Il tribunale di Genova condanna il ministero degi Interni a risarcire con 35mila euro un medico picchiato dalla celere
Un altro pestaggio in mondovisione del luglio 2001 a Genova, arriva al termine del suo iter giudiziario. Un’altra persona, un medico, cui verranno risarciti i danni. 35 mila euro la cifra che è invitato a pagare il ministero dell’Interno: una somma che coprirà solo parzialmente i danni morali ed esistenziali di M.P., uno che nei giorni del g8 era per le strade del capoluogo ligure, come medico del Social Forum. E’ stato brutalmente picchiato dai poliziotti, a margine di una delle tante cariche di quelle giornate nella zona di Corso Torino, una delle vie che costituì un centro nevralgico per gli scontri del 20 luglio. Quel giorno per gli agenti di polizia non ha contato nulla il fatto che M.P. indossasse la riconoscibile casacca dei medici, così come il fatto che la piazzetta fosse sgombra e non ci fosse quindi alcun motivo per caricare, tanto meno persone visibilmente appartenenti ai servizi medici. Ad aggredire l’uomo, una sigla ormai nota agli osservatori di quanto accadde in quelle giornate: il VII nucleo del reparto mobile di Roma, proprio loro, i Canterini Boys, già famosi alle cronache per la altrettanto sanguinosa irruzione nella scuola Diaz.M.P., genovese, con il suo avvocato Emilio Robotti, si è rivolto ai tribunali, come tanti altri, sfidando il senso di impunità per i pestaggi gratuiti respirati nelle giornate genovesi di sette anni fa: la sentenza era arrivata il 17 novembre 2007, ma le motivazioni sono state rese note solo martedì scorso. E’ proprio l’argomentazione del giudice a costituire la peculiarità del risarcimento e della vicenda giudiziaria: nel calcolo complessivo della somma dovuta alla vittima, infatti, il giudice genovese Laura Casale, non ha tenuto conto solo dei danni fisici riportati, ma anche e soprattutto dei danni esistenziali, causati da quell’aggressione brutale. Alcune delle 36 pagine della sentenza sono esclusivamente dedicate proprio alle componenti morali derivanti dal pestaggio, come denunciato dallo stesso M.P. Le sue condizioni psicologiche, oltre che fisiche, sono uscite scombussalate da quella sventurata giornata.Nella sentenza vengono ripercorse le tappe del procedimento. Vi sono anche le deposizioni di Colucci ed altri appartenenti alle forze dell’ordine. L’ex questore di Genova – oggi indagato per falsa testimonianza in relazione al processo Diaz, insieme all’ex capo della Digos Mortola e all’allora capo della polizia Gianni De Gennaro – aveva tentato di spiegare e giustificare il clima di quei giorni e l’approccio delle forze dell’ordine: «per noi – ha detto – vi era una parte cattiva che rischiava di mescolarsi con quella buona, le disposizioni pertanto erano di azioni colpisci e fuggi e ovviamente nella massa della gente poteva accadere che venissero coinvolti anche i buoni».I video, le immagini e le foto testimoniano invece che in quel caso l’aggressione non avvenne in una situazione di confusione, anzi. Scrive il giudice: «M.P. e il suo gruppetto sono da parte in piazza Savonarola. E’ emerso che un gruppo numeroso di agenti di polizia si è ad un certo punto diretto verso il gruppetto di M.P., il quale, rispetto agli altri compagni, sentiti come testi, è stato quello ad avere sicuramente la peggio, essendo stato vittima di un vero e proprio pestaggio a sangue». Nel luglio 2007 il tribunale genovese aveva deciso il risarcimento di un’altra persona picchiata: una donna di 41 anni, aveva ottenuto il pagamento di circa 24 mila euro dal ministero dell’Interno per danni biologici ed esistenziali.
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