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In Turchia aumenta la repressione

In Turchia altri 106 arresti all’alba di ieri. Nuri Aslan eletto sindaco facente funzioni al posto di Imamoglu

Non si arresta l’ondata repressiva scatenata dal governo turco contro le mobilitazioni che si sono susseguite dopo l’arresto del sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu, percepito come l’anti-Erdogan per eccellenza. Nuovi blitz della polizia all’alba di ieri hanno portato all’arresto di almeno 106 persone solo a Istanbul, facendo salire il numero dei fermi di questi giorni a 1.424.

Tra gli arresti confermati, quelli del fotografo dell’Afp Yasin Akgu e altri sei giornalisti impegnati nella copertura delle proteste, per i quali il tribunale aveva inizialmente disposto la liberazione. La decisione poi ribaltata dall’intervento del procuratore, come riferito dai legali dei reporter, ha creato qualche perplessità anche in seno all’Onu: «È motivo di preoccupazione» ha dichiarato la portavoce dell’Ufficio per i diritti umani delle Nazioni unite, Liz Throssell.

Istanbul intanto ha un nuovo sindaco (ad interim). Nuri Aslan, dopo tre turni di votazione è stato eletto dal consiglio della municipalità metropolitana. Come Imamoglu è un esponente del Partito popolare repubblicano (Chp), la principale forza politica di opposizione turca, che al consiglio comunale di Istanbul controlla 185 seggi su 314. Aslan, 55 anni, ha ottenuto 177 voti contro i 123 andati a Zeynel Abidin, candidato del Partito della giustizia e dello sviluppo (Akp) del presidente Recep Tayyip Erdogan.

 

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