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Il diritto di resistenza non può essere messo sotto processo, solidarietà a Gianluca e Adriano.

Il 26 Marzo si è aperto il processo ad Adriano e Gianluca, i due ragazzi accusati di terrorismo.
Un panettiere ed un operatore sociale, che da settembre si trovano in carcere sotto regime di alta sicurezza.
Tra le imputazioni emerge un’azione di sabotaggio presso la discarica di Roncigliano. Le accuse che sono state rivolte rientrerebbero nella configurazione del reato comune, ma per un non meglio specificato gioco di magia vengono trasformati in reati con finalità terroristiche. Con tutto quello che ne consegue.  Carcerazione preventiva, isolamento, e addirittura si il processo in video conferenza, ledendo fortemente il diritto alla difesa.
L’ impressione è che l’uso della categoria terroristica serva più a creare un terreno affinché  ogni atto di ribellione possa essere criminalizzato e stigmatizzato.
Forse tanta solerzia si poteva concentrare su chi da anni ha inquinato il nostro territorio e da questa attività ha molti profitti.
In molte battaglie a difesa dell’ ambiente sono scattate le accuse di terrorismo. Ci hanno provato in ValSusa, ma l’operazione fortunatamente non è riuscita, soprattutto grazie alla mobilitazione popolare, che è rimasta al fianco di Chiara, Niccolò, Claudio e Mattia e che il 10 Marzo ha ribadito a gran voce il diritto di resistenza contro progetti che devastano il territorio e sono utili a finanziare mafie e imprenditori.
Sono ormai note le infiltrazioni mafiose nella gestione degli appalti dell’alta velocità che attraversa tutto il paese, così come è ormai nota la vicenda che ha coinvolto la discarica di Roncigliano. A Gennaio, il magnate dei rifiuti Cerroni è finito agli arresti per truffa e associazione a delinquere finalizzata al traffico di rifiuti. Ma esempi dove la puzza di mondezza si mescola a quella del malaffare sono molti. A Colleferro sono 26 tra dirigenti e impiegati finiti sotto accusa per traffico illecito di rifiuti: negli inceneritori sequestrati finiva di tutto, copertoni, pezzi di automobile e altri materiali pericolosi.
Ad Albano la mobilitazione popolare, che dal 2007 ha resistito alla costruzione dell’ inceneritore, si è portata a casa una grande vittoria ed ora guarda alla chiusura e alla bonifica della discarica di Roncigliano
Il diritto di resistenza non può essere messo sotto processo, costruiamo la solidarietà a Gianluca e Adriano.
Contro l’assurda accusa di terrorismo, firma e fai girare l’appello.

Per farlo mandateci il vostro nome e cognome ,la vostra professione e la vostra età alla mail adrianoegianlucaliberi@autistici.org

Primi firmatari

Giovanni Mignacca 31 anni insegnante precario
Mauro Fagiolo 37 anni lavoratore precario
Emiliano Viti 37 anni lavoratore Precario
Giulia Heredia 29 anni studentessa e precaria
Stefano Caporilli 35 anni pulitor
Laura Garofoli attrice 27, Albano
Sara Iannilli 28 anni studentessa, Albano
Emanuele Calitri, 27 anni, studente e precario, Rocca Priora
Simona Biffignandi 41 anni, impiegata, Albano
Francesco Lerose,29 anni, tecnico del suono, Albano
Giulia Bocale, studentessa, Genzano
Melisa Liuzzi 31 anni architetto, Genzano
Riccardo Monteleone 22 anni, Grafico / Tecnico
Roberto Liuzzi, ingegnere, Genzano
Chiara Antoniucci studentessa 23 anni, Albano
Leonardo Garofoli. 23 anni. Studente, Albano
Marco Garofoli. 59 anni. Veterinario, Albano
Nicolas Liuzzi 27 anni Operatore sociale (servizio civile), Genzano
Ruben Bocale 24, studente, Genzano
Alessia Grimaldi, 37 anni, insegnante precaria, Genzano

