Il "Carta Canta" del "Don Manetta", alias Travaglio.
- dicembre 03, 2012
- in 41bis, carcere, riflessioni
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Ho letto l’ennesimo editoriale “Carta Canta” di Travaglio a favore del carcere duro e dell’ergastolo, scrivendo una marea di cretinate e citando a sproposito Beccaria.
Travaglio è il prodotto marcio del qualunquismo, il prodotto della fine di ogni idea forte, della morte della sinistra libertaria. Travaglio non vive di se stesso, ma vive proprio per appagare e assecondare gli istinti scimmieschi della gente che non ha più voglia di scavare nel profondo. Lui è soprattutto il prodotto del disagio , lui lo ha riempito a dovere. E l’approfittatore delle mediocrità altrui, è la voce dei Giudici, della Legge, del servilismo al Potere “buono”. Esiste perchè lo mettono sempre e solamente al confronto di altrettanta gente inetta e ridicolizzabile. Travaglio non informa, ma disinforma facendosi scudo di leggi che molto spesso interpreta a modo suo. Spaccia qualsiasi custodia cautelare come verità assoluta, qualsiasi rinvio a giudizio come condanna. Travaglio per me incarna il solito opportunista borghese, esattamente come fa il movimento di Grillo: sottomettersi alla “volontà istintiva” delle masse. E questo in mancanza di nessun sforzo da parte di intellettuali, illuminati, pensatori e alcuni attivisti di portare queste masse sotto l’ala del pensiero libertario che è l’unica via di uscita dall’autoritarismo e la disuguaglianza sociale.
Ho già scritto (qui) sul tema, proprio in risposta ad un suo vecchio editoriale. Ma questo personaggio misero è “recidivo”.
Aggiungo solo una cosa. Lui scrive rivolgendosi a Veronesi:
“La giustizia è certamente affare troppo serio per lasciarlo in mano ai politici e ai tecnici. Ma anche gli scienziati non scherzano.”.
Allora il “giornalista” Travaglio che ha la presunzione di avere una conoscenza a 360 gradi, in ogni campo (diritto, economia e ora anche scienza)? Travaglio si fa forte della consapevolezza dell’appoggio della grandissima maggioranza dell’opinione pubblica e questo lo rende solo popolare, ma il pensiero di fondo che trapela dalle parole che scrive è veramente mediocre.
Qui invece troverete il mio articolo proprio in merito al 41 bis e alla ipotetica lotta alla mafia.
Ma finisco con l’intellettuale Sciascia. Colui che il fenomeno mafioso lo conosceva bene:
“Il fatto è che i cretini, e ancor più i fanatici, son tanti; godono di una buona salute non mentale che permette loro di passare da un fanatismo all’altro con perfetta coerenza, sostanzialmente restando immobili nell’eterno fascismo italico. Lo stato che fascismo chiamava etico( non si sa quale eticità) è il loro sogno e anche la loro pratica. Bisogna loro riconoscere, però, una specie di buona fede: contro l’etica vera, contro il diritto, persino contro la statistica, loro credono che la terribilità delle pene(compreso quella di morte), la repressione violenta e indiscriminata, l’abolizione dei diritti dei singoli, siano gli strumenti migliori per combattere certi tipi di delitti e delle associazioni criminali come mafia, ‘ndrangheta, camorra. E continueranno a crederlo.” Leonardo Sciascia(1983)
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