La sete di vendetta e di sangue di questo stato infame non si ferma. Neanche dopo 40 anni. Neanche di fronte a donne e uomini che, a oltre sessant’anni, con la stagione della Lotta Armata conclusa e oramai materia per libri di Storia, non costituiscono più alcun pericolo.
Così, in Francia, vengono arrestati, in attesa di estradizione, Enzo Calvitti, Giovanni Alimonti, Roberta Cappelli, Marina Petrella e Sergio Tornaghi, tutti ex delle Brigate Rosse. Giorgio Pietrostefani ex di Lotta Continua. Narciso Manenti ex Nuclei Armati contro il Potere territoriale. Sfuggono fortunatamente all’arresto Luigi Bergamin, Maurizio Di Marzio e Raffaele Ventura.
Macron ed il ministro della giustizia francese, Dupond-Moretti, affermano con soddisfazione che: «La decisione dell’Eliseo si colloca strettamente nella logica della ‘dottrina Mitterrand». Con simili dichiarazioni, i governi liberali, insomma, confermano la loro reale matrice culturale. Securitaria, punitiva e soprattutto a tal punto dispotica e autoreferenziale da andare in deroga agli stessi principi della cosiddetta democrazia borghese. Mostrano insomma, la loro viscida ipocrisia in materia di diritti umani. Ed esaltano la loro stessa vergogna!
I conflitti politici trovano di solito soluzioni politiche. Nel nostro paese, ed evidentemente in quest’ Europa sempre più ordoliberista e orientata a destra, questo non accade. L’idea della Giustizia è palesemente confusa con la legge del taglione e con il codice mafioso del regolamento di conti. Pertanto, la richiesta della Guardasigilli Cartabia, di qualche settimana fa, che aveva fatto domanda di estradizione per gli ex appartenenti alle Brigate Rosse e per gli esuli politici riparati in Francia negli anni 70/80 – il cui asilo era appunto garantito dalla dottrina Mitterrand- potrebbe ora essere esaudita. Si attende, infatti, che si pronunci la Magistratura francese competente.
Intanto, possiamo tranquillamente affermare che l’ex Presidente della Consulta, la quale predicava il suo credo nei diritti umani e nelle parole di Don Giussani, mostra il suo vero volto. Quello di uno sciacallo pronto a divorare un cadavere ormai in putrefazione. Quel cadavere si chiama Lotta Armata. Ed evidentemente, fa ancora paura a questi signori. Che ne temono la rinascita e finanche la Memoria.
Memoria che hanno la necessità di fare a brandelli.
Un conseguente intensificarsi della repressione accompagna questo meschino, squallido esercizio di sciacallaggio. Proprio nel momento, non a caso, di maggior crisi sociale ed economica. Ben consapevoli, i supposti padroni del mondo e delle esistenze, che continuando nella loro macelleria sociale, prima o poi la pazienza dei ceti subalterni potrebbe giungere al capolinea. E prendendo esempio dal ciclo di lotte a dell’insorgenza degli anni ’70, trasformarsi, finalmente, in violenza agita e di classe.
Una repressione che sta colpendo dunque, senza esclusione di colpi, lotte vecchie e nuove. Memoria e pratica condivisa di conflitto presente. Con un dispiegamento degli apparati coercitivi, Polizia e Magistratura, che la dice lunga sulle logiche che sottendono questo drammatico, passaggio storico. Logiche controrivoluzionarie addirittura preventive. Francamente, con questi arresti, la misura è colma!
Alla vostra violenza. Alla vostra disgustosa morale. Alla vostra vendetta noi ci opponiamo. E stiano tranquilli, i padroni della terra. Sarà un giorno il proletariato internazionale che tornerà a far trionfare la giustizia proletaria. Merde!!!