Gli attivisti di Palestine Action sono sotto processo per aver fatto irruzione in una fabbrica della Elbit che spedisce tecnologie belliche a Israele. Ma al centro di questo caso c’è la storia e la tragedia delle operazioni israeliane a Gaza, e il ruolo svolto dalla struttura di Bristol nella morte e nella distruzione.
Stavit Sinai apre il telefono e scopre di essere stata aggiunta a un gruppo sull’app di messaggistica crittografata Signal.
Al 38enne, insegnante di filosofia in un college comunitario di Berlino, è stato chiesto di prendere parte a una protesta di azione diretta presso la sede di Bristol della Elbit Systems UK, una compagnia di armi che spedisce armi in Israele.
Tra i nomi delle persone aggiunte alla chat di gruppo, riconosce il suo compagno Ronnie Barkan, che, come lei, conduce da anni una campagna contro le azioni dello Stato israeliano: la sua decennale oppressione del popolo palestinese.
I due sono cittadini israeliani dissidenti con storie personali sulla devastazione delle operazioni delle forze israeliane a Gaza. Elbit, l’obiettivo del gruppo come parte di una campagna condotta da Palestine Action, aiuta a sviluppare tecnologie per droni, carri armati e altre armi utilizzate dall’esercito israeliano.
Elbit è il più grande produttore di armi israeliano, con nove siti nel Regno Unito. Bristol è la sua principale struttura operativa, e gli attivisti affermano che chiuderla è la chiave per porre fine alla “complicità” della Gran Bretagna in quello che loro e i gruppi internazionali per i diritti umani descrivono come il “regime di apartheid” di Israele.
È stata un’azione che ha portato Ronnie, Stavit e i loro cinque coimputati sul banco degli imputati presso la Bristol Crown Court, dove sono attualmente sotto processo accusati di furto con scasso e danni criminali.
Ma mentre sono i manifestanti ad essere processati, al centro delle prove c’è la storia, la tragedia e la devastazione del conflitto israelo-palestinese, e come ciò che accade all’interno della struttura di Bristol gioca un ruolo nella morte e nella distruzione ordinate dallo Stato israeliano.
Osservatorio Repressione è una Aps-Ets totalmente autofinanziata. Puoi sostenerci donando il tuo 5×1000
News, aggiornamenti e approfondimenti sul canale telegram e canale WhatsApp