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Ingiustamente denunciati per possesso d’arma: il caso Extinction Rebellion arriva al ministro dell’interno

Depositata un’interrogazione parlamentare per fare chiarezza sulle denunce per manifestazione non preavvisata e possesso d’arma notificate agli attivisti di Extinction Rebellion, a Torino lo scorso 7 dicembre. “Atto intimidatorio nei confronti di chi sta cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi ambientali”. Il testo è firmato da Marco Grimaldi, deputato di Alleanza Verdi – Sinistra.

di Extinction Rebellion

Un’interrogazione parlamentare a risposta scritta, indirizzata al Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi è stata depositata lo scorso 28 dicembre da Marco Grimaldi, deputato di Alleanza Verdi – Sinistra. Obiettivo è fare chiarezza sulla gestione dell’ordine pubblico da parte della Questura e della prefettura di Torino poiché, si legge nel testo, “da tempo è in atto, nella città di Torino, una pericolosa criminalizzazione del dissenso” [Testo integrale QUI].

Il 7 dicembre, un gruppo di attivisti di Extinction Rebellion erano stati fermati, perquisiti e trattenuti per ore nei pressi del quartier generale di Intesa Sanpaolo, a Torino, prima dell’inizio di un’azione simbolica e dimostrativa per i numerosi investimenti in combustibili fossili (come dichiarato tramite comunicato stampa). Un’operazione di polizia in cui sono stati impiegati decine di agenti e che si è conclusa con il sequestro di volantini, pentole, cucchiai, vernice lavabile e tre estintori. Al termine della mattinata e dopo ore di perquisizioni, a 13 attivisti è stata notificata una denuncia per manifestazione non preavvisata e a 7 di loro anche per possesso d’arma.

La necessità di fare chiarezza direttamente al Ministero dell’Interno deriva, come ben spiega il testo dell’interrogazione parlamentare, dal fatto che gli attivisti di Extinction Rebellion sono stati denunciati ancora prima che qualsiasi forma di protesta potesse iniziare. Nel testo, infatti, emerge come non appaia legittimo “accusare qualcuno di aver svolto una manifestazione che non è mai avvenuta, così come non è legittimo considerare il presunto possesso di estintori come detenzione di armi”. Viene anche sottolineato che “tali denunce preventive rappresentano un fatto grave anche per le modalità con cui sono state effettuate le identificazioni, con attiviste e attivisti prelevati da locali pubblici e perquisiti intorno alla zona dove si sarebbe dovuta svolgere l’azione, in seguito al riconoscimento di alcuni volti presenti nelle piazze durante le manifestazioni per il clima svoltesi nei mesi scorsi”.

 In un momento storico in cui le proteste simboliche tendono a essere criminalizzate e colpite da misure legali sempre più pesanti, come è successo nei giorni scorsi ai tre attivisti di Ultima Generazione dopo aver imbrattato il Senato, una nuova interrogazione parlamentare – come tante di quelle depositate in questi ultimi anni – cerca di far luce sugli atteggiamenti della Questura riguardo le modalità di gestione del pacifico dissenso. A Torino, e più in generale, in Italia. “Un atteggiamento” nelle parole del testo “che appare repressivo e intimidatorio nei confronti di chi sta cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi ambientali”

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