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Il governo vuole togliere ai migranti anche il telefono

Non hai ancora il permesso di soggiorno? Vietato telefonare. La norma contenuta nel ddl sicurezza 1660: «Senza permesso di soggiorno niente scheda sim».

L’ultima trovata, inserita fra le pieghe del nuovo decreto sicurezza del governo, lascia allibiti per l’inutile cattiveria con cui colpisce chi è arrivato in Italia. Niente più Sim telefonica per chi non è in possesso di un permesso di soggiorno. Tra gli articoli del decreto sicurezza in discussione alla Camera in questi giorni, il governo guidato da Giorgia Meloni ne presenta uno che si prospetta «una vera e propria mostruosità» per chi arriva in Italia. Approderà in aula martedì e prevede una modifica al codice delle telecomunicazioni per cui, per le persone extracomunitarie, non sarà più sufficiente il solo documento di identità per acquistare una Sim telefonica: servirà presentare anche il permesso di soggiorno. L’articolo del provvedimento è il numero 32, modifica il codice delle Telecomunicazioni ed è stato inserito durante la discussione in commissione.

UN TENTATIVO del governo di produrre quello che loro stessi hanno definito «effetto deterrenza», ed è chiaro che con questa mossa si punti a rendere impossibile la vita dei migranti, arrivando addirittura a impedire loro di comunicare con chiunque. L’obbligo di presentare anche il permesso di soggiorno per avere la possibilità di intestarsi una scheda telefonica ha quindi tutto il sapore di una presa in giro, visto che solo per fissare un appuntamento possono volerci mesi, se non un anno intero. Anche per coloro che hanno tutti i requisiti, l’attesa per completare la procedura è interminabile, lasciando molti migranti in una condizione di limbo, legalmente parlando. L’articolo vieta anche la possibilità di sottoscrivere un nuovo contratto, per un periodo di tempo che va dai sei mesi fino a due anni, a chi, in passato o in flagranza, è incriminato di scambio di persona. Sono previste poi sanzioni per i rivenditori che rilasceranno schede Sim senza richiedere tutti i documenti necessari al momento della vendita, tra cui la chiusura temporanea del negozio. «Rischia di essere una vergogna internazionale» sostiene il capogruppo di Avs nella commissione Affari costituzionali della Camera, Filiberto Zaratti: «sarebbe il capitolo più brutto fino ad oggi, dopo i già pessimi provvedimenti di questo decreto sicurezza. È un concentrato di ipocrisia e razzismo. Quell’articolo espone l’Italia alla vergogna internazionale, ritiratelo».

PROSEGUE Zaratti: «è facile scandalizzarsi quando accadono le tragedie. Nel nostro paese è tollerato sfruttare la forza lavoro dei migranti, ma poi non gli concediamo neanche la possibilità di avere un numero di telefono. È una vera e propria mostruosità e noi di Avs continueremo a dare battaglia perché non sia approvato». Anche se le possibilità che venga respinto sono quasi nulle, «essendo parte integrante dell’articolo 32 e non un semplice emendamento, il rischio che a breve sia effettivo è reale», conclude il deputato. Dello stesso avviso il segretario di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo. «Anche comunicare, a proprie spese peraltro, diventa un reato – sostiene -. Si tratta dell’ennesimo esempio di come questo governo consideri le persone non ancora regolari, come criminali a prescindere, buoni per essere sfruttati nei campi, in edilizia o nel lavoro di cura, ma che non debbono avere neanche il diritto di poter comunicare».

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