Gli Stati Uniti danno il via libera alla Turchia per invadere il Rojava
Gli Stati Uniti hanno dato il via libera a operazioni militari della Turchia nella Siria del nord, ovvero l’aggressione e invasione dei territori autogovernati dal confederalismo democratico in Rojava. In un comunicato diramato al termine di una telefonata tra Trump ed Erdogan, la Casa Bianca afferma che l’esercito turco si appresta a invadere la Siria del nord e che le proprie forze armate – che, viene specificato, non parteciperanno nè saranno coinvolte dall’operazione – non rimarranno a lungo sul posto, poichè hanno ormai sconfitto lo Stato Islamico in quell’area.
Dopo l’occupazione di Afrin, dunque, la Turchia e le bande jihadiste sue alleate si preparano ad attaccare di nuovo chi ha sconfitto Daesh sul campo, con il sacrificio di migliaia di combattenti delle Forze Siriane Democratiche a guida Ypg-Ypj. L’obiettivo di Erdogan, dichiarato da tempo, è la creazione della cosiddetta “zona cuscinetto” tra Turchia e Siria per, di fatto, cancellare l’esperienza rivoluzionaria, di democrazia radicale, ecologismo e femminismo, del confederalismo democratico.
Sull’exit-strategy di Trump dalla Siria del Nord, e npiù in generale sull’annuncio di un disimpegno americano nei teatri di guerra in cui è impegnato il suo esercito abbbiamo intervistato Emanuele Giordana direttore del portale atlantedelleguerre.it Ascolta o scarica
La trasmissione con Davide Grasso, già combattente YPG, nostro corrispondente durante i suoi viaggi in Medio Oriente e autore dei libri “Hevalen” e “Il fiore del deserto”, e Benedetta Argentieri, giornalista freelance, più volte nei territori del confederalismo democratico, coautrice del documentario “Our war” e autrice del documentario “I am the revolution”.Ascolta o scarica
Con noi Leopoldo, di Rise Up For Rojava. Ascolta o scarica.
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Nell’ambito della conferenza sul Confederalismo democratico a Roma (https://www.confederalism.eu/), la portavoce delle Ypj lancia un appello alla comunità internazionale, alle Nazioni Unite, a tutti quanti si sentono complici e solidali con la lotta curda, affinché il progetto criminale di Erdogan venga bloccato e affinché si fermino i continui attacchi da parte turca alla rivoluzione in Rojava.