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Guerra in Ucraina: Sotto attacco Mariupol e Odessa

28esimo giorno di guerra in Ucraina. Sul terreno l’atttenzione del confronto armato è puntata sulle città del sud ucraiano.

Fonti Usa riferiscono che le forze russe sarebbero entrate a Mariupol, tra queste anche miliziani separatisti filorussi delle autoproclamate repubbliche popolari del Donbass riconosciute da Mosca due giorni prima dell’invasione. Secondo Zelensky all’interno della città – ancora difesa dalle forze ucraine – ci sono 100.000 persone intrappolate costrette ad affrontare la fame e i bombardamenti russi. A Maripuol, secondo il governo di Kiev, i russi avrebbero anche sequestrato un convoglio umanitario di 11 autobus.

Intervista al giornalista freelance Andrea Sceresini, co-autore del libro “Ucraina, la guerra che non c’era”. Sentiamo cos’ha detto a proposito delle Repubbliche popolari filorusse del Donbass. Ascolta o scarica 

L’altra città simbolo di queste giornate è Odessa sul mar Nero. “La situazione è sotto controllo ora. L’aggressione della Russia cresce giorno dopo giorno ma grazie al nostro sistema di difesa tutto è sotto controllo”. Lo ha affermato il portavoce dell’esercito ucraino per l’Oblast di Odessa, aggiungendo “siamo in attesa dell’invio di sistemi anti-aereo. Noi li stiamo aspettando”.

Al 28/mo giorno dell’invasione russa in Ucraina, sono stati uccisi 121 bambini e altri 167 sono rimasti feriti. Lo ha riferito l’ufficio del procuratore generale ucraino sulla sua pagina Facebook, citato dall’Agenzia Unian. I bombardamenti hanno colpito 548 strutture educative, 72 delle quali sono state completamente distrutte, ha detto. “Le scuole bombardate sono più di 220 scuole, 155 gli asili nido. La situazione peggiore è nelle regioni di Donetsk, Kharkiv, Mykolaiv, Sumy, Kyiv, Kherson, Chernihiv e a Kiev. Colpiti dalle bombe russe anche scuole di medicina, arti, impianti sportivi, biblioteche “, ha detto la procura.

Sul piano internazionale il presidente Usa Biden imporrà nuove sanzioni che colpiranno 300 membri della Duma e un taglio all’importazione di petrolio russo. L’annuncio delle nuove misure contro Mosca è previsto per giovedì, quando il presidente americano si troverà a Bruxelles per partecipare al vertice della Nato, all’incontro con i leader del G7 e al Consiglio europeo sull’Ucraina.

Il premier italiano Draghi ha avuto ieri in tarda serata un confronto telefonico con il presidente francese Macron. Al centro dei colloqui la guerra in Ucraina, e la preparazione dei vertici della Nato e del G7, e del Consiglio europeo di questa settimana. Questa mattina, nelle comunicazioni alla Camera in vista del Consiglio europeo, il premier Draghi ha affermato “La guerra in Ucraina ha messo in evidenza, ancora una volta, l’importanza di rafforzare la politica di sicurezza e di difesa dell’UE, in complementarità con l’Alleanza Atlantica. Un’Europa più forte nella difesa rende anche la NATO più forte. Il Consiglio europeo è chiamato ad approvare la Bussola Strategica” La Bussola prevede l’istituzione di una forza di schieramento rapido europea fino a 5 mila soldati e 200 esperti in missioni di politica di difesa e sicurezza comune”. “Prima ancora di avere un esercito comune, per l’Unione europea è necessario sviluppare capacità militari adeguate per essere un fornitore di sicurezza credibile. Ciò può avvenire soltanto se rafforziamo la nostra industria della difesa e la rendiamo più competitiva e integrata a livello europeo.” ha concluso Draghi.

L’attacco armato all’Ucraina sta intanto generando una serie di conseguenze fino a poco tempo fa imprevedibili, in particolare nei paesi dell’ex blocco sovietico. In Georgia in particolare si sta vivendo un’accelerazione di processi che erano in corso ma che non erano in agenda, tra questi la richiesta di candidatura all’UE e l’ingresso nella NATO. Ma non solo. Da diversi giorni assistiamo a un flusso continuo di russi “in fuga dalle sanzioni” che emigrano in Georgia procando reazioni anche imprevedibili: da un lato la popolazione che appoggia in maniera incondizionata la “resistenza del popolo ucraino”, dall’altra il governo georgiano che non vede di buon occhio un aumento della popolazione russa.

Le considerazioni di Marilisa Lorusso che scrive di Georgia sul portale Ossevatorio Balcani Caucaso Traseuropa Ascolta o scarica

 Sono ormai oltre tre milioni i profughi in fuga dalla guerra, dei quali 2.100.000 hanno trovato rifugio in Polonia. 60.000 quelli arrivati in Italia. E con l’arrivo a Palermo, nella giornata di ieri dell’ultimo gruppo di profughi, si è conclusa la prima missione “Safe Passage in Ukraina” di Mediterranea Saving Humans. Sono state consegnate in Ucraina oltre 9 tonnellate di aiuti umanitari: farmaci e dispositivi medico-sanitari a ospedali che stanno curando i feriti della guerra; cibo, generi di prima necessità ad associazioni laiche e religiose che offrono una prima assistenza alla popolazione. Al ritorno, da Leopoli e dal confine tra Ucraina e Polonia, dai centri profughi di Prezmysl e Korczowa, sono state portate in salvo in Italia 177 persone: anche uomini, ma soprattutto donne e bambini, di sette diverse nazionalità, uzbeke e georgiane, ecuadoregne e colombiane, russe e pure due cittadini italiani che erano rimasti bloccati là dall’inizio degli attacchi. In Italia hanno trovato un rifugio sicuro a Napoli, a Bologna, nel Veneto ed in Sicilia. Abbiamo anche incontrato le Autorità locali, amministratori regionali e della città di Leopoli. Sul confine abbiamo conosciuto e interagito con i volontari polacchi all’interno dei centri e collaborato con organizzazioni provenienti da tutto il mondo per portare sostegno ai civili che scappano dalla bombe. “La nostra è stata un’operazione dal basso contro la guerra, che ha voluto dimostrare che essere pacifisti non significa restare inermi, ma significa agire concretamente per fermare il conflitto a partire dall’aiuto alle vittime”.

Il racconto di Beppe Caccia capomissione di Mediterranea Saving Humans Ascolta o scarica

Corrispondenza di Radio Onda Rossa con un attivista delle BrigateVolontarie per l’Emergenza ora a Leopoli, a poche decine di chilometri dal confine polacco, ci racconta com’è la situazione in città e il lavoro che alle BVE, insieme a compagne e compagni ucraini, viene chiesto di affrontare e che stanno già organizzando. Ascolta o Scarica

Corrispondenze e interviste a cura di Radio Onda d’Urto