisizioni (con relativo sequestro di indumenti presumibilmente indossati il giorno del corteo) ed altrettanti avvisi di garanzia, sono stati notificati, 5 mesi dopo i fatti, ad alcuni appartenenti all’Assemblea e ad altri compagni.
Il 16 giugno, nel quartiere di Bolzaneto, un partecipato presidio autorizzato di controinformazione dell’Assemblea, in un clima disteso di interesse e di scambio con gli abitanti, viene ripetutamente provocato da tre fascisti che fanno più volte il saluto romano in direzione del presidio stesso. I tre, ovviamente allontanati, sporgono in seguito denunce tanto fantasiose quanto pesanti alla Polizia, denunce che porteranno all’incriminazione di 2 compagni.
Forse si aspettavano di essere accolti come gli altri abitanti del quartiere con focaccia e vino bianco… La maggior parte delle nostre iniziative ha dunque, evidentemente, suscitato un interesse “particolare” nei magistrati e nei questurini che hanno usato, in modo pretestuoso, fatti assolutamente marginali, per criminalizzare sia le ragioni delle iniziative politiche intraprese, sia i compagni che hanno contribuito a promuoverle.
Rispondiamo a questi attacchi rivendicando tutto il nostro percorso e ogni iniziativa svolta. Diciamo a gran voce che se qualcuno ha pensato di indebolirci, si è sbagliato di grosso.
Assemblea Permanente Antifascista di Genova
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