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In Italia è caccia ai nigeriani? L’ordine che viene dal Ministero dell’Interno

Nigeriani

Il Viminale annuncia, con un telegramma urgente, una stretta sui cittadini nigeriani irregolari da rimandare in Africa, entro la fine di febbraio, e scatta la mobilitazione di un gruppo di avvocati e di Arci. Il telegramma è datato 26 gennaio ed è inviato alle Questure di Roma, Torino, Brindisi e Caltanissetta, sedi dei Cie.

L’oggetto del documento,  non lascia dubbi: ‘Audizioni e charter Nigeria. Attività di contrasto all’immigrazione clandestina’. Entro il prossimo 18 febbraio il Ministero dell’Interno ha intenzione di riportare in Nigeria 95 irregolari, tra uomini e donne. “Al fine di procedere, d’intesa con l’ambasciata della Repubblica federale della Nigeria, alle audizioni a fini identificativi di sedicenti cittadini nigeriani rintracciati in posizione irregolare sul territorio nazionale per il loro successivo rimpatrio, questa Direzione centrale ha riservato, a decorrere dal 26 gennaio al 18 febbraio 2017, 50 posti per donne nel Cie di Roma, 25 per uomini a Torino, 10 per uomini a Brindisi, e altri 10 per uomini a Caltanissetta”, si legge nel telegramma.

Ed ecco l’invito alle Questure di Roma, Torini, Brindisi e Caltanissetta ad “effettuare mirati servizi finalizzati al rintraccio di cittadini nigeriani in posizione illegale sul territorio nazionale”. Un pugno nello stomaco per l’avvocato Giorgio Bisagna, noto penalista palermitano e Presidente dell’Associazione ‘Adduma’, associazione di avvocati che si occupa proprio dei diritti dei migranti. “La questione che sconcerta è innanzitutto che si disponga il rintraccio per gruppi etnici”, spiega Bisagna all’AdnKronos.

Si rischia la configurazione dell’espulsione collettiva per gli ‘irregolari‘. Questa circolare sembra denotare la volontà di procedere a una espulsione collettiva”. E aggiunge: “A parte, l’evidente discriminazione, al di là di ogni giustificazione di una prassi operativa, non possono venire meno ai principi fondamentali dello stato di diritto”. Insomma, ad avviso di Bisagna “non si può fare una sorta di ‘rastrellamento’ e chiedo scusa per la terminologia usata”.

Insomma, la stretta del Viminale sugli irregolari, annunciata dal ministro Marco Minniti, parte proprio dai nigeriani. Ma dalle Questure fanno sapere che si tratta di “disposizioni operative” per un “servizio straordinario” che prevede “l’identificazione dei cittadini nigeriani non in regola”. In altre parole, si annuncia un colpo di acceleratore sotto il profilo delle espulsioni.

Ma l’avvocato Giorgio Bisagna non ci sta e annuncia: “Ci stiamo mobilitando, intanto a livello locale prenderemo le difese dei singoli nigeriani, ma valutiamo anche se c’è la possibilità di agire a tutela dei migranti nigeriani“. E aggiunge: “Da parte nostra c’è una forte stigmatizzazione per la natura politia dell’approccio del Viminale“.

Anche Filippo Miraglia, vicepresidente dell’Arci, si dice “sconcertato da questa disposizione”. “Il telegramma – denuncia – ha il chiaro obiettivo di dimostrare che l’accordo con la Nigeria è utile e funziona, che i Cie servono, come dice il Ministro Minniti, quindi che bisogna aprirne altri, che il governo fa sul serio e riempie un bel charter diretto in Nigeria con 95 irregolari e chissà quanti poliziotti, che per arrivare a questi obiettivi e “dare un segnale” siamo disposti a sacrificare le persone (45 uomini e 50 donne), i loro diritti e le disposizioni contenuti nella legge”.

Si tratta infatti di una azione di espulsione collettiva, vietata dalla legge, fatta sulla base della nazionalità, quindi discriminatoria, a prescindere, come direbbe Totó, dalle condizioni delle singole persone. Rintracciare sul territorio 95 persone provenienti dalla Nigeria che sono in posizione irregolare, quindi uomini e donne dalle pelle nera che non girano con un cartello con scritto “nigeriano irregolare in attesa di espulsione”, vuol dire procedere a veri e propri rastrellamenti“, denuncia Miraglia.

