La Corte Reale di Giustizia britannica ha chiesto garanzie al governo Usa e ha dato tre settimane di tempo all’esecutivo statunitense per rispondere su tre specifici punti, posti a garanzia dell’incolumità di Assange. Le ipotesi giudiziarie a disposizione della difesa, per evitare il trasferimento in una prigione americana con conseguente condanna, sono la possibilità di presentare appello e – in ultima istanza – ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo
Julian Assange, il fondatore di Wikileaks, potrà ancora fare appello contro la sua estradizione negli Stati Uniti. Assange si trova in carcere nel Regno Unito da cinque anni, ed è accusato negli Stati Uniti di violazione dell’Espionage Act, una legge contro gli atti di spionaggio, per cui rischia fino a 175 anni di carcere. Martedì due giudici dell’Alta Corte di Londra hanno stabilito che gli Stati Uniti avranno tre settimane per fornire garanzie che, una volta negli Stati Uniti, Assange potrà godere del Primo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, che tutela la libertà di espressione, e che non avrà trattamenti diversi, visto che è un cittadino australiano. L’Alta Corte ha anche chiesto che, in caso di condanna, la pena non sia una condanna a morte.
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