Gabriele Serini, 34 anni, insegnante precario, Albano
Massimiliano Ortu 43 anni, impiegato, Albano
Marco Colini. Disoccupato.
Elizabeth R. Simonetta, insegnante, Genzano
Julia Liuzzi, studentessa, 26 anni, Genzano
Luigi Di Marino, studente, 26 anni, Genzano
Antonietta Lizzi, Casalinga, 51 anni, Albano
Laura Biagioni, 29 anni – manager culturale
Riccardo Antoniucci, precario – 25 anni – Albano Laziale
Davide Giorgi 22 anni lavoratore dipendente
Anna Maria Scialis, insegnante in pensione, Marino
Eleonora Lardi, 26 anni, Bartender, Genzano di Roma
Verdiana Margani 22 anni Operatore Socio Assistenziale, Roma
Tomaso Cannatelli 23 anni falegname, Genzano
Alessandro Bacco 30 anni socio lavoratore part-time, Rocca Priora
Marta Bevilacqua, 33 anni, insegnante, Genzano
Daniele Gramolelli 27 anni fisioterapista, Albano
Marco bizzoni, 47 anni, docente, Albano
Elisa Sarchioto, 19 anni, studentessa, Albano
Stefano Pavan 46 insegnante

Nicola Cursio 21 anni studente/chitarrista, Ariccia
Michele Cursio, 58 anni, direttore, Ariccia
Nina Francavilla, 58 anni, casalinga, Ariccia
Silvia Galieti, 23 anni studentessa albano
Gabriele D’Anastasio, 32 anni Ingegnere , Albano
Sabrina Lucidi, 31 anni studentessa/lavoratrice occasionale, Albano Laziale
Alessandro Coltré, 22 anni, studente Artena
Marzia bruni 28 anni agente di viaggio sydney Australia
Luca Storani, 27 anni Barman/Web developer, Londra
Anastasia Centofanti 22 anni Studentessa
Federica de Simone studentessa 25 anni Albano laziale
Emiliano Dionisi 25 anni operatore socio sanitario, Albano Laziale
Massimi Massimo 35 anni cuoco genzano di roma
Cecilia Dionisi, studentessa, 27 anni, Nemi
Valeria Taddeo – 32anni- attrice precaria- Genzano di Roma
Gloria Raponi, Marino 09/01/1982, lavoratrice in nero – aspirante insegnante
Francesco Alessi, 21 anni studente di Frascati
Gigi Malabarba, Rimaflow fabbrica autogestita, Milano
Emiliano Moncelsi, studente universitario disoccupato, 23, Roma
Italo di Sabato, Osservatorio sulla Repressione

Heidi Giuliani, Osservatorio sulla Repressione
Salvatore Altiero – Associazione A Sud, area ricerca e comunicazione, 31 anni, Roma
Lucie Greyl , libera professionista, 30 anni, Roma
Elena Giuliani, 42 anni, impiegata, Genova, Comitato Piazza Carlo Giuliani onlus
Nicola Zamboni, Studente, 23 anni
Giorgio Antonangeli, 34 anni, insegnante precario
Claudio Sisto pescatore
Giulia Vescia studentessa 23, Roma
Alessia Manzi studentessa 24, Roma
Checchino Antonini, giornalista
Valentina Perniciaro, blogger
Chiara Morello, educatrice 22 anni.
Marica Di Pierri – giornalista 34 anni
Giulio Ferrante, musicista/operaio
Luciano Governali 27 anni dottorando Roma
Valeria Avramo, studentessa 26 anni zagarolo
Daniele Corsico 22 anni studente
Silvia Passaretti 34 anni insegnante
Christian Ronci, 27 anni , Londra
Marta Autore 27 anni, dottoranda

Marco Antonutti, web designer, 34
Francesca Contini, attrice – 43 anni
Fabio Baldolini 27 anni Educatore professionale, Genzano
Antonio Romaggioli, 29 anni, precario, Genzano
Claudio Mandalari, studente 25 anni, Ariccia
Amedeo Ciaccheri 25 anni consigliere Municipio Roma VIII
Pietro De Vivo, libraio, 28 anni
Dario Di Nepi, 30 anni, precario
Francesco Ardolino 33 anni Riff Raff Salerno
Giulio Turco, 26 anni studente Albano Laziale
Luca Passaro, 33 anni Casoria (NA), lavoratore precario
Ettore Mordini, 23 studente
Alessio Grillo. Tatuatore. 26 anni
Nicoletta Marchionne, 26 anni, Roma
Elena Vanni, 38 anni, attrice, Roma
MOTTOLA IMMACOLATA, PROMOTER, 54 ANNI
Meloni Pietro dipendente Atac Albano Laziale
Muzzioli Manuela dipendente Atac Roma
Santini Sara dipendente Atac Roma
Di Giulio Daniela dipendente Atac

