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Il 27 febbraio presidio in occasione dell’udienza del caso Aldo Bianzino.

Da anni stiamo seguendo l’iter processuale del caso “Bianzino”, abbiamo assistito all’archiviazione del primo processo per omicidio colposo a carico d’ignoti, e oggi stiamo seguendo quello per omissione di soccorso
che vede imputata una guardia carceraria.
Nel corso di questi anni abbiamo sempre ripetuto che non ci basta che il sistema carcerario ci consegni un capro espiatorio, una mela marcia.
Non crediamo alla teoria delle mele marce. vogliamo la verità: Com’è morto Aldo Bianzino?
Solo attraverso un indagine che vada oltre le logiche cameratesche del sistema carcerario e di quelle massoniche della città di Perugia è possibile rispondere a questa domanda.
Chiediamo per questo l’aiuto da parte di tutti a diffondere la storia di Aldo.
Durante la mattina del 27/02, durante l’udienza il comitato insieme alla famiglia Bianzino terrà una conferenza stampa multimediale, tramite aggiornamenti costanti sul processo e distribuzione (on line e cartacea)
di un dossier sui principali fatti e attori di questa storia.
Consapevoli che la lotta sarà lunga, che ogni possibile condanna non restituirà il povero Aldo alla sua famiglia, tanto meno la serenità a noi.
Fino a quando esisteranno galere la nostra missione non può ritenersi esaurita.
Perché di carcere non si muoia più, ma nemmeno si viva.
Il comitato verità per Aldo



segue comunicato stampa
Ancora un’inquietante domanda: Com’è morto Aldo Bianzino?

Nel corso delle varie udienze, che ci sono state nel processo per omissione di soccorso nei confronti di Aldo Bianzino contro la guardia carceraria Gianluca Cantoro è emersa una importante novità costituita dalle dichiarazioni rese in aula dal medico legale di parte civile,Vittorio Fineschi.
Sostanzialmente Fineschi ha detto, dopo aver analizzato i reperti che ancora restano del corpo di Aldo, in particolare il cervello ed il fegato, a suo tempo espiantati, che non c’è presenza di aneurisma celebrale massivo, e che la lesione al fegato molto probabilmente risale ad un periodo precedente la morte.
Queste due dichiarazioni, fatte da un noto anatomopatologo di chiara fama e di riconosciuta serietà professionale, rimettono in discussione l’affermazione che Aldo sia morto per cause naturali dovute alla
presenza di un aneurisma asintomatico e latente. Affermazione che è stata alla base dell’archiviazione di processo per omicidio colposo a carico di ignoti ai danni di Aldo.

Di nuovo allora: “Com’è morto Aldo Bianzino?”

Rispondere con correttezza e onestà a questo interrogativo è importante se si vuole veramente accertare se ci sia stata o meno omissione di soccorso. Per questo da parte degli avvocati di parte civile: Fabio Anselmo, Massimo Zaganelli , Cinzia Corbelli, c’è stata la richiesta di una nuova perizia scientifica sui reperti del corpo di Aldo. Tra l’altro come ha ben spiegato Fineschi oggi giorno ci sono nuove tecniche d’indagine anatomopatologhe che ai tempi non c’erano e che permetterebbero di approssimare più scientificamente la realtà. Anche i famigliari di Aldo, Elia, Gioia, Aruna e Rudra, hanno presentato una petizione per sostenere la necessità e la coerenza di una nuova perizia medico-legale. Il pubblico ministero, Giuseppe Petrazzini, ha fatto opposizione a questa richiesta osservando che dal suo punto di vista, una nuova perizia non sia pertinente. A noi pare invece importante per sapere se quella notte c’è stata o meno omissione di soccorso, stabilire con sincerità e onesta come Aldo sia morto, quali le cause e le modalità del tragico evento.
Solo con un ragionamento a tutto tondo si riescono a definire i particolari delle cose.
Invitiamo tutte e tutti a partecipare al presidio del 27 febbraio ore 9:00, di fronte al tribunale vecchio.
Lo stato archivia, noi no.


Auguriamo buon lavoro a tutti.