Nei primi 20 giorni di luglio sono morti 13 detenuti
L’Osservatorio permanente sulle morti in carcere nei primi 20 giorni di luglio ha registrato la morte di 11 persone private della libertà personale e di 1 poliziotto penitenziario. I suicidi sono stati 5: Giuseppe P., di 35 anni, Assistente Capo di Polizia Penitenziaria nel carcere di Parma; Cosimo Intrepido, 31enne detenuto a Teramo; Antonio Padula, di 46 anni, detenuto a Lecce; Luigi del Bello, 81 anni, in detenzione domiciliare a Lanciano (Ch) e G.T., 73enne di origini calabresi internato nell’Opg di Barcellona Pozzo di Gotto (Me).
Sono deceduti a causa di gravi patologie pregresse: Ennio Manco, 52 anni, paraplegico e cardiopatico, nel carcere “Pagliarelli” di Palermo; Giorgio Manni, 51 anni, in detenzione domiciliare a Roma; Vincenzo Troia, 73enne ristretto in regime di “41-bis” nel carcere di Opera (Mi).
Le morti per “cause da accertare” sono state 4: V.G., 36 anni, internato nell’Opg di Aversa (Ce); Giuseppe La Piana, 36 anni, detenuto nel carcere “Pagliarelli” di Palermo; una detenuta italiana di 32 anni, deceduta nel carcere di Trani (Ba) e Mario Fiore, 29enne ristretto nella Sezione Internati del carcere di Sulmona (Aq).
Da inizio anno salgono a 110 i detenuti morti per cause diverse, dei quali 37 sicuramente suicidi. I poliziotti penitenziari suicidi nel 2001 sono stati 4.
Dal 2000 ad oggi si sono tolti la vita 663 detenuti e 88 agenti di polizia penitenziaria, mentre in totale i “morti di carcere” sono stati 1.856. In oltre 150 casi devono ancora essere accertate le cause del decesso.
LE VICENDE DEI “MORTI DI CARCERE” DA INIZIO LUGLIO
Barcellona Pozzo di Gotto (Me): internato di 73 anni si impicca in una cella dell’Opg
Ristretti Orizzonti, 21 luglio 2011
Un internato dell’Ospedale psichiatrico giudiziario “Vittorio Madia” di Barcellona Pozzo di Gotto, un uomo di 73 anni originario di Rossano Calabro (Cs), G. T., si è suicidato ieri notte, impiccandosi con un lenzuolo legato alle sbarre della finestra della cella che occupava assieme altre tre persone. Il suicidio dell’internato è avvenuto all’ottavo reparto, uno dei più nuovi della struttura penitenziaria.
Vano si è rivelato il tentativo di soccorso prestato con immediatezza dal medico di guardia dell’Opg e dall’infermiere di turno al reparto, oltre che dallo stesso agente che subito ha lanciato l’allarme dal momento in cui si è accorto che dietro la porta a vetri l’internato aveva nascosto la visuale verso il corridoio esterno applicando una coperta. Il cadavere dell’uomo ritrovato penzoloni era ancora caldo ed a nulla è valso il disperato tentativo di rianimazione. La vittima si trovava all’Opg di Barcellona dallo scorso mese di novembre quanto all’uomo era stato revocato lo stato di libertà per violazione degli obblighi a cui era sottoposto.
Sulmona: giallo sulla morte di un detenuto di 29 anni, si sospetta un caso di leucemia
Il Messaggero, 19 luglio 2011
Un detenuto del reparto internati del carcere di via Lamaccio di Sulmona, Mario Fiore ventinove anni di Napoli, è morto venerdì notte all’ospedale di Teramo, dove i medici lo avevano trasferito in prognosi riservata la sera stessa. Dubbi i motivi del decesso, per chiarire i quali la procura della Repubblica di Sulmona ha aperto un’inchiesta, disponendo per questa mattina l’esame autoptico sul corpo di Mario Fiore, esame che verrà eseguito dall’anato-mopatologo Ildo Polidoro.
