La Corte Costituzionale “boccia” la legge Fini-Giovanardi che equipara droghe leggere e pensanti: nella norma di conversione furono inseriti emendamenti estranei all’oggetto e alle finalità del decreto.
La Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità della legge Fini-Giovanardi, nella parte in cui equipara le droghe pesanti e quelle leggere. A giudizio della Consulta, la legge viola l’articolo 77 della Costituzione, che regola la conversione dei decreti legge. Dopo la bocciatura, rivive la legge Iervolino-Vassalli. «La Corte costituzionale, nella odierna Camera di consiglio – si legge in una nota della Consulta – ha dichiarato l’illegittimità costituzionale, per violazione dell’art. 77, secondo comma, della Costituzione, che regola la procedura di conversione dei decreti-legge, degli artt. 4-bis e 4-vicies ter del d.l. 30 dicembre 2005, n. 272, come convertito con modificazioni dall’art. 1 della legge 21 febbraio 2006, n. 49, così rimuovendo le modifiche apportate con le norme dichiarate illegittime agli articoli 73, 13 e 14 del d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309 (Testo unico in materia di stupefacenti)».
E’ una decisione che era attesa da tutto l’arcipelago antiproibizionista sceso in piazza anche sabato scorso contro una norma che sembrava cucita addosso agli interessi delle narcomafie. Nascosta – per impedire anche il dibattito parlamentare – dentro il decreto urgente per le olimpiadi invernali torinesi, la legge Fini-Giovanardi è frutto del delirio proibizionista e autoritario del governo Berlusconi al potere tra il 2001 e il 2006 ma che nessun altro governo è riuscito a frenare negli anni successivi. Ci provò l’allora ministro della solidarietà sociale Paolo Ferrero, a ritoccare almeno le tabelle, ma fu zittito con violenza dall’arroganza delle componenti moderate del governo Prodi, dai ds a Mastella e Dini.
Nel frattempo il mercato delle droghe ha vissuto una seconda primavera col ritorno in auge dell’eroina e le galere sono diventate una discarica sociale ancora più angosciante per la presenza di una marea di consumatori, il 40% della popolazione carceraria. Intanto, le sostanze derivate dalla cannabis sono il primo introito delle narcomafie.
«E’ stata appena emessa la sentenza che dichiara incostituzionale la legge Fini-Giovanardi sulle droghe – scrivono Stefano Anastasia, presidente de La Società della Ragione, e Franco Corleone del Coordinamento nazionale Garanti territoriali dei detenuti – Finalmente la Consulta fa quello che la politica non ha saputo fare in questi anni: spazzare via una legge carcerogena nata da uno stupro istituzionale. E’ una grande soddisfazione per la nostra Associazione che nel febbraio del 2012, alla luce della giurisprudenza costituzionale che andava consolidandosi, ha deciso di avviare una campagna per il riconoscimento dell’illegittimità costituzionale delle modificazioni al Testo Unico sugli stupefacenti introdotte con il maximendamento governativo alla legge di conversione del decreto sulle olimpiadi invernali del 2006. Un particolare ringraziamento va al giurista e avvocato Luigi Saraceni che ha messo a disposizione la propria esperienza di parlamentare, magistrato e avvocato istruendo lo studio che è stato la base per le decine di istanze di legittimità presentate in questo ultimo anno alla Corte Costituzionale. Un ringraziamento va anche ai giuristi che in questi anni hanno affiancato il lavoro della nostra associazione, in primis al Prof. Andrea Pugiotto, estensore dell’appello alla corte sottoscritto da oltre 140 giuristi, garanti e operatori del settore».
Checchino Antonini da popoff