KCK (Unione delle Comunità del Kurdistan): Risolvere la questione palestinese
Il KCK (Unione delle Comunità del Kurdistan) ha dichiarato che gli attacchi che hanno causato la perdita di migliaia di vite in Israele e Palestina devono cessare immediatamente e che come i metodi di Hamas sono sbagliati, anche l’atteggiamento dello Stato israeliano è inaccettabile.
Quello sta accadendo tra Palestina e Israele rivela quanto sia importante l’approccio democratico teorizzato dal leader del popolo curdo Abdullah Öcalan per la soluzione dei problemi in Medio Oriente.
Sono migliaia le vittime in seguito agli attacchi di Hamas e nei successivi bombardamenti di Israele, soprattutto nella Striscia di Gaza.
Come Movimento curdo per la libertà, vorremmo esprimere le nostre condoglianze sia al popolo arabo palestinese che al popolo ebraico di Israele. Non solo ciò che è successo finora, ma anche gli scenari di cui si parla per il futuro sono estremamente preoccupanti. Si tratta di condotte estremamente sbagliate che aggravano la situazione e sfociano nel massacro dei popoli. Così come i metodi di Hamas sono sbagliati, anche l’atteggiamento dello Stato israeliano è inaccettabile. Lo Stato israeliano deve porre fine agli attacchi e al blocco contro Gaza e non deve ricorrere in alcun modo alla violenza.
Questa situazione non può che essere risolta con il riconoscimento dei diritti del popolo palestinese. Il quadro amaro che è emerso negli ultimi giorni è il risultato di anni e anni di inconcludenza, dove si è scelto di non voler trovare una soluzione e soprattutto di voler discutere della questione palestinese senza coinvolgere le parti direttamente interessate.
Il clima che si è andato a configurare nell’ultima settimana tra Palestina e Israele dimostra con forza la necessità di un approccio diverso per la soluzione dei problemi in Medio Oriente.
Come insegna Abdullah Öcalan, la mentalità statalista è la radice dei problemi della società e dell’umanità.
Storicamente ci sono diversi riscontri di come lo sviluppo della mentalità statalista non abbia fatto altro che aumentare i conflitti, soprattutto in Medio Oriente in seguito all’instaurazione dello Stato-nazione sviluppato dalla modernità capitalista.
Tutti i problemi di questa vasta regione, in particolare la questione curda e la questione palestinese, possono essere risolti solo superando la mentalità dello Stato-nazione e se ci deve essere un vero cambiamento, questo si può ottenere solo sviluppando il sistema di “nazione democratica” del Leader Apo, basato sulla coesistenza, l’uguaglianza e la vita comune dei popoli. Non si risolve niente creando più Stati, come spesso si dice. Al contrario, i problemi possono essere risolti solo rafforzando la società, sviluppando la democrazia e sviluppando una vita secondo la “nazione democratica”, basata sull’autogoverno libero, equo e democratico e sulla volontà dei popoli.
Gerusalemme, considerata sacra da tre religioni, e le antiche geografie palestinesi e israeliane possono essere vissute al meglio in libertà e pace con questo modello, al contrario dei modelli di Stato-nazione che come già ampiamente dimostrato non portano altro che al conflitto, alla guerra e alla distruzione reciproca.
La causa del popolo palestinese è legittima e niente può negarlo e come Movimento curdo per la libertà da sempre la sosteniamo, ci sono anche dei punti in comune con la nostra storia e affrontare sia la questione curda che quella palestinese indirizza verso un processo di democratizzazione in Medio Oriente.
La soluzione della questione palestinese è una condizione fondamentale affinché tutti i popoli mediorientali, in particolare il popolo ebraico, possano vivere in libertà, sicurezza e pace. D’altra parte, un approccio corretto e rispettoso ai drammi storici e ai genocidi vissuti dal popolo ebraico lo richiede assolutamente. Senza una soluzione alla questione palestinese, il popolo ebraico non può sentirsi a proprio agio nella sua coscienza e non può condannare e sradicare il trattamento di cui è stato vittima ed essendo uno degli antichi popoli del Medio Oriente ha un ruolo molto importante nella formazione della cultura e della socialità mediorientale. Proprio come i popoli curdi, arabi, persiani, turchi, aramaici, ecc, anche il popolo ebraico ha il diritto di vivere in Medio Oriente, nell’antica geografia in cui ha storicamente vissuto.
Lo Stato turco e il governo dell’AKP-MHP non affrontano la questione palestinese con sincerità e onestà, ma la sfruttano a loro favore usandola come merce di scambio per portare avanti politiche genocide. Se Erdoğan fosse realmente coerente non agirebbe così, solidarizzando in Palestina ma portando avanti una guerra lungo i suoi confini.
Così come non si può essere nel giusto in Israele senza vedere e riconoscere i diritti del popolo palestinese, allo stesso modo in Turchia non si può invisibilizzare la realtà curda, senza riconoscerne i diritti e senza sostenerne la lotta.
È importante sottolineare che non si possono risolvere conflitti senza coinvolgere tutte le parti in causa, se si escludono degli elementi dall’equazione ecco che si racconta una menzogna ipocrita.
Nel suo discorso, Recep Tayyip Erdoğan da un lato condanna gli attacchi dello Stato di Israele ma dall’altro parla con odio di come vuole sradicare completamente l’esperienza curda. Come si può parlare di ciò che sta accadendo a Gaza e della sofferenza del popolo palestinese quando ciò che viene fatto al Rojava non accenna ad arrestarsi? Negli ultimi attacchi aerei dello Stato turco contro il Rojava sono state colpite dighe, centrali elettriche, pozzi di petrolio, depositi di rifornimento e molte altre strutture. Decine di persone hanno perso la vita.
Davanti a cotanta incoerenza non ci si può aspettare che chi fa questo al popolo curdo sia sincero nei confronti del popolo palestinese e della sua causa.
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