Lanciano (Ch): uxoricida 81enne condannato tre giorni fa si suicida in un Centro anziani
Ansa, 18 luglio 2011
Si è suicidato gettandosi da una finestra di un centro per anziani Luigi Del Bello, 81 anni, di Guastameroli di Frisa (Chieti), condannato tre giorni fa a 20 anni di carcere per avere ucciso il 21 luglio 2010 la moglie, Emidia Tortella (74). L’anziano era agli arresti domiciliari presso il centro; questa mattina poco dopo essersi alzato, si è lanciato dal primo piano della struttura riportando un gravissimo politrauma. Soccorso dal 118 è stato trasportato all’ospedale di Guardiagrele, e per l’aggravarsi della situazione è stato trasferito in elicottero al reparto neurochirurgico dell’ ospedale di Teramo dove è morto qualche ora dopo.
Opera (Mi): 73enne in regime di “41-bis” muore in cella, era gravemente malato da 2 anni
La Sicilia, 16 luglio 2011
Il presunto capo del clan mafioso di “Palermo-Resuttana” Vincenzo Troia, 73 anni, cugino dello storico boss Mariano Tullio Troia, è morto l’altro ieri notte nel carcere milanese di Opera dove era detenuto al 41 bis. Il decesso arriva nel pieno delle polemiche innescate dal regolamento del “carcere duro” approvato dal Parlamento all’indomani delle stragi del 92-93.
Gravemente malato da 2 anni, il presunto boss del quartiere Resuttana, attraverso il suo legale, Sergio Monaco, aveva fatto decine di istanze, allegando consulenze mediche in cui si attestava l’incompatibilità del suo stato di salute con la detenzione in carcere. I familiari di Troia hanno presentato denuncia lamentando proprio la scarsa attenzione riservata al congiunto dall’autorità giudiziaria e contestando le relazioni dei periti nominati dai collegi che hanno invece sempre ritenuto che il padrino potesse restare in cella.
Giustizia: detenuto domiciliare sta male; rifiutato da 5 ospedali, muore dopo il ricovero
Il Messaggero, 17 luglio 2011
Detenuto domiciliare rifiutato da 4 ospedali: “Non è grave”. Tragica odissea di dieci giorni tra Subiaco, Tivoli e Roma. I familiari: vogliamo chiarezza. Pd: sanità laziale allo sbando. La Regione Lazio ha chiesto alla direzione sanitaria della Asl RmG di attivare immediatamente una commissione d’inchiesta sul decesso di Giorgio Manni, il 51enne che per cinque volte, secondo quanto hanno raccontato i familiari al Messaggero, è stato rimandato a casa dagli ospedali a cui aveva chiesto aiuto. “Ho contattato il direttore sanitario – dice il presidente Renata Polverini – e ho sollecitato l’avvio immediato di una verifica affinché si faccia piena chiarezza su quanto accaduto negli accessi al pronto soccorso”.
“Per cinque volte – dicono i familiari di Manni – è stato rimandato a casa dagli ospedali a cui aveva chiesto aiuto. Ha implorato di essere ricoverato perché aveva grossi dolori all’altezza dei reni e non riusciva a respirare. Ma in quattro diversi ospedali di Roma gli hanno risposto che poteva curarsi a casa. Solo la sesta volta quando ormai le sue condizioni erano disperate, al pronto soccorso di Subiaco hanno ceduto e hanno deciso di trasferirlo al Policlinico Tor Vergata, dove l’altro giorno è morto”.
Lecce: detenuto di 48 anni suicida nel carcere super affollato, lunedì l’autopsia
La Repubblica, 15 luglio 2011
È di 659 persone la capienza del carcere di Lecce ma la struttura di borgo San Nicola contiene 1367 uomini e donne. L’esubero è del 107,4%: 708 detenuti in più del previsto. Da ieri 707, perché uno di loro, Antonio Padula, 48 anni, di Francavilla Fontana, si è ucciso impiccandosi con i lacci delle scarpe. Gli agenti lo hanno trovato cadavere nella sua cella, alla fine di un’altra notte terribile, in cui ogni poliziotto in servizio ha fatto su e giù tra due sezioni, controllando (o cercando di controllare) 140 detenuti.
