Pesanti condanne per due attivisti del clima che in ottobre si erano inerpicati su un ponte bloccando il traffico in Gran Bretagna. Forse i movimenti ecologisti (alcuni almeno) verso un cambio di strategia
di Gianni Sartori
Stavolta, il 21 aprile, la giustizia britannica, nella fattispecie il tribunale di Southend (Trowland), è andata giù severa e pesante. Due militanti ecologisti, Morgan Trowland (40 anni) e Marcus Decker (34), esponenti di Just Stop Oil (e detenuti dal giorno dell’azione diretta) sono stati condannati rispettivamente a tre anni e due anni e sette mesi di detenzione. Entrambi avevano subito altre condanne per precedenti azioni di protesta.
La loro colpa, aver scalato (il 17 ottobre 2023) il ponte Queen Elizabeth II sul fiume Támesis (sud-est di Londra), percorso da circa 160mila veicoli al giorno. Causandone la temporanea chiusura (e il conseguenteblocco stradale) per quasi l’intera giornata (dalle 4 del mattino alle 21). Con disagi e problemi per migliaia di automobilisti. In particolare, stando a un comunicato della polizia dell’Essex “per una donna incinta che aveva necessità di cure urgenti”.
Scopo della loro protesta, richiedere al governo britannico la sospensione dello sfruttamento di idrocarburi.
Condannandoli il giudice Shane Collery ha dichiarato che “devono essere puniti per il caos che avevano provocato e per dissuadere altri dall’imitarli”. Ricordando che con il loro gesto avevano danneggiato “decine di migliaia di persone, alcune in maniera significativa”.
Da parte sua l’organizzazione ecologista (Just Stop Oil) ha definito la condanna come “la più grave nel Regno Unito per un’azione pacifica sulla questione del clima”.
Da quando sono iniziate le proteste, sono più di 2mila gli ambientalisti arrestati, di cui 140 incarcerati, in Gran Bretagna.
Forse anche per questo all’inizio di gennaio Extinction Rebellion aveva annunciato la temporanea sospensione nel Regno Unito delle spettacolari azioni di disobbedienza civile (vedi il blocco di strade e aeroporti, perfino l’altamente simbolico Tower Bridge) con cui si era fatta conoscere.
Impegnandosi invece per l’organizzazione nel corso del 2023 di manifestazioni di massa contro l’inazione del governo britannico in merito al cambiamento climatico.
Allo scopo di “privilegiare la partecipazione rispetto ai blocchi stradali” per mettere sotto accusa quello che definiscono “l’abuso di potere delle istituzioni”.
Una scelta tattica adottata dopo ampie discussioni e comunque giudicata “controversa” (in quanto forse non altrettanto efficace) da parte dei militanti.
Presumibilmente anche un tentativo da parte di Extinction Rebellion di recuperare l’iniziale prestigio dopo che alcune organizzazioni più radicali (tra cui anche Just Stop Oil, oltre a Insulate Britain) si erano fatte notare per aver bloccato alcune autostrade londinesi e ricoperto (ottobre 2022) di zuppa vegetale l’opera di Van Gogh “lI Girasoli” alla National Gallery.
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