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La procura di Torino vuole l’archiviazione dei picchiatori di stato

E’ nel solco della storia italica che si colloca la prossima richiesta di assoluzione (il 18 giugno l’udienza) dell’indagine scaturita in seguito alla pubblicazione dell’ Operazione Hunter da parte del Mutuo Soccorso Bandito e del Movimento Notav.

Nella controinchiesta minuziosa, era stata ricostruita perfettamente la dinamica del pestaggio di gruppo avvenuto ai danni di due manifestanti il 3 luglio del 2011, il giorno dell’assedio al cantiere della Maddalena. In quella giornata furono quattro i fermati da parte delle forze dell’ordine, e per una in particolare, Fabiano, è già stata archiviata la denuncia che aveva sporto dopo essere stato massacrato e vessato al momento dell’arresto.

Ora si arriva al dunque di questa seconda vicenda, con gli avvocati difensori dei due manifestanti, che hanno svolto le indagini e portato davanti ad un giudice l’intera questione, che essendo ben documentata, non lascio spazio ai dubbi.

Le scene riportate nel dossier sono chiare, con un pestaggio di gruppo, anzi d’intergruppo perchè vi partecipano più corpi delle forze dell’ordine, con l’utilizzo di calci e manganelli e di bastoni in maniera equivocabile.

La denuncia fu pubblica e la Porcura torinese affermò di indagare se caso mai il materiale fosse stato vero. Il Sap parlò di immagini manipolate, peccato che esse arrivini direttamente da quelle presenti negli atti forniti proprio dalla Procura per altri procedimenti, ma il Sap non ci può arrivare, operazione d’ingeno troppo elevata per chi si era già preparato i moduli per la mutua e la difesa legale dei poliziotti ancor prima che inziasse la manifestazione.

Sta di fatti che i due avvocati della difesa hanno tenuto botta e si sono avvalsi di tutte le funzioni possibili in materia di controindagine per arrivare al processo, ma fin da subito hanno trovato muri di gomma e ostacoli messi qua e la da parte della procura e della questura torinese.

Ad esempio nelle immagini del dossier si vede chiaramente un operatore video che riprende tutta la scena. Una volta svelata l’identità dell’operatore, che si scopre essere della Rai, si è anche scoperto che il video in oggetto è stato perso, come avviene sempre in questi casi…

Agli avvocati sono stati messi ostacoli di ogni genere, con una finta indagine in piedi da parte della procura, e la non collaborazione di nessun corpo dello stato.

Il 18 si arriva all’udienza che dovrà decidere se archivare o meno, sapete su che basi? Niente di più semplice: non è dimostrabile che un manifestante in particolare si sia fatto male con quegli atti, e inoltre la cosa è avvenuta troppo rapidamente da poter essere notata e quindi fermata o eventualmente denunciata da altri appartenendti alle forze dell’ordine che non hanno partecipato al pestaggio. Peccato che nel caso della Scuola Diaz di Genova valse il principio legale, qualsiasi pubblic ufficiale presente ad una cosa del genere ha ildovere di denucniare il fatto, ma si sa la Diaz va difesa in certi ambienti, e qui a Torino dove Mortola fu promosso, ancor di più.

I pm infine dicono che “ è accaduto tutto troppo velocemente, e così velocemente vorrebbero chiudere l’ennesima impunità di Stato.

Nel frattempo avrà un percorso a parte il procedimento contro uno dei carabinieri del reparto cacciatori di Calabria, riconosciuto sempre dal dossier Hunter, il 18 giungo invece sarà discussa l’archiviazione, che vorrebbe sancire ancora uan volta l’impunità delle forze dell’ordine, nei tribunali però, perchè nella vita reale, questo è un altro dei fatti che non potrà essere mai archiviato.