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Il Consiglio d’Europa scrive al Senato: fermatevi sul ddl sicurezza

Una lettera del commissario O’Flaherty al presidente del Senato La Russa chiede ai parlamentari di riflettere prima di approvare il ddl sicurezza, un testo che contiene diverse limitazioni ai diritti delle persone.

Dopo le critiche di giuristi e gli appelli delle opposizioni, sul controverso disegno di legge Sicurezza del governo, approvato alla Camera e in corso di vaglio al Senato, si appuntano ora anche le perplessità e i dubbi del Consiglio d’Europa.

Diversi articoli del ddl sicurezza, attualmente in discussione al Senato, “restringono il diritto a manifestare e esprimersi pacificamente, e i senatori dovrebbero astenersi dall’adottarlo, a meno che non venga modificato in modo sostanziale per garantire che sia conforme agli standard del Consiglio d’Europa in materia di diritti umani“.  Lo afferma Michael O’Flaherty, commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, in una lettera inviata al Presidente del Senato, Ignazio La Russa.

Il presidente dell’assemblea di Palazzo Madama ha risposto con un’altra missiva, protocollata il 19 dicembre, ossia ieri. Nel testo Ignazio La Russa ha comunicato al Consiglio d’Europa di aver trasmesso il messaggio, “per l’eventuale seguito di competenza”, al ministro per i Rapporti col Parlamento Luca Ciriani e ai presidenti delle commissioni Affari Costituzionali e Giustizia, Alberto Balboni e Giulia Bongiorno, presso le quali è in corso l’esame del provvedimento ma ritiene la missiva del Consiglio d’Europa una inaccettabile interferenza. “Ho dato indicazione agli uffici del Senato di respingere l’inaccettabile pretesa di Michael’s O’Flaherty, commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, di trasmettere a tutti i senatori la sua richiesta di non votare il disegno legge sicurezza, che per altro è ancora in fase di esame davanti alle commissioni competenti. La lettera di O’Flaherty è arrivata agli uffici del Senato mentre mi trovavo in Bulgaria in visita al contingente italiano di stanza in ambito Nato e l’ho trovata un’inaccettabile interferenza nelle decisioni autonome e sovrane di un’assemblea parlamentare“. Così Ignazio La Russa replica alla lettera inviata dal commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa.

«I senatori si astengano dall’adottare» la nuova legge

La lettera inviata da Michael O’Flaherty, resa nota oggi, contiene diversi passaggi pungenti. Alcune norme del ddl, scrive il commissario, “restringono il diritto a manifestare e esprimersi pacificamente“. E, a suo parere, “i senatori dovrebbero astenersi dall’adottarlo, a meno che non venga modificato in modo sostanziale per garantire che sia conforme agli standard del Consiglio d’Europa in materia di diritti umani“.

Nel merito, O’Flaherty ritiene che “gli articoli 11, 13, 14, 24, 26 e 27, che introducono reati definiti in termini vaghi e includono altre severe restrizioni, creino spazio per un’applicazione arbitraria e sproporzionata, colpendo attività che rappresentano un legittimo esercizio della libertà di riunione o espressione pacifica“.

Restrizioni ai diritti dei detenuti

Nella lettera, O’Flaherty lamenta inoltre la possibilità che il testo, se approvato,”limiterà anche i diritti delle persone detenute in carcere o nei centri di detenzione per i migranti“.

Il commissario ricorda come “i detenuti continuano a godere del diritto alla libertà di espressione, che comprende alcune forme di protesta pacifica che possono comportare una resistenza passiva“.

Ciò significa che, seppur con le limitazioni connesse al loro stato detentivo, le persone in carcere non possono essere escluse dal diritto a manifestare (per contestare per esempio le condizioni in cui sono trattenuti, che diversi organi di giustizia sovranazionali hanno spesso giudicato non sempre conformi agli standard internazionali).

Non solo: il commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa ritiene “che diverse misure all’interno del disegno di legge sembrano specificamente concepite per colpire i manifestanti ambientalisti, compresi i giovani difensori dei diritti umani“.

E proprio su questo, un giro di vite in Italia sembrerebbe già in atto, stante il fatto che – avverte ancora l’alto rappresentante dell’organismo internazionale – proprio il suo ufficio “ha già osservato un aumento delle segnalazioni dall’Italia di azioni legali e misure restrittive nei confronti di individui che sostengono azioni urgenti per la protezione dell’ambiente, anche attraverso l’attuazione della recente legislazione“.

 

 

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