Grecia: La polizia assalta le università e picchia gli studenti
In Grecia c’è una polizia solo per le università. L’invenzione del premier Mitsotakis per inaugurare con la repressione l’anno accademico. Ma i movimenti studenteschi si organizzano e rispondono. Attaccato anche un concerto a Salonicco: granate e lacrimogeni su giovani e famiglie
di Dimitri Deliolanes
L’anno accademico è stato inaugurato nelle università greche con una pioggia di lacrimogeni e granate stordenti. Il premier di destra Kyriakos Mitsotakis lo aveva annunciato fin dai primi giorni del suo mandato: le università greche saranno sotto stretto controllo poliziesco.
E per farlo sarebbero stati assunti migliaia di nuovi agenti per costituire un corpo di polizia destinato a occuparsi esclusivamente delle facoltà universitarie. Una decisione fortemente contestata sia dagli studenti che da gran parte dei professori.
ALL’INIZIO della settimana scorsa il governo ha ritenuto che fosse giunto il momento di scatenare dentro le aule i poliziotti, sostenuti da imponenti squadroni di celerini, pronti ad assaltare chiunque avesse da ridire. Prevedibile l’opposizione studentesca all’invasione poliziesca.
Ma quella più forte e decisa c’è stata all’università di Salonicco dove già da mesi la polizia faceva incursioni violente per terrorizzare i giovani, giungendo al punto di demolire l’aula destinata alle associazioni degli studenti.
Agli inizi della scorsa settimana, in vista dell’ingresso degli agenti nelle facoltà, tutte le associazioni studentesche avevano mobilitato i giovani in una grandiosa manifestazione davanti alla città degli studi.
La polizia ha aggredito con la consueta violenza, usando manganelli ma anche idranti, lacrimogeni e granate stordenti. Con scarso successo. La resistenza degli studenti è stata dura e gli scontri si sono prolungati per giorni, con numerosi feriti anche gravi, e arresti.
DURISSIMA LA REPRESSIONE anche degli studenti dell’Università di Atene che sabato scorso manifestavano davanti ai Propilei, al centro della capitale, anche in questo caso con centinaia di feriti anche gravi.
La manifestazione della capitale era stata convocata dopo che la brutalità poliziesca aveva raggiunto l’apice a Salonicco la sera di venerdì. Nel parco della città universitaria era stato organizzato un concerto del popolare cantautore Thanassis Papakonstantinou.
Il concerto, preannunciato da giorni e che aveva ottenuto il permesso delle autorità universitarie, era in segno di solidarietà con gli studenti. Alla fine più di 4mila cittadini di Salonicco, comprese molte famiglie con bambini, si erano pacificamente radunati al parco e si godevano il concerto.
Poco dopo mezzanotte è stato interrotto dall’assalto dei poliziotti contro gli spettatori, bombardati da lacrimogeni e granate e costretti a prendere in braccio i bambini e scappare in fretta e furia. Il bilancio è stato di molte decine di cittadini, compresi minori, che sono ricorsi al pronto soccorso con ferite e difficoltà respiratorie.
Il giorno dopo i poliziotti si sono giustificati sostenendo di aver subito un attacco con sassi lanciati da un fantomatico gruppo di «giovani dal volto coperto».
VERSIONE CHE nessun altro conferma. Al contrario l’indignazione della cittadinanza è stata tale che perfino il sindaco della città, del partito di governo, ha parlato di «violenza ingiustificata». Indignato Papakostantinou, che in passato si era dichiarato sostenitore della destra ma in dissenso con l’ingresso della polizia nelle università.
Stavolta il cantautore ha commentato l’evento prendendo in giro il comunicato della polizia, secondo cui non sarebbero stati lanciati lacrimogeni contro gli spettatori: «È vero. All’improvviso ci ha preso tutti un’emozione, tante lacrime sul viso per l’esaltazione, per la gioia e il dolore. Qualcuno ha anche gridato di aver visto Gesù Cristo in divisa». Concludendo: «Ci sparano menzogne a raffica, stravolgendo e falsificando tutto».
La violenza senza limiti della polizia ha costretto il governo a sospendere per il momento i tentativi di invasione negli atenei. Ma di abrogare la unica polizia universitaria al mondo non se ne parla.
da il manifesto