Il governo indiano non dà tregua agli insorti maoisti
di Gianni Sartori
Ovviamente non è dato di sapere se Narendra Modi riuscirà a compiere quanto ha promesso: estirpare definitivamente la guerriglia dei maoisti (naxaliti, dal nome del villaggio dove la loro lotta ebbe inizio alla fine degli anni sessanta) entro il 2026.
Al momento si possono solo valutare le cifre. Stando a quelle ufficiose (agenzia Press Trust of India), l’anno scorso le operazioni di esercito e paramilitari (con decine di migliaia di persone sul campo) hanno lasciato sul terreno almeno 287 combattenti maoisti (veri o presunti). La maggior parte nel Chhattisgarh.
Dall’inizio di quest’anno altri ottanta.
Sempre ufficiosamente, ormai il “corridoio rosso” sarebbe circoscritto a soltanto 45 distretti (contro i 96 del 2020).
Nel contempo il governo ha investito milioni di dollari in infrastrutture e progetti di sviluppo. Anche se non è detto che a trarne vantaggio siano i contadini poveri e le popolazioni autoctone (adivasi). Non si può certo escludere che in definitiva si venga così ad alimentare la disgregazione delle comunità favorendo un maggior controllo statale sulle stesse.
Da parte dei maoisti invece si richiede che i diseredati, gli autoctoni…possano usufruire direttamente delle risorse naturali nella terra dove vivono.
Nel frattempo lo stillicidio continua.Secondo il ministro indiano Amit Shah, sarebbero almeno 22 (ma in un comunicato i maoisti parlavano di 26) i naxaliti uccisi giovedì 20 marzo nello Stato del Chhattisgarh (distretto di Bijapur, parte centrale dell’India) nel corso di due distinti scontri armati.
L’operazione contro i guerriglieri era condotta da membri del BSF (Forze di Sicurezza delle Frontiere) e della Guardia di riserva del distretto (DRG).
Nelle stesse circostanze è rimasto ucciso anche un paramilitare, membro della DRG.
Sempre stando al comunicato dei maoisti, i guerriglieri si erano riuniti nelle foreste del distretto di Bijapur (in vista di una “campagna tattica di controffensiva”) quando sarebbero caduti in un’imboscata.
Altri quattro guerriglieri (in questo caso le cifre coincidono) venivano abbattuti in un altro scontro sempre nella giornata di giovedì 20 marzo.
Per cui complessivamente i maoisti morti sarebbero una trentina.
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