La fabbrica della paura. Diminuiscono i reati, cresce l’insicurezza “percepita”
Cresce – pur restando minoritaria – in Italia la voglia di armi e cosiddetta “sicurezza fai da te”. Il dato emerge dal primo Rapporto sulla filiera della sicurezza in Italia realizzato dal Censis, secondo cui il 39% degli italiani sarebbe favorevole a criteri meno rigidi per il possesso di un’arma da fuoco per la (cosiddetta) difesa personale. Il dato è in aumento rispetto al 26% rilevato nel 2015. Più favorevoli sono le persone meno istruite, il 51% tra chi ha al massimo la licenza media, e gli anziani, il 41% degli over 65.
Il 31,9% degli intervistati percepisce il rischio della criminalità nella zona in cui vive. Nelle aree metropolitane si sente insicuro un cittadino su due (il 50,8%).Il senso di insicurezza è maggiore al Centro, dove il rischio è percepito dal 35,9% degli intervistati, e al Nord-Ovest (33%). Ad essere più preoccupate sono le persone con redditi bassi, che vivono in contesti periferici, dove secondo il 27,1% la criminalità è il problema più grave del Paese, la percentuale maggiore dopo la mancanza di lavoro.
Eppure le statistiche sui reati evidenziano che nel 2017 siano stati denunciati complessivamente 2.232.552 reati, -10,2% rispetto all’anno precedente.
Rispetto al 2008 le rapine sono passate da 45.857 a 28.612 (-37,6%) e i furti da quasi 1,4 milioni a poco meno di 1,2 milioni (-13,9%). Gli omicidi si sono quasi dimezzati in dieci anni, da 611 a 343.
Ne abbiamo parlato con Giorgio Beretta, Rete Disarmo e Opal Brescia, che ha diffuso un comunicato (clicca qui) che chiede di restringere, e non allargare come invece vorrebbe la Lega Nord, le maglie per il possesso di armi, partendo proprio dai dati diffusi dal Censis, oltre che dai casi di cronaca recente che OPAL sta raccogliendo in uno specifico database (clicca qui), dove emerge il numero massiccio di omicidi, femminicidi, tentati omicidi, suicidi e reati compiuti da persone che detengono legalmente le armi. Ascolta o scarica qui