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Il Sappe querela Ilaria Cucchi. Nuove indagini o commedia giudiziaria?

Il rischio di commedia giudiziaria, a guardare i fatti, c’è, e non è trascurabile. La notizia però è rimbalzata da un’agenzia all’altra, fino a guadagnarsi titoloni sui giornali: la procura di Roma sarebbe pronta a riaprire il caso Cucchi. In realtà, il procuratore capo Giuseppe Pignatone ha detto una cosa diversa: «Se emergeranno fatti nuovi o comunque l’opportunità di nuovi accertamenti, la procura di Roma è sempre disponibile, come in altri casi più o meno noti, a riaprire le indagini». Ovvero: serviranno elementi nuovi, il fatto di avere un morto e non avere un colpevole, allo stato attuale dei fatti, non rappresenta un problema. Al massimo, un motivo d’indignazione: «Non è accettabile, dal punto di vista sociale e civile prima ancora che giuridico, che una persona muoia, non per cause naturali, mentre è affidata alla responsabilità degli organi dello Stato» ha aggiunto infatti il Procuratore capo.

ilaria cucchi

Ilaria Cucchi, dal canto suo, ha replicato: «Prendiamo atto di questa importante decisione del procuratore capo. Rimaniamo in attesa di giustizia e verità come abbiamo sempre fatto in questi cinque anni. Possiamo dire che vanno azzerate tutte le perizie e le consulenze che hanno fatto solo fumo e nebbia sui fatti». Anche il sindaco Ignazio Marino apprezza la timida apertura, a mezzo tweet: «Orgoglioso che Roma abbia un procuratore capo come Giuseppe Pignatone, disponibile a riaprire le indagini».

Alla fine, nella mattinata di oggi, Ilaria Cucchi e Pignatone si sono incontrati. «Si è impegnato a rivedere tutti gli atti sin dall’inizio – ha raccontato la sorella della vittima di malapolizia –, adesso mi aspetto che mio fratello Stefano, morto per ingiustizia». Sulla riapertura dell’inchiesta, poi, si è espresso anche l’avvocato Fabio Anselmo: «E’ una buona notizia – questo il suo parere -, ma potranno arrivare dei frutti solo se finalmente verrà cambiato il capo d’imputazione, bisogna contestare l’omicidio preterintenzionale, considerare la morte una conseguenza della lesioni».

Poco dopo, su Facebook, Ilaria ha scritto un post rivolgendosi direttamente a suo fratello: «Abbiamo vinto, Stefano. Abbiamo vinto! Mi parlavano di morte naturale. Mi parlavano di te che ti eri spento. Abbiamo vinto. Hanno perso loro. Non noi. Non ci siamo arresi ed abbiamo vinto. Sono loro ad aver perso. Loro che non sono nemmeno capaci di dirci chi è stato a ridurti così. La giustizia non è per te. Non è per noi. Ma oramai tutti sanno e tutti hanno capito. Abbiamo vinto».

Infine, mentre ancora la famiglia Cucchi si prepara a denunciare il ministero della Giustizia, il solito sindacato di polizia (questa volta è il Sappe) ne spara una delle sue: «L’insieme delle dichiarazioni diffuse da Ilaria Cucchi pare voler istigare all’odio e al sospetto nei confronti dell’intera categoria – si legge in un comunicato –. Questo non lo possiamo accettare», così, per «la difesa dell’onore e del decoro della Polizia penitenziaria» è stata depositata una querela contro di lei.

Mario Di Vito da contropiano