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Il vigile urbano che uccise Marcelo Valentino Gomez, accusato di omicidio volontario

L’agente Alessandro Amigoni (nella foto) lo scorso 13 febbraio ferì mortalmente Marcelo Valentino Gomez.,  durante un inseguimento al Parco Lambro. “Il colpo fu esploso da una distanza minima”.

Alessandro Amigoni, l’agente di polizia locale che lo scorso 13 febbraio sparò durante un inseguimento e uccise un cileno di 28 anni, dovrà affrontare un processo con l’accusa di omicidio volontario. Il gip milanese Maria Vicidomini ha disposto il giudizio immediato, accogliendo la richiesta del pm Roberto Pellicano.
Il processo davanti alla Corte d’assise di Milano è stato fissato per il prossimo 9 ottobre, ma Amigoni, attraverso il suo avvocato Giampiero Biancolella, sceglierà probabilmente di essere giudicato con il rito abbreviato che prevede lo sconto di un terzo della pena in caso di condanna. Nei prossimi giorn la difesa dovrebbe avanzare l’istanza di abbreviato, dunque, e a quel punto il processo sarà fissato per un’altra data e davanti a un gup.

La difesa del vigile ha sempre sostenuto che l’agente quel pomeriggio, in zona Parco Lambro, ha sparato da una distanza compresa fra i 15 e i 20 metri, solo a scopo intimidatorio e non con l’arma rivolta verso la vittima, Marcelo Valentino Gomez Cortes. La perizia disposta dal pm, invece, ha accertato che il vigile avrebbe esploso il colpo da una distanza che va da un minimo “di 50 centimetri” a un massimo “di due metri e 80 centimetri”, mentre il giovane correva. Il proiettile, secondo le indagini, ha raggiunto l’uomo (i familiari sono assistiti come parti civili dall’avvocato Corrado Limentani) alla schiena, uscendo poi dal cuore.

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