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Genova: Denunciati 9 antifascisti per il presidio davanti alla sede di Lealtà Azione

Imbrattamento della porta della sede di Lealtà Azione in via Serra e accensioni pericolose. Sono i reati per i quali la digos ha denunciato nove antifascisti di età compresa tra i 30 e i 60 anni che hanno partecipato alla protesta convocata dall’assemblea antifascista il 28 ottobre scorso.

In quell’occasione la porta della sede e il lucchetto vennero incollate con una resina. Sulla porta e sui muri circostanti erano state fatte alcune scritte. I manifestanti avevano anche acceso diversi fumogeni.

 

La manifestazione del 28 ottobre era stata la terza ad avere come obiettivo la sede del movimento di estrema destra a cui i Padri scolopi hanno affittato un magazzino.

Nella prima occasione il 7 ottobre, la sede era stata simbolicamente murata con mattoni e calce. Una settimana dopo, nel corso di un secondo presidio, i manifestanti avevano disegnato una gigantesca scritta antifascista sull’asfalto. Nei primi due casi non era scattata alcuna denuncia.

Immediata la solidarietà di Rifondazione comunista: “Ancora una volta la repressione contro gli antifascisti tenta di tapparci la bocca – si legge in una nota del partito – ma come la storia ci insegna l’antifascismo non si ferma. Quindi totale sostegno e solidarietà nei confronti dei compagni/e coinvolti in questa assurda vicenda”. (da Genova24.it)

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La repressione colpisce di nuovo gli antifascisti. A Genova 9 compagne/i antifascsiti sono stati denunciati per un presidio davanti la sede neofascista di Lealtà Azione

Diamo la più forte, sincera solidarietà e complicità ai compagni denunciati e ribadiamo fermamente che nè le provocazioni fasciste nè la repressione ci faranno fare un passo indietro nella pratica dell’antifascismo: i fascisti non devono avere nessuno spazio di agibilità politica, nè nelle strade nè altrove!

In un periodo come quello che stiamo vivendo si cerca di fomentare la xenofobia e il nazionalismo; l’obbiettivo è quello di creare divisione all’interno della classe lavoratrice e nei settori popolari che subiscono la crisi, fomentando l’odio e la guerra fra poveri. Lo vediamo chiaramente anche dal modo in cui i giornali e le tv ci raccontono la “realtà”: chi si oppone al tav, chi manifesta per il lavoro, chi occupa le case, chi si scontra con la polizia per contestare il Draghi, il Renzi o il Salvini di turno è etichettato come “violento”, “estremista” o “facinoroso”. Al contrario, chi provoca, chi propaganda l’odio verso il diverso, chi lancia molotov contro i campi rom, chi minaccia di sgomberare le case occupate o assalta una struttura di profughi è, invece, un “cittadino stanco e indignato”.

Il ruolo dei fascisti è sempre stato e continua ad essere quello di braccio armato del capitalismo, che continua a servirsene laddove ce ne sia bisogno.

Per questo continueremo a combattere il fascismo con ogni mezzo necessario! L’antifascismo non si delega!

Le compagne e i compagni dell’Osservatorio Repressione