Menu

Genova G8: Avviate le procedure a favore delle vittime. I legali: «Ma lo Stato non vuole pagare quanto stabilito dal giudice»

Sono partite le procedure per il risarcimento dei no global riconosciuti come vittime degli abusi commessi nella caserma di Bolzaneto e nella scuola Pascoli-Diaz, durante il G8 di Genova del 2001. Almeno le fasi preliminari, con la richiesta agli avvocati difensori di tutti i documenti necessari all’accredito delle provvisionali stabilite dai giudici nelle due sentenze. Si tratta dell’anticipo sul rimborso dei danni patiti durante i fatti al centro dei processi, da quantificare in un eventuale processo civile o con un accordo stragiudiziale. In gran segreto, e con una prassi definita da alcune delle stesse parti in causa «piuttosto anomala», il ministero dell’Interno ha chiesto alla Prefettura di avviare «una fase istruttoria» tra le parti civili. Nulla di più preciso è dato sapere anche se, tra i legali dei manifestanti vittime degli abusi, c’è sfiducia da una parte e voglia di rivalsa dall’altra. Riccardo Passeggi, uno degli avvocati dei no global: «Siamo certi che lo Stato non voglia pagare quanto stabilito dal giudice. Con la stessa sicurezza però possiamo dire che sapremo dove e come andarci a prendere per vie legali quanto ci è dovuto».Nel frattempo anche la Procura generale di Genova ha impugnato la sentenza sulle violenze nella caserma di Bolzaneto durante il G8 del 2001. Il procuratore Luciano Di Noto ha deciso di ricorrere in appello, per le questioni di diritto, contro quattro dei responsabili dell’ufficio matricola del «centro di prima detenzione», assolti in primo grado per i falsi verbali.Secondo il procuratore generale, nel centro non ci sarebbe stata alcuna attività di verbalizzazione durante le prime fasi della detenzione. E quindi i quattro responsabili avrebbero commesso un falso. Secondo la prassi, ai fermati si doveva chiedere se volevano avvisare i parenti dell’arresto o le ambasciate e i consolati, in caso di stranieri. Nei verbali sequestrati, però, tutti gli arrestati avrebbero dichiarato di non avere paura e di non volere avvisare nessuno.
fonte: il secolo XIX