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La repressione ai tempi del Liceo