Trani (Ba): detenuta di 32 anni muore in cella, polemiche su mancata assistenza sanitaria
Ansa, 12 luglio 2011
La donna, 32 anni, è deceduta nella notte, sembra per cause naturali dopo uno choc seguito a una brutta notizia ricevuta dai familiari. Dall’Osapp l’appello sulla situazione sanitaria nel penitenziario, dove è stata soppressa la guardia medica h24.
Una detenuta di 32 anni è stata trovata morta oggi – sembra per cause naturali – nel proprio letto, in una cella del carcere di Trani. Lo rende noto il vicesegretario generale nazionale del sindacato di polizia penitenziaria Osapp, Domenico Mastrulli. Il corpo della donna è stato scoperto questa mattina nel corso del giro di ispezione degli agenti della Polizia Femminile compiuto nei reparti detentivi del carcere femminile di Trani, in una delle celle situate nel piano superiore dell’istituto penitenziario. A quanto si è saputo, la donna sembra che ieri abbia ricevuto notizie negative dalla propria famiglia, di origine tarantina, tanto da averla notevolmente scossa.
Palermo: Corbelli (Diritti Civili); assordante silenzio su morte di un detenuto paraplegico
Ristretti Orizzonti, 8 luglio 2011
“Si chiamava Ennio Manco, 52 anni, paraplegico, è morto nel carcere di Palermo e ai suoi familiari è stato di fatto addirittura impedito di poter vedere la salma che è stata poche ore dopo il decesso subito chiusa in una bara e il giorno dopo trasferita dalla Sicilia in Calabria. Questo è un fatto gravissimo. C’é indifferenza e insensibilità sul dramma delle carceri da parte delle istituzioni, degli esponenti politici e dei media”. Lo afferma in una nota il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli.
L’uomo, a favore del quale nei mesi scorsi Corbelli era intervenuto con un appello umanitario, era stato da un mese trasferito dalla Calabria in Sicilia, per scontare una condanna passata in giudicato di pochi anni di carcere”. “Nonostante le sue gravi condizioni di salute, perché era paraplegico – afferma Corbelli – non aveva ottenuto né gli arresti domiciliari, né la possibilità di essere ricoverato e curato in un centro specializzato di Catania o Parma (quelli attrezzati per la sua patologia).
Palermo: detenuto 36enne muore in circostanze misteriose nel carcere dei “Pagliarelli”
La Sicilia, 6 luglio 2011
“Chiediamo verità e giustizia”. La moglie, la madre ed i fratelli di Giuseppe La Piana, 36 anni il prossimo 10 agosto, lanciano un appello affinché venga fuori la verità sulle circostanze che hanno portato al decesso del loro congiunto, stroncato alle 12,30 di domenica scorsa mentre pranzava nel carcere dei “Pagliarelli”. “Stava mangiando – ha detto la vedova, signora Claudia – quando, così ci è stato riferito, ha accusato un malore ed è morto. A noi ci hanno chiamato alle 15”.
Aversa (Ce): internato muore per edema polmonare, settimo decesso del 2011 nell’Opg
Il Mattino, 6 luglio 2011
Avrebbe avuto appena il tempo di chiedere soccorso, che poi accasciatosi a terra è morto: si è spento così V.G. 45 anni, umbro, il settimo internato a morire dall’inizio dell’anno dietro le sbarre del manicomio giudiziario aversano.
Secondo la direzione dell’Opg “Filippo Saporito” a causare la morte dell’internato sarebbe stato un edema polmonare, ma sul corpo del detenuto la magistratura ha disposto l’autopsia. Si è spento senza che ci fosse nemmeno il tempo di chiamare il 118. “Un malore improvviso – spiega la direttrice penitenziaria della struttura, Carlotta Giaquinto – non pare che ci fossero stati sintomi di una malattia pregressa”.
