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Il torturatore libico Al-Kikli in Italia

Dopo Almasri, per un altro torturatore libico porte aperte in Italia ai peggiori criminali libici.  Nel Belpaese fa nuovamente la sua comparsa Abdel Ghani al-Kikli capo del Ssa, accusato di torture, violenze e stupri e denunciato per crimini contro l’umanità alla Cpi

Porte aperte in Italia ai peggiori criminali libici, almeno finché non è il momento di arrestarli e consegnarli alla giustizia internazionale. Dopo la vicenda del generale Almasri, il comandante libico che la Corte penale internazionale voleva in cella e che il governo italiano ha invece liberato e riconsegnato a Tripoli con un volo di Stato dei servizi segreti, nel Belpaese fa nuovamente la sua comparsa Abdel Ghani al-Kikli.

Meglio conosciuto come Gheniwa, dal 2021 è il capo dello Stability Support Apparatus, milizia attiva a terra e a mare. A segnalare il caso è Repubblica, ma la presenza in Italia di Gheniwa è confermata anche dalla Ong Refugees in Libya e dal dissidente libico Husam El Gomati, tra gli spiati nel “caso Paragon”.

Al-Kikli è da tempo nel mirino di organizzazioni internazionali come l’Onu e Amnesty International, che lo accusano di aver commesso torture, stupri ed esecuzioni extragiudiziali nei centri di detenzione libici: il Centro Europeo per i Diritti Umani e Costituzionali ha presentato alla Corte penale internazionale un dossier di centinaia di pagine con oltre 500 episodi di violenza attribuiti al comandante.

Forte di questo “curriculum”, al-Kikli sarebbe sbarcato all’aeroporto romano di Fiumicino il 20 marzo con un volo privato, assieme ad una delegazione di alto livello, per fare visita al ministro libico degli Affari Interni, Adel Jumaa Amer, ricoverato all’European Hospital dell’Eur.

Gheniwa è un “habitué” del nostro Paese, nonostante le accuse che pendono sulla sua testa. Lo scorso luglio il comandante libico aveva assistito alle finali del Campionato nazionale libico, ospitate nel nostro Paese su iniziativa del governo Meloni, dopo gli accordi siglati a Tripoli con il premier libico Dabaiba. (Fonte l’Unità)

Ai  microfoni di Radio Onda d’Urto Sarita Fratini, scrittrice e attivista antirazzista, fondatrice del JLProject antirespingimenti di MSH Ascolta o scarica

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