Chiapparerlli Roberta dipendente Atac Roma
Fabbri Emiliano dipendente Atac Roma
Contini Claudio dipendente Atac Roma
D’Ortenzio Giovanni dipendente Atac Oricola
Fabiani Marisa casalinga Albano Laziale
Luigi Iasci 29 anni disoccupato
Roberto Nardone Precario e Consigliere Comunale San Vito Chietino
Bagatella Marialuisa, Insegnante, 59 anni, Rocca Priora.
Valentina Vannozzi, 24 anni, studentessa universitaria
Massimo Dionisi 59 anni operaio Atac Nemi
Claudia Mosena, 25 anni, studentessa
Elisa Dori, 29 anni precaria
Stefano Minore 23 anni lavoratore precario Schio
Francesco Tetti, 36 anni, diversamente precario, Genzano
Valerio Caputo 32 anni operaio Bologna
Del Ferraro Castagna Luigia, Orafa, Velletri
Anna Maria Costa 57 (pensionata Inv.Civ) Roma
Luca Cesaroni, 38 anni, Liutaio
Sara Julia Paluzzi, studentessa, 21 anni
Laura Masiero 21 anni, studentessa, Verona

Francesco Guercio, 33 anni, dottorando
Elena Cicorella, Artista, 49 anni
Ilaria Tucci, 33 anni, dottoranda
Maddalena Ciccone 26 anni praticante avvocato
Costanza Calabretta, 27 anni, dottoranda, Genzano di Roma
Luca De Magni, 31 anni, meccanico, Genzano di Roma
Fabio Ruggiero. Insegnante di italiano L2
Maria Costanza Barberio 27 studente
Dario Bernabei, 31 anni, Assistente Domiciliare e dei Servizi Tutelari, Marino
Chiara Martusciello, fisioterapista, 31
Antonio Moscato – docente in pensione Università di Lecce – anni 75 – città Recanati
Flaminia Fortuni, 22 anni, studentessa e lavoratrice precaria
Carla Dovini, 53 anni, disoccupata
Luca D’Antonio, infermiere
Giuseppe Lingetti 21 anni studente universitario
Giulio Calella, Edizioni Alegre, Roma.
Giovanni Buono 34 anni disoccupato
Moriggi Ennio – 71 anni – pensionato, Albano
Marinelli Silvana – 69 anni – pensionata, Albano
Romina Antico, 29 anni Precaria, Roma

Leticia Claudia Perez, architetto d’interni, 56 anni
Elena Taglieri- 51 anni- psicologa, operaia, etc. comunque precaria- Albano Laziale
Marines Zanini, pensionata, 65 anni
Mauro Gazzi, 44 anni, falegname
Sandra Camiglieri 36 anni impiegata
Giulia Bucalossi, 36 anni, precaria
Tiziana Pili, impiegata, 12/11/1961, Roma

Comments ( 10 )

  • Marco

    mh, ma siamo sicuri che trattare la questione discutendo su cosa può o non può essere messo sotto processo a loro farebbe piacere? Non mi sembra nemmenno molto coerente lamentare che la stessa attenzione che i magistrati e gli agenti della repressione hanno su di noi non sia la stessa che hanno nei confronti dei devastatori ambientali. Credo che l’appello non sarebbe condiviso né da Adriano né da Gianluca.

  • V.