Teramo: detenuto 31enne suicida in cella, i genitori presentano un esposto in Procura
Il Centro, 4 luglio 2011
Si è tolto la vita, impiccandosi alle sbarre della cella. Cosimo Intrepido, 31enne originario di Trepuzzi (Le), era rinchiuso nel carcere di Castrogno per scontare un residuo di pena per rapina. Era in attesa di entrare in una comunità di recupero per tossicodipendenti. Aveva già tentato di togliersi la vita e mercoledì notte è riuscito nell’intento. Intanto i familiari vogliono vederci chiaro e hanno presentato un esposto alla procura per chiedere di chiarire le cause della morte.
Verona, 4 luglio All’ospedale “Borgo Roma” muore K.V., cittadino greco di 47 anni. Tra le ipotesi, il suicidio o lo sballo finito in tragedia: una settimana prima, in una cella del carcere di Montorio, aveva inalato il gas dalla bomboletta utilizzata per cucinare. Per far piena luce sulla vicenda, il pm Francesco Rombaldoni ha aperto un’inchiesta, anche se fino ad oggi non risultano iscritti nel registro degli indagati. Tra le ipotesi al vaglio degli investigatori, il suicidio o uno sballo finito in tragedia. E il gesto estremo del greco viene giudicato quantomeno “strano” anche dalle autorità del penitenziario. Il detenuto non aveva mai procurato problemi e aveva tenuta una condotta irreprensibile tanto che il suo fine pena previsto per il 2013 sarebbe stato anticipato alla fine del 2011, grazie ai benefici ottenuti durante la carcerazione. Era anche ben inserito nelle attività del carcere: frequentava la redazione del giornale “Microcosmo” oltre ad aver partecipato a dei corsi scolastici. Aveva dei problemi di salute, raccontano ancora dal carcere, ma era stato curato con ricovero in ospedale e anche quelle patologie vascolari si erano risolte senza complicazioni. Il direttore del carcere, Antonio Fullone, quindi, non riesce a capacitarsi della decisione del detenuto di farla finita.
Monza, 16 luglio
Riportiamo integralmente la mail pervenuta ieri, a firma dall’Avv. Davide Mosso (Foro di Monza): “Una persona da me assistita che si trovava nel carcere di Monza in custodia cautelare, il sig. Redouane Messaoudi, nato nel 1974 in Algeria, è stato trovato privo di vita la mattina di sabato 16 luglio. Ieri mattina è stata effettuata l’autopsia (alla quale peraltro non ho potuto partecipare né direttamente né tramite medicolegale non avendo titolo perché non sono riuscito a contattare l’unico familiare con cui avevo parlato, un fratello che vive in Grecia).
Il sig. Messaoudi era in quel momento nel reparto di psichiatria del carcere. Affetto da diabete insulinodipendente, epilettico e con diagnosi di disturbo borderline, dopo un periodo di osservazione nell’Opg di Reggio Emilia era rientrato nel normale circuito penitenziario. Prima di andare a Monza, dove si trovava da circa due settimane, era stato a Voghera, Era stato arrestato ad aprile per un’ipotesi di cessione di stupefacenti (una dose) e resistenza.
L’udienza preliminare, già fissata dieci giorni fa, era stata rinviata a ieri data l’impossibilità in quell’occasione per il sig. Messaoudi a comparire (era in ospedale e i medici non avevano dato nulla osta). Ieri era previsto che il giudice incaricasse uno psichiatra di svolgere perizia. Nella comunicazione del carcere sulla possibile causa del decesso si fa riferimento al reiterato rifiuto del sig. Messaoudi di assumere l’insulina. Per somministrargliela forzatamente era stato ricoverato in ospedale in due occasioni. Il giorno precedente al decesso non gli sarebbe stata somministrata per due volte l’insulina perché rifiutata”.
fonte: Ristretti Orizzonti