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Guerra in Ucraina: Vertice Nato e UE, mentre continuano i bombardamenti

Un mese fa, il 24 febbraio, iniziava l’offensiva russa in Ucraina. Da allora, fa sapere l’Unhcr, sono almeno 925 i civili uccisi e 1.496 quelli feriti. Numeri molto inferiori rispetto a quelli denunciati dalle autorità ucraine visto che nella sola Mariupol, a causa del prolungato assedio, secondo Kiev sarebbero almeno 3mila i morti. Il sindaco della città meridionale ha denunciato inoltre la deportazione forzata in Russia di numerosi residenti, “almeno 15mila” ha scritto sul suo canale telegram aggiungendo che i russi starebbero bloccando l’evacuazione.

Truppe russe avrebbero fermato e sequestrato diversi convogli in direzione di Berdyansk, l’unico corridoio umanitario ancora attivo, mentre proprio nella città portuale sul Mar d’Azov, una nave anfibio d’assalto russa sarebbe stata fatta esplodare da un incursione dei marines ucraini.

Continuano nel frattempo i bombardamenti russi sulla regione di Lugansk. Sarebbero state utilizzate anche bombe al fosforo, riporta l’agenzia Unian, sottolineando che ci sono almeno 4 morti e numerosi feriti. Colpite le città di Severodonetsk, Lysychansk, Kreminna, Novodruzhesk, Voevodivka e Rubizhne, dove la situazione è particoalrmente critica e i combattimenti proseguono anche nel centro della città. Colpi di artiglieria sono stati sparati poco prima dell’alba anche contro il porto di Odessa, città strategica sul mar Nero. Segnalate anche numerose manovre tattiche russe a largo della costa mentre i Mig continuano a sorvolare il porto.

La guerra prosegue anche a nord, dove le forze di Mosca hanno distrutto un ponte chiave sul fiume Desna, interrompendo una rotta vitale tra la città settentrionale di Chernihiv e Kiev che veniva utilizzato per portare aiuti umanitari alla capitale ed evacuare i civili. Il portavoce del ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov, ha annunciato la conquista della città di Izyum, nella regione di Kharkiv.

Il collegamento da Leopoli, Ucraina occidentale, con Manfredo Pavoni Ghei, dell’Arci di Pinerolo. Ascolta o scarica.

Putin: Russia non accetterà pagamenti in dollari o euro per gas La Russia non accetterà pagamenti in dollari o euro da parte dei Paesi considerati ostili in cambio del rifornimento di gas naturale: è ciò che avrebbe affermato – secondo quanto riportato dai media locali – il presidente russo Vladimir Putin. Quest’ultimo avrebbe in tal senso dichiarato che le forniture di gas naturale dovrebbero essere pagate in rubli, motivo per cui alle autorità russe sarebbe stata concessa una settimana di tempo per attuare nella pratica il passaggio al nuovo sistema in valuta locale.

La Nato deciderà oggi – nel vertice in corso di due giorni iniziato oggi a Bruxelles alla presenza del presidente Usa Biden – di dislocare altri quattro battlegroup sul fronte Est, in particolare in Bulgaria, Romania, Slovacchia e Ungheria, per fare fronte alla minaccia russa. Lo ha detto il segretario generale dell’Alleanza Jens Stoltenberg.
NATO: l’adesione dell’Ucraina non è in agenda «L’adesione dell’Ucraina alla NATO non è in agenda, ma il sostegno al Paese è in cima alle nostre priorità e sarà uno dei principali temi della discussione di domani», ha detto il Segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, in riferimento al summit straordinario dell’Alleanza previsto per il 24 marzo. Nel frattempo, Stoltenberg ha annunciato il rafforzamento sul lato orientale dell’organizzazione, mediante il dispiegamento di «quattro battlegroup in Bulgaria, Ungheria, Romania e Slovacchia». Durante l’incontro di domani si parlerà anche della Cina che, secondo il Segretario generale della NATO, «ha fornito sostegno politico alla Russia».

La Cina si schiera ancora con la Russia all’Onu. La risoluzione di Mosca sulla situazione umanitaria bocciata in Consiglio di Sicurezza ha ottenuto un solo voto a favore, quello di Pechino, a fronte di 13 astensioni. Pur parlando della situazione in Ucraina, il testo non faceva riferimento all’invasione russa e al ruolo di Mosca nella crisi.

La Casa Bianca prepara piani di emergenza nel caso in cui la Russia dovesse usare armi chimiche, biologiche o nucleari. La squadra creata dal governo è chiamata Tiger Team. Fra i vari scenari, come rispondere nel caso in cui la Russia dovesse raggiungere i Paesi Nato o se Putin dovesse ampliare la guerra a Paesi vicini.

Le analisi sui possibili sviluppi del conflitto con:

Mirko Mussetti, analista geopolitico di Limes. Ascolta o scarica.

Claudia Bettiol, dell’Osservatorio Balcani-Caucaso. Ascolta o scarica
La guerra vista dal Regno Unito: governo cinico, rifugiati, oligarchi e Westsplaining Ascolta o Scarica
corrispondenze e interviste a cura di Radio Onda d’Urto e Radio Onda Rossa