La miseria degli ex. Dopo vent’anni Deaglio parla ancora di “calcinaccio”
Genova, 20 luglio 2001, pistola già puntata ad altezza d’uomo, estintore ancora a terra. Alle 17.27 Carlo Giuliani viene raggiunto da due colpi di pistola sparati dal Carabiniere Mario Placanica. Poi la camionetta dei carabinieri passa due volte sul corpo di Carlo, in retromarcia, schiacciandolo, per poi ripartire.
Tutto documentato negli archivi dei processi da contro inchieste, nelle immagini che i fotografi riuscirono a salvare dalla furia distruttrice dei carabinieri.
Tra questi c’era Eligio Paoni, il primo ad aver fotografato il corpo a terra di Carlo. La sua Leica fu poi distrutta mentre un poliziotto prendeva un sasso e lo scaraventava ripetutamente sulla fronte di Carlo e, insanguinato, lo lasciò lì vicino ma prima, un altro agente trascinò Paoni e gli premette la faccia su quella insanguinata di Carlo ancora vivo.
“Non so se sia stato colpito con un sasso – raccontò Bruno Abile, fotoreporter francese, collaboratore dell’agenzia Sipa Press, a Repubblica, presente in Piazza Alimonda – Di sicuro, perché l’ho visto con i miei occhi, un poliziotto o un carabiniere lo colpì con un calcio in testa quando era già morto. Ho fotografato l’ufficiale nell’istante di ‘caricare’ la gamba, come quando si sta per tirare un calcio di rigore”. Le sue due macchine fotografiche vennero distrutte dagli agenti.
Chi non ricorda quel video in cui il vicequestore Adriano Lauro, subito dopo lo sparo, non appena si rese conto di essere ripreso da una telecamera, si mise ad inseguire un manifestante che era lì vicino, urlando “Sei stato tu ad ucciderlo! Pezzo di merda! L’hai ucciso tu, con il tuo sasso!“, mentre dal Tg5, il giornalista Toni Capuozzo, ex Lotta Continua, ne commentava l’azione giubilante?
In questi giorni lo hanno rimandato in onda tantissime volte. Lauro, intanto, ha fatto carriera: nominato questore a Pesaro e, come sappiamo, non sarà il solo.
Ieri sera, su La7, Enrico Deaglio, già direttore del quotidiano Lotta Continua, dal 1977 al 1982, ha sposato la “tesi del proiettile deviato dal calcinaccio“, ovvero, la conclusione dei giudici di Genova con cui prosciolsero il carabiniere Mario Placanica in fase istruttoria dall’accusa di omicidio colposo: legittima difesa.
Nell’atto di archiviazione si citò la perizia che sosteneva che il proiettile, prima di colpire Giuliani, venne “deviato da un calcinaccio tirato in aria“. Un calcinaccio.
Quanto tempo è passato dai tempi de “La strage di Stato“.
Sergio Scorza
da Contropiano