Genova, l’appello di don Gallo: “Verità sul G8″. E la polizia scrive al Papa
Lancia provocazioni e scatena polemiche, Don Andrea Gallo, sacerdote genovese che chiede la verità sul G8 del 2001. Ha lanciato una campagna di raccolta firme per la libertà d’espressione ed è salito sul palco accanto a Simone Cristicchi mentre cantava, solo qualche giorno fa, ‘Genova Brucia’ al festival Blackout a Villa Serra di Genova.
L’iniziativa lanciata da Globalproject e dalla comunità di San Benedetto, che si chiama provocatoriamente ‘Genova Brucia Fan club’, dal titolo della canzone sul G8 genovese, ha già raccolto le firme di nomi del mondo dello spettacolo e della cultura come gli Africa Unite, Assalti frontali, Bandabardò, Caparezza, Neri Marcorè, Piero Pelù, Sergio Staino e i Tete de bois.
Nel testo dell’appello Don Gallo difende la canzone: ”’Genova Brucià è attuale e bruciante. Vuol svegliare le coscienze addormentate – scrive Don Gallo – Il testo attinge dagli stessi atti giudiziari e chiede di accertare la verità, senza voler creare meccanismi di criminalizzazione indiscriminata nei confronti di tutti i poliziotti”. “Una nazione che cancella la memoria è senza futuro” conclude Don Gallo .
Un vecchio prete genovese lancia un appello a tutti e soprattutto ai cantanti e musicisti, per esprimere solidarietà alla parte democratica delle forze dell’ordine, alla famiglia Giuliani, a Simone Cristicchi minacciato e alle centinaia di migliaia di protagonisti pacifici di quelle indimenticabili giornate. In attesa di far emergere le responsabilità politiche l’onestà è la miglior politica. Io Canto Genova Brucia e voi?”.
Ma l’appello lanciato da Don Gallo non è stato accolto con lo stesso entusiasmo dal sindacato della polizia Coisp che ha addirittura scritto una lettera al pontefice. “Ci rivolgiamo a Lei per rappresentare il disagio che posizioni estremiste violente più volte esternate da un certo Don Andrea Gallo di Genova ingenerano nei Servitori dello Stato riuniti nel Sindacato che rappresento nella Polizia di Stato”.
“Ci rivolgiamo quindi a Lei, Santo Padre, per esprimere tutto il rammarico di chi vede l’abito talare ed i simboli della cristianità usati per elogiare la brutalità, rinfocolare la contrapposizione sociale, andando ben al di là della libertà di espressione che attiene ad ogni individuo”.
“Ci permettiamo di rivolgerci a Lei Santo Padre, chiedendoLe di allontanare Don Gallo dalla scena pubblica, nei modi più opportuni, fino a quando non smetterà di mistificare la propria opera per non violenta, mentre predica in modo diametralmente opposto”.
L’iniziativa lanciata da Globalproject e dalla comunità di San Benedetto, che si chiama provocatoriamente ‘Genova Brucia Fan club’, dal titolo della canzone sul G8 genovese, ha già raccolto le firme di nomi del mondo dello spettacolo e della cultura come gli Africa Unite, Assalti frontali, Bandabardò, Caparezza, Neri Marcorè, Piero Pelù, Sergio Staino e i Tete de bois.
Nel testo dell’appello Don Gallo difende la canzone: ”’Genova Brucià è attuale e bruciante. Vuol svegliare le coscienze addormentate – scrive Don Gallo – Il testo attinge dagli stessi atti giudiziari e chiede di accertare la verità, senza voler creare meccanismi di criminalizzazione indiscriminata nei confronti di tutti i poliziotti”. “Una nazione che cancella la memoria è senza futuro” conclude Don Gallo .
Un vecchio prete genovese lancia un appello a tutti e soprattutto ai cantanti e musicisti, per esprimere solidarietà alla parte democratica delle forze dell’ordine, alla famiglia Giuliani, a Simone Cristicchi minacciato e alle centinaia di migliaia di protagonisti pacifici di quelle indimenticabili giornate. In attesa di far emergere le responsabilità politiche l’onestà è la miglior politica. Io Canto Genova Brucia e voi?”.
Ma l’appello lanciato da Don Gallo non è stato accolto con lo stesso entusiasmo dal sindacato della polizia Coisp che ha addirittura scritto una lettera al pontefice. “Ci rivolgiamo a Lei per rappresentare il disagio che posizioni estremiste violente più volte esternate da un certo Don Andrea Gallo di Genova ingenerano nei Servitori dello Stato riuniti nel Sindacato che rappresento nella Polizia di Stato”.
“Ci rivolgiamo quindi a Lei, Santo Padre, per esprimere tutto il rammarico di chi vede l’abito talare ed i simboli della cristianità usati per elogiare la brutalità, rinfocolare la contrapposizione sociale, andando ben al di là della libertà di espressione che attiene ad ogni individuo”.
“Ci permettiamo di rivolgerci a Lei Santo Padre, chiedendoLe di allontanare Don Gallo dalla scena pubblica, nei modi più opportuni, fino a quando non smetterà di mistificare la propria opera per non violenta, mentre predica in modo diametralmente opposto”.
fonte: bliz quotidiano
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Condivido l’appello di Don Gallo.
Mi sembra necessario per affermare i valori della Costituzione Repubblicana e di un cristianesimo della giustizia, dell’uguaglianza e della fraternità. E del coraggio…
Angelo Guarnieri