Il caso degli attivisti di “Ultima Generazione” in cella per aver imbrattato il palazzo del Senato arriva dopo la norma anti-rave e i decreti Salvini varati dal governo Conte. Il Senato si costituirà parte civile. Un altro attivista fermato mentre andava in una trasmissione tv. Arresti in flagranza, processi per direttissima, sorveglianza speciale e la possibilità di ricevere di anni di carcere: sono alcuni dei rischi che corrono gli attivisti per il clima su cui in questi giorni si sta abbattendo la mano pesante della repressione statale. Azioni, toni e linguaggio dicono che la repubblica penale è ormai compiuta.
di Frank Cimini
La circostanza della scarcerazione dopo una sola notte dei tre attivisti di “Ultima Generazione” che avevano lanciato la vernice sul palazzo del Senato non elimina la vergogna assoluta degli arresti ai quali erano stati sottoposti.
Una misura cautelare come minimo spropositata insieme allo stesso capo di imputazione, danneggiamento aggravato, quando bastava contestare il reato di imbrattamento previsto appositamente per casi simili.
Davide Nesi, Alessandro Sulis e Laura Pacini sono tornati in libertà per decisione di un giudice monocratico mentre il pubblico ministero aveva chiesto l’obbligo di dimora. La causa per la discussione è stata rinviata al prossimo 12 maggio.
Insomma, è stato fatto un altro chiarissimo passo verso una compiuta repubblica penale arrestando attivisti di un movimento che dice di seguire una disciplina rigorosamente non violenta. «Durante l’imbrattamento il Senato era vuoto, non volevamo colpire il Presidente come accusa Ignazio La Russa», L’azione di Ultima Generazione «è stata come sempre pacifica e non violenta, non avrebbe mai potuto né voluto arrecare danno alle persone. Il semplice imbrattamento è considerato punibile dal codice penale con un reato specifico. Gli attivisti però, nonostante la chiarezza della previsione di legge e nonostante siano rimasti sul posto in attesa dell’intervento delle forze dell’ordine nel pieno rispetto dei principi della non violenza, sono stati trattenuti e verranno processati per direttissima con l’accusa ben più grave di reato di danneggiamento». «Siamo di fronte all’ennesimo abuso» per «intimorire e criminalizzare chi sta cercando di portare l’attenzione sul vero crimine che questo governo sta commettendo forte dell’appoggio di una classe politica corrotta e di parte dei media» dicono in un comunicato gli attivisti.
Ignazio La Russa l’aveva messa giù dura convocando il consiglio del Senato, chiamando al telefono il ministro dell’Interno Piantedosi al fine di organizzare misure preventive come se Palazzo Madama si trovasse sotto chissà quale attacco.
A contribuire a creare l’ennesima inesistente emergenza anche gli investigatori della Questura di Pavia che hanno chiesto la Sorveglianza speciale per Simone Ficicchia, 20 anni, protagonista di una serie di azioni tra le quali il lancio di vernice sull’ingresso del teatro Alla Scala il 7 dicembre scorso.
Gli investigatori mettono nero su bianco che Ultima Generazione è «un movimento oltranzista che riesca a far fronte sembra anche alle spese di sostentamento dei suoi componenti».
Sulla richiesta di sorveglianza speciale dovrà decidere il Tribunale di Milano in una udienza fissata per il prossimo 10 gennaio. Simone Ficicchia viene descritto come «un elemento di punta di tale organizzazione risultando sempre in prima linea nelle azioni delittuose perpetrate da tale associazione». Ficicchia, ripetiamo 20 anni, è in pratica accusato anche di non lavorare e di essere “mantenuto dall’organizzazione”.
La logica della risposta da parte dei poteri sembra la stessa che ha portato per fronteggiare i quattro o cinque rave all’anno che si organizzano in Italia a una sorta di legislazione speciale.
I toni e il linguaggio usati forse ancora più degli arresti e delle misure di sorveglianza dimostrano che siamo dì fronte a una evidente strumentalizzazione che si coglie anche senza avere simpatie per Ultima Generazione che non sembra puntare all’insurrezione armata.
da il Riformista
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“Atto ingiustificabile.” “Sì alle motivazioni, no ai modi.” “Attivismo performativo.” “Attivismo acchiappa click.” Questa la ridda di voci di giornalisti e politici a commento dell’azione di Ultima Generazione in Senato.
Perché è ingiustificabile? – scrivono sui social i militantti di UG – Per quale motivo imbrattare con della vernice lavabile uno dei palazzi del potere, uno dei simboli di un Paese che non fa altro che investire sul fossile giustificandosi via media tramite frasi accondiscendenti, sarebbe ingiustificabile? È giustificabile allora siglare un “accordo d’emergenza” che finanzia le industrie del fossile per una durata di 20 anni? Ed è giustificabile scrivere articoli su testate estremamente seguite e demonizzare chi è arrivato alla disperazione pur di tentare di farsi ascoltare?
Siamo noi gli acchiappa click o voi, che sfruttate timori di pancia, li giustificate con motivazioni sterili e non fate nulla per schierarvi contro chi continua ad agire anche contro la vostra di vita? Mi raccomando, ricordate di postare anche gli articoli con le immagini delle alluvioni, con scene di cagnolini che piangono i loro padroni rimasti intrappolati sotto colate di fango e detriti, e di mettere in prima pagina le immagini satellitari dell’Europa con i dati sulle temperature. Agiamo, facciamo qualcosa. Gridiamo, ribelliamoci! Siamo all’interno di una pentola piena d’acqua che sta arrivando sempre di più a bollore, e invece di fare qualcosa continuiamo ad ascoltare chi guadagna sul gas del fornello.
Ascoltiamo il loro messaggio Ascolta o scarica
Al Governo Ultima Generazione chiede lo stop alle trivellazioni di gas naturale e alla riattivazione delle centrali a carbone, l’attivazione immediata di 20GW di energie rinnovabili, fra eolico e solare, creando così nuovi posti di lavoro per chi opera nell’industria fossile.
In una nota Rise Up 4 Climate Justice dichiara «ci chiediamo se chi invoca delle pene esemplari per un imbrattamento con della vernice lavabile abbia anche il coraggio di denunciare i finanziamenti fossili, le garanzie assicurative, le facilitatazioni legislative di cui si sta macchiando questo Governo. La quasi totalità dei parlamentari si è detta indignata rispetto al gesto, ma la differenza è che la vernice si lava via, il cambiamento climatico no. Ancora una volta “lo stolto” indica i muri imbrattati del Senato, simbolo istituzionale che continua a fregarsene del collasso che ci troviamo davanti, ne sono un esempio il caldo torrido dell’ultima estate che continua imperterrito, l’alluvione di Ancona, le frane di Ischia giusto per citare qualche esempio».
E continua «ancora una volta si rende evidente quanto la classe politica tutta (e parte dell’opinione pubblica) abbia un problema con l’accettazione del dissenso e della protesta. Ancora una volta ci si concentra sulle modalità di azione e non sul merito della vicenda.
Di fronte alla crisi climatica in atto, continuiamo a rimanere il sesto Paese al mondo per finanziamenti fossili. Stiamo trasformando l’Italia nel hub europeo del gas, investendo pesantemente nella rigassificazione di gas liquefatto, finanziando progetti di estrazione nel Sud Globale. Riapriamo le centrali a carbone. Quando i responsabili della nostra rovina verranno processati? Quando si reputerà criminale questa condotta anziché il dissenso politico?».
Sentiamo Andrea Berta di Rise Up 4 Climate Justice Ascolta o scarica
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