Inghilterra: 650 perquisizioni “traumatiche” di bambini, in prevalenza neri
La denuncia, in un rapporto stilato dal Commissario per l’Infanzia per l’Inghilterra Rachel De Souza, lascia una volta di più sbigottiti sui metodi della polizia britannica. Tra il 2018 e il 2020 sono stati perquisiti 650 bambini, la maggior parte è risultata innocente rispetto alle accuse formulate su cui si basavano le perquisizioni. Nel 23% dei casi alla perquisizione non era presente un adulto nonostante questo sia un obbligo previsto dalla legge. A questo abuso si aggiunge la questione etnica.
Tra i 650 bambini perquisiti, di età compresa tra i 10 e i 17 anni, il 95% erano maschi, in media il 58% era nero ma nel 2018 la cifra è salita al 75%. a al 75%. Va fatto notare che a Londra il 19% dei giovani tra i 10 e i 17 anni è nero. La polemica del commissario per l’infanzia va dritta al punto della pretestuosità degli interventi proprio sul piano dei risultati che, come spiegavamo in apertura, nel 53% dei casi si sono rivelati ingioustificati, nessuna azione legale è seguita alle perquisizioni.
Inoltre in un caso su cinque non si sa nemmeno ufficialmente dove sia avvenuta la perquisizione. Nel 2021 sono state effettuate 269 perquisizioni su minori. Il 57% è avvenuto presso una stazione di polizia e il 21% presso un’abitazione privata, ma il restante 22% è avvenuto in altri luoghi non specificati.
Il rapporto di De Souza ha preso il via da un episodio avvenuto nel dicembre 2020, conosciuto in Uk come il caso di Q, una studentessa nera di 15 anni che è stata perquisita da quattro agenti della polizia metropolitana, poi denunciati per cattiva condotta, intervenuti su un presunto commercio di cannabis effettuto da Q, risultata poi completamente innocente, ad Hackney, periferia est di Londra.
Gli agenti non solo l’hanno perquisita corporalmente senza avvisare i genitori e senza che fosse presente un adulto, ma ignorando le suppliche della ragazza che li aveva avvisati di avere le mestruazioni. “Non sono rassicurata sul fatto che quello che è successo a Child Q fosse una questione isolata – ha spiegato Rachel De Souza – ma credo invece che possa essere un esempio particolarmente preoccupante di un problema più sistematico sulla protezione dei minori all’interno della polizia metropolitana. Non sono convinta che la polizia metropolitana stia costantemente prendendo in considerazione il benessere e il benessere dei bambini”.
De Souza ha poi annunciato che dopo i rapporti chiesti alla polizia metropolitana inizierà a raccogliere dati sugli interventi sui bambini compiuti da tutte le forze di polizia. Un timore condiviso da Andy George, presidente della National Black Police Association, un’associazione di poliziotti impegnati ad assicurare pari diritti alla comunità nera britannica, secondo cui “Continuiamo a vedere questi modelli di pregiudizi che cadono sempre contro le comunità nere. La maggior parte degli ufficiali non svolge i propri doveri credendo di fare del male, ma a causa di questioni sistemiche come la cultura, la formazione e la mancanza di rappresentanza, tratta costantemente le comunità nere in modo sproporzionato.
Anche il sindaco di Londra Sadiq Khan, per bocca di un suo portavoce, si è detto molto preoccupato per la sproporzione di forza negli interventi e l’uso del fermo e della perquisizione sui ragazzi neri.
da Diogene