“La posizione irregolare,ammesso che sia corretta, ma non lo è per niente, una azione contro persone provenienti da un Paese, va valutata caso per caso e non può essere oggetto di un provvedimento collettivo ad hoc che ha il senso di una persecuzione”, dice ancora l’esponente di Arci. Intanto, la ricerca dei nigerini irregolari è iniziata ed entro il 17 febbraio in 95 saranno rimpatriati in Africa. (da AdnKronos)

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Cronache dell’infamia:

un telegramma del Ministero degli Interni che invita le Questure di Roma, Brindisi, Torino e Caltanissetta a “rintracciare” (e “catturare”..) un numero “adeguato” di cittadini nigeriani senza permesso di soggiorno tra il 26 gennaio e il 18 febbraio 2017. Al fine di non “sprecare” i posti appositamente “riservati” nei CIE di queste stesse citta’…

Un’operazione per sfruttare gli accordi di rimpatrio con la Nigeria e i protocolli operativi con la sua ambasciata.

Un’occasione di mostrare i muscoli ai fan dei Salvini di turno.

La dimostrazione ennesima del carattere totalmente arbitrario, discriminatorio e vigliacco di questa caccia all’uomo chiamata “govarno dell’immigrazione” in un tempo senza diritti.

Un giorno probabilmente la burocrazia di questi Pogrom di Stato finira’ nelle esposizioni di un museo della deportazione e del razzismo. Ennesima versione della banalita’ del male.

(Avvisate i vostri amici nigeriani che hanno problemi coi documenti di stare attenti ai controlli in queste tre settimane che mancano alla partenza dei charter).

 storico attivista antirazzista di Napoli
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Il mondo intero si indigna giustamente contro il Muslim Ban del presidente Trump, ma la richiesta della polizia di frontiera della civilissima Italia mette ancora più paura: si chiede alle questure del paese di rastrellare nel minor tempo possibile 50 donne e 45 uomini provenienti dalla Nigeria, per i quali sono già pronti i posti nei 4 CIE nazionali.

Quando si va alla ricerca di persone per punirle sulla base della loro provenienza geografica, si tratta di persecuzione razziale, c’è poco da girarci intorno.
Si dichiarano illegali donne e uomini non perché abbiano compiuto qualche reato, ma perché sono nati entro determinati confini.

Una vera propria caccia al nigeriano. Un numero che è un obiettivo da raggiungere, che ricorda le taglie del far west, al fine di predisporre un’espulsione collettiva (basata sulla nazionalità) vietata dalla legge.

Ma gli italiani sono brava gente, si sa, e senza un presidente pieno di cerone che le spara grosse, il fatto che lo Stato autorizzi un vero e proprio rastrellamento (richiesto con un telegramma il giorno prima del “giorno della memoria”), rischia di passare inosservato.

Rischia di passare inosservato che lo Stato italiano sta impegnando forze e soldi per riportare 95 persone nei territori dove imperversa il gruppo terroristico Boko Haram che ha saccheggiato, devastato, rapito, stuprato, trucidato la popolazione di vaste aree della Nigeria, provocando la morte di almeno 14.500 persone solo negli ultimi 3 anni.

All’opinione pubblica rischia di rimanere oscuro anche il fatto che in Nigeria, l’italianissima ENI è responsabile di fuoriuscite di petrolio nel Delta del fiume Niger che devastano il territorio e costringono la popolazione alla fuga, diventando così parte delle cause delle migrazioni.

Riteniamo sia impossibile restare indifferenti di fronte a provvedimenti di questo tipo, che costituiscono una palese violazione dei diritti umani. Mentre tutti siamo presi dall’ indignazione per il Muslim Ban, promosso dal Governo Trump, non dobbiamo distogliere l’attenzione dal disegno analogo che il nostro Governo sta mettendo in atto, a cui fanno da contraltare commesse e affari miliardari delle aziende partecipate dallo Stato, da anni sotto accusa per abusi e corruzione internazionale.

Non sarà nel 2017 che lasceremo impunemente riemergere le violazioni dei diritti umani, qualunque sia il pretesto usato dalle istituzioni per perpetrarle.

Baobab Experience

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Sulla questione ha preso posizione la Rete Io Decido di Roma che denuncia come  ”con la direttiva del 26 gennaio, il governo ha deciso di fare un passo ulteriore, arrivando addirittura a ordinare veri e propri rastrellamenti contro le donne e gli uomini di nazionalità nigeriana. L’intenzione è probabilmente quella di passare all’incasso, sul piano politico, degli accordi operativi, siglati in particolare con Nigeria e Sudan, che prevedono procedure di identificazione e rimpatrio semplificate. Diciamo NO a ogni rastrellamento nei confronti delle donne e degli uomini migranti. Chiediamo al governo di fermare le politiche razziste e alle istituzioni dell’Unione Europea e del Consiglio d’Europa di prendere posizioni nette contro queste politiche di rimpatrio.”

Il commento di Chiara della rete Io Decido Roma a Radio Onda d’Urto 

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