La macchina dell’odio: Mediaset paga (ancora) finti rom e musulmani per fargli dire che rubano
Come si può alimentare una gigantesca campagna di odio etnico per qualche punto di share in più? Chiedetelo ai maestri di Mediaset.
Dalle parti del Biscione pare che abbiano infatti preso l’abitudine di creare ad arte dei servizi per i loro talk show con questa formula: prendi attori o gente a caso e li paghi per fare la parte di rom, musulmani, minoranze etniche a scelta e fargli dire cose orrende. Tutto, come ovvio, dietro compenso: a voi qualche decina o centinaio di euro, a Mediaset un po’ di indignazione un tanto al chilo.
Il primo caso lo aveva denunciato Servizio Pubblico: due ragazzine rom che avevano dichiarato alla trasmissione Mattino 5 di rubare anche mille euro al giorno hanno poi smentito dicendo di essere state pagate 20 euro dalla giornalista per dire quelle cose in favore di telecamera. Mediaset ha poi confermato la veridicità dell’intervista, ma il sospetto rimane.
Ieri è stata invece Striscia la Notizia a denunciare in prima serata i “cugini” di Rete 4. In ben due servizi dei programmi di Paolo Del Debbio, Quinta Colonna e Dall’altra parte, sarebbe andata in onda la stessa persona mascherata: una volta è stata pagata per fare finta di essere un rom che vende macchine rubate, un’altra volta per dire di essere un musulmano a cui “non frega un cazzo” se i cristiani vengono sterminati.
In una di queste trasmissioni, al ritorno in studio c’era Matteo Salvini (in questo caso del tutto estraneo alla faccenda sia chiaro), che ha però in questo modo ricevuto un facile assist per elencare le sue possibili soluzioni a queste problematiche (+ ruspe). Lo stesso Salvini era inoltre in studio a Mattino 5 in occasione della (forse) finta intervista alle ragazzine rom. L’idea che queste ospitate siano quindi “apparecchiate” ad hoc non sembra del tutto campata in aria.
Dopo il servizio di Striscia ho anche letto in giro vari commenti, molti dei quali puntavano sul “eh vabbeh quello è un attore, ma i rom queste cose le fanno davvero quindi ok così”. E qui capisci che la macchina dell’odio ha funzionato perfettamente ed è già troppo tardi per fermarla. Mi limito quindi a segnalarne l’esistenza, per dovere di cronaca.
Mauro Munafò da l’Espresso