Gran Ghetto di Rignano: Spari sui migranti. Colpito un giovane maliano
Tre immigrati erano a bordo di un’auto di ritorno verso l’insediamento di Torretta Antonacci nel Foggiano. Uno è rimasto ferito al volto da un colpo di fucile caricato a pallettoni.
Un giovane del Mali di 30 anni è stato ferito al volto da un colpo di fucile caricato a pallettoni, e altri due in modo più lieve. È avvenuto nella notte tra domenica e lunedì alla periferia di Foggia, in località Borgo La Rocca. La vittima è ricoverata al Policlinico Riuniti: non è in pericolo di vita.
Secondo quanto accertato dai carabinieri, che stanno indagando sull’accaduto, la vittima si trovava sull’auto con un altro connazionale e un ragazzo ivoriano e tutti e tre stavano tornando al Gran Ghetto di Torretta Antonacci – l’insediamento che si trova nelle campagne tra San Severo e Rignano Garganico. All’improvviso si è affiancato un fuoristrada dal quale qualcuno ha sparato un colpo di fucile che ha infranto il finestrino posteriore dell’automobile.
I tre sono poi fuggiti a piedi tra le campagne della zona, dando poi l’allarme alle forze dell’ordine. Il ferito si chiama Sinayogo Boubakar, come racconta Raffaele Falcone, segretario della Flai Cgil di Foggia. “Da qualche tempo – spiega – il giovane, che gli amici chiamano Biggie per la sua stazza, aveva un lavoro stabile in un’azienda agricola del territorio. Da sempre iscritto alla Flai Cgil Foggia, aveva un po’ di problemi con il permesso di soggiorno e l’anno scorso avevamo fatto richiesta di sanatoria grazie anche all’aiuto del suo datore di lavoro”. Baggie è rimasto ferito all’occhio e attualmente è ricoverato nel reparto di oculistica del Policlinico Riuniti del capoluogo dauno.
Immediato l’intervento del prefetto di Foggia, Raffaele Grassi, che in mattinata ha convocato una riunione tecnica di coordinamento i vertici delle forze dell’ordine nel corso della quale è stato disposta l’intensificazione dei servizi si controllo del territorio, in particolare nelle zone del “gran ghetto” e del ghetto di Borgo Mezzanone, ed è stato convocato un incontro con gli enti territoriali per concordare iniziative volte a migliorare la sicurezze dell’area. Ricordiamo che da quasi due anni accanto alla baraccopoli di Torretta Antonacci è stato realizzata una “foresteria” con container che ospitano più di 400 braccianti immigrati. Un primo passo per superare l’indegna situazione del ghetto. Così come prevede il progetto per trasformare ilm Cara di Borgo Mezzanone in un’altra “foresteria”, e poter così demolire l’insediamento della ex pista. Un progetto già finanziato e che coinvolge regione e enti locali, frenato per ora dalla pandemia.
Tra le ipotesi per il ferimento dei tre immigrati ce n’è una legata proprio alla “foresteria”. Due giorni fa la polizia aveva arrestato un itaaliano di 35 anni accusato di rapina aggravata. E’ accusato di essere una delle quattro persone
che, armate di pistola, erano entrate nel ghetto cercando di rubare il gasolio necessario per far funzionare
l’impianto di illuminazione dell’area in cui sono collocati i container. Erano stati proprio gli immigrati a denunciare il fatto e quindi la sparatoria potrebbe essere una ritorsione, anche se il fatto è avvenuto a una decina di chilometri. I carabinieri che stanno indagando seguono anche altre ipotesi ma per ora sembra esclusa l’aggravante razzista.
Non si tratta del primo agguato nell’area. Daniel Nyarko, 51 anni del Ghana, il 28 marzo 2019, nella zona di Borgo Mezzanone, viene ucciso con due colpi di pistola mentre è in bicicletta. Faceva il custode di una masseria e aveva evitato il furto di mezzi agricoli, facendo arrestare i ladri. Nove immigrati a fine luglio 2019 a Foggia, all’alba, sono stati vittime di aggressioni a sassate mentre in bicicletta andavano al lavoro. Uno di loro, Kemo Fatty, 22 anni del Gambia, colpito in pieno volto da una grossa pietra ha riportato seri danni a un occhio e alla mandibola. Dopo tre mesi, grazie all’impegno della procura di Foggia, sono stati arrestati due foggiani ventenni accusati di lesioni personali pluriaggravate, propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa.
da Avvenire