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Ilaria Cucchi e la nuova inchiesta sulla morte di Stefano: “è una farsa…”

Ilaria Cucchi annuncia l’apertura di una nuova inchiesta per la morte del fratello Stefano, dicendosi però delusa per la decisione della Procura di procedere per il reato di lesioni lievi. “Questa accusa, di fronte alle immagini del corpo martoriato di mio fratello – spiega, credo che sia l’ennesima presa in giro e ulteriore mancanza di rispetto che ha la giustizia nei confronti di mio fratello”. “Il procuratore capo ci aveva promesso che avrebbe fatto nuove indagini – sottolinea Ilaria, pronta a chiedere un nuovo incontro a piazzale Clodio. Se le nuove indagini che vuole fare sono queste io e i miei genitori ce ne resteremo a casa“. Replica Pigliatone: “Non ho preso alcuna decisione”.

Ilaria Cucchi si dice amareggiata: “Questa accusa, di fronte alle immagini del corpo martoriato di mio fratello – ha spiegato in un’intervista al Tg1 – credo che sia l’ennesima presa in giro e ulteriore mancanza di rispetto che ha la giustizia nei confronti di mio fratello”. “Il procuratore capo ci aveva promesso che avrebbe fatto nuove indagini” ha sottolineato Ilaria, pronta a chiedere un nuovo incontro a piazzale Clodio. “Se le nuove, indagini che vuole fare sono queste io e i miei genitori ce ne resteremo a casa, ci risparmieremo altra sofferenza inutile. Ad ottobre la morte di mio fratello andrà in prescrizione. Evidentemente mio fratello non contava nulla, questa ne è l’ultima dimostrazione”. Durante l’intervista è stato mostrato anche il filmato con le dichiarazioni del detenuto che ha visto Stefano Cucchi prima di morire.

“Ho sentito dei rumori, qualcuno che dava calci e qualcuno che cadeva e piangeva”, spiega nel video parlando anche del coinvolgimento di una guardia. “Non ho preso alcuna decisione in merito alla riapertura di indagini sulla morte di Stefano Cucchi”. Lo afferma il procuratore della Repubblica di Roma, Giuseppe Pignatone con riferimento a quanto dichiarato da Ilaria Cucchi. “Sto completando – ha aggiunto – la rilettura degli atti e lo studio delle motivazioni della Corte d’Assise d’Appello”.

da Il Messaggero