    Penso che la solidarietà ai compagni non abbia nulla a che fare con la firma di un qualsivoglia appello, tantopiù di un appello del genere, che si rifà alle regole del teatro dei tribunali del potere. Gianluca ed Adriano hanno rifiutato di partecipare a questa farsa (ultimi aggiornamenti http://www.inventati.org/rete_evasioni/?p=1619), credo sia il minimo da parte di chi è liberx o si considera tale e voglia essere solidale e attivx contro i tentacoli del dominio di evitare di servirsi di questi strumenti di “finta attivazione” e di utilizzarne di consoni, reali ed efficaci, realmente susseguenti nei fatti ad una critica del sistema in toto.

    Poi una domanda agli/alle organizzatori/trici della raccolta firme: cosa ne pensano i diretti interessati di quest’appello?

  • an

    penso che come i due siano liberi di rifiutare la difesa, così l’osservatorio, che ricordo a tutti è un progetto solidale neutrale, è libero di raccogliere le firme a loro sostegno. in più, secondo inciso, penso che gianluca e adriano hanno problemi più urgenti a cui pensare che questa raccolta di firme. i due compagni fanno le loro scelte e noi le sosteniamo ma il loro processo non riguarda solo loro due…vedi video conferenza…su cui magari i due potevano anche dimostrare un po più di responsabilità…

  • […] Il diritto di resistenza non può essere messo sotto processo, solidarietà a Gianluca e Adriano. Il 26 Marzo si è aperto il processo ad Adriano e Gianluca, i due ragazzi accusati di terrorismo. Un panettiere ed un operatore sociale, che da settembre si trovano in carcere sotto regime di alta sicurezza. Tra le imputazioni emerge un’azione di sabotaggio presso la discarica di Roncigliano. La carovana europea bloccata a Chamonix: 5 migranti rispediti in Italia La Carovana europea dei migranti e dei rifugiati è arrivata in queste ore a Bruxelles da tutta Europa. Il settore italiano no. Partita ieri da Torino, è stata bloccata dalle autorità a Chamonix. I cinque i rifugiati fermati dalla polizia sono stati rispediti in Italia. E gli altri hanno potuto riprendere il viaggio per la capitale del Belgio dove il 27 e il 28 giugno ci sarà un vertice dei capi di Stato europei. Il dramma di Giuba rinchiusa nel Cie. Cinque figli l’attendono nella sua casa di Berra E’ rinchiusa nel centro di identificazione ed espulsione di Fiumicino da una settimana. Ha chiesto asilo politico, ma dovrà aspettare una trentina di giorni per avere una risposta. Tutto è incerto. A cominciare dalla sua identità ufficiale, non ha un documento, non esiste né Italia né in Macedonia, dove è nata senza che i genitori l’abbiano denunciata all’anagrafe. […]

  • Marco

    Io trovo che il vostro atteggiamento sia vergognoso, siete come quei politicanti che USANO le tragedie altrui per il loro sporchi fini.
    Vi ricordo che Adriano e Gianluca non hanno nessuna responsabilità verso altri, giacchè non mi pare si siano mai proposti come i messia o i profeti di qualcuno. Vi ricordo che in galera ci sono loro, che il processo ce l’hanno loro e che l’eventuale condanna se la sucano loro. Semmai, siamo noi fuori che abbiamo una responsabilità nei loro confronti.
    Cosa ne farete di queste firme? Le userete forse per far passare qualche candidatura? State aiutando gli sbirri a schedare? Pensate di chiedere, sempre per favore, allo stato di autorizzarvi a bruciare qualche auto, a sabotare qualche impianto così ogni tanto per non stare troppo al bar a girarsi i pollici?
    Già il vostro appello per l’amnistia dei reati sociali (che chissà quali sono) era abbastanza ridicola… ma alla fine che ce ne frega se vi piace fare la figura dei fessi liberissimi… ma qui state USANDO due compagni anarchici (comprendete la parola ANARCHICI??) così come, per esempio, i leghisti usano il femminicidio per propagandare il loro odio verso gli stranieri.
    Siete invitati a rivolgere le vostre pelose attenzioni verso qualcun altro, la solidarietà e la complicità sono un’altra cosa.

  • Walter

    Ciao ,

    ho pubblicato il vostro appello sul mio blog per mettere a conoscenza altri compagn* del vostro tentativo di raccolta firme e di mobilitazione a vostro modo nei confronti della situazione di Gianluca e Adriano.

    Cosa che per i di più (persone semplici o interessati al tema) può essere condivisibile non essendo a contatto diretto tutti i giorni con la realtà del carcere e delle sue dinamiche, ma nello stesso tempo io non reputo, dopo essermi anche confrontato con altri compagn* che vi siate arrogati il diritto di poter decidere una campagna, totalmente differente da quella che è la procedura e la modalità politica di Gianluca e Adriano, senza interpellare nemmeno i diretti interessati a riguardo.

    A prescindere da quali siano le consuete “beghe” riguardanti l’approcio nei confronti della “giustizia borghese”, Credo che ci siano delle situazioni molto delicate in ballo e credo che la parola ultima riguardo a eventuali mobilitazioni o commenti a debbano avere necessariamente i diretti interessati che sulla loro pelle vivono la repressione 24 ore su 24 a diretto contatto con la violenza statale.

    Credo sia necessario da parte vostra una revisione delle pratiche di approcio a queste situazioni che vada in direzione dei diretti interessati e non a meri calcoli politici senza la diretta parte in questione.

    In ogni caso, reputo molto grave il vostro operato, come anarchico e come solidale con Gianluca e Adriano. Se si vuole lottare contro la repressione, lo si fa radicalmente, per chi se lo sente, sennò lasciate perdere la vostra voglia di intraprendere altre strade che non siano comuni, l’anarchia presuppone ben altro.

    Walter

  • Come Osservatorio sulla Repressione, non siamo tra i promotori dell’appello. La pubblicazione è stata richiesta dai promotori, che sono compagne/i del territorio e i primi firmatari. Da parte nostra l’unico modo per essere consapevolmete complici e solidali con i compagni (tutti) che sono sotto processo, o che subiscono la dura repressione di Stato, e quello di portare a conoscenza dello stato delle cose (che poi è uno dei maggiori compiti che ci siomo posti da quando siamo nati) La solidarietà per noi è una arma collettiva.

  • Emiliano

    Sono tra i firmatari e promotori dell’appello. Vivo lo stesso territorio e lotte degli interessati. Non so se chi parla per conto loro li conosca veramente. Chi vive il territorio sa bene che le accuse a loro rivolte sono ingiustificate, non esiste nessuno organizzazione terroristica. Questa volta a dirlo e magari a metterci la faccia non sono sempre gli stessi. Prima di sparare sentenze, appunto perchè si parla di Tribunali, bisognerebbe prima conoscere VERAMENTE i contesti. Ognuno cerca di tare il proprio contributo. Possibilmente senza presunzione.

  • tom

    Credo che l’intento dell’appello sia proprio quello di far uscire le dinamiche di solidarietà dai soliti circuiti, cercando di far attivare la popolazione e i conoscenti dei due ragazzi e non nel ricercare solidarietà nel solo giro anarchico a cui fanno riferimento i due ragazzi.

    Dall’esterno sembra abbastanza ovvio (e credo che i promotori dell’appello non siano così sprovveduti a riguardo) che una raccolta firme non può aiutare materialmente Adriano e Gianluca in carcere,nè tirarli fuore dal carcere, ma come tutt* ci ripetiamo sempre la solidarietà è un’arma collettiva, non uno strumento per pochi eletti.

    Siamo tanti e siamo diversi e tutti quanti utilizziamo pratiche ancor più differenziate..ma lo stato, la macchina della repressione e l’intero sistema è uno solo..forse noi tutt* compagn* (nel senso più largo possibile) dovremo levarci un pò di puzza sotto il naso e cominciare a capire che ognuno porta il proprio contributo, senza, come dice anche Emiliano, avere la presunzione di avere la modalità giusta di risolvere le cose e rispettandoci a vicenda.

    Non è una battaglia a chi è più rivoluzionario e con questo non voglio attaccare nessuno. La capacità dello stato di creare divisione è forte e queste discussioni ne sono un piccolo esempio. Forse dovremo cominciare a ragionare per chi è funzionale la divisione in questi termini

    Tom

  • Complici

    dal numero uno del settembre 2014 dell’aperiodico “Croce nera anarchica”

    Contributo dal carcere di Adriano
    Un triste baraccone.
    Vota per Gianluca e Adriano!

    Con l’intempestività solita dettata dalla reclusione ho appreso dell’aggirarsi di un appello pubblico volto ad una raccolta firme in sostegno mio e di Gianluca. Inizialmente ho creduto si trattasse di una proposta per referendum. Un referendum sul “diritto di resistenza” o magari sul “legittimo sabotaggio” e mi sono detto: Se verrà raggiunto il quorum, che succederà mai? Che si fa? Saremo forse “tutte e tutti liberi subito”? Assalteremo tutti insieme l’ordine esistente?
    Avevo la vaga impressione di essere sequestrato dallo stato e nel bel mezzo di un processo, mi ritrovo invece, co-candidato e in piena campagna elettorale. Mi è venuto un po’ di mal di testa. Cari/e compagni/e, fa caldo e questa villeggiatura immonda non concede valvole di sfogo, lasciate quindi che sprechi un po’ d’inchiostro per scrivere qualche ovvietà in merito a questo triste baraccone e mi raccomando, votate per noi!
    Con questa mia non voglio esprimere un qualche risentimento nei confronti di quanti hanno promosso l’iniziativa in questione, ci mancherebbe! Posso dire di aver apprezzato da un punto di vista umano, ma dato il mio dissentire, di fatto sotto ogni aspetto, ritengo sia importante replicare. Non voglio dare eccessivo peso a questa cosa, ma neanche permettere ad artifici politici di fagocitare le ragioni della lotta. La politica, sia pur nella sua accezione antagonista, non mi piace, non mi appartiene. La piaga cittadinista è sempre in agguato e dimostra una voracità inglobante, egemonica, tristissima.
    Essenziale è estrapolare determinate posizioni da una tensione anarchica e antiautoritaria. Decontestualizzare fa perdere senso e spirito alla questione stessa, ne cancella l’essenza, praticamente l’annulla. Rifiuto categoricamente la ricerca del consenso sociale indipendentemente dal contenuto in cui si manifesta. Cosa me ne frega a me del supporto peloso della società civile? Essa rappresenta la mia indigestione esistenziale, l’ovattata prigione degli oppressi.
    Trovo inoltre poco corretto e penoso, avvalersi di sinistre capriole per porre la questione in maniera del tutto mistificatoria, tacendo e oscurando quanto è stato espresso, col fine di rendere tutto più accessibile, condivisibile e meglio apparire al cospetto dell’ignaro cittadino impietosito. Scadendo per giunta in atteggiamenti palesemente forcaioli e giustizialisti che mi risparmio dal commentare. Che sbirri e magistrati utilizzino pretestuosamente e con fantasiosi deliri le finalità di terrorismo/eversione e i reati associativi è chiaro, non capisco lo stupore, in questo il “bel paese” fa scuola. La legislazione repressiva è mutevole e segue la logica dell’allarmismo sociale, dettata non solo dalla concretezza degli avvenimenti, ma anche dalla speculazione su di questi e quindi dalla spettacolarizzazione politica e mediatica, per cui in nome di una qualche emergenza, sempre potrà saltar fuori un qualche “pacchetto sicurezza” vecchio o nuovo.
    Le forzature giurisprudenziali, i codici inapplicabili o al limite dell’inapplicabilità, compongono l’arsenale di stato. Per quanto si tratti di aberrazioni, è logico che il potere le utilizzi contro chi non porge l’altra guancia di fronte alla violenza, contro chi in un moto creativo-distruttivo è naturalmente ostile alla legge e sogna un mondo del tutto altro.
    Fondamentale è che la becera stigmatizzazione delle stesse ragioni di lotta non passi sotto silenzio, che non vuol dire sfociare nel vittimismo, creare martiri, agnelli sacrificali o ricercare una “solidarietà” ultra trasversale ed estranea, significa ben altro. Che senso ha parlare di “diritto di resistenza” e cosa vuole significare la combinazione di queste due parole? E’ mera politica, è un abuso retorico, è un concetto che non ha alcun senso se non quello di ledere fortemente determinate idee e conseguenti pratiche. Questione di prospettive. Nessun pianto spezzerà mai alcuna catena!

    Adriano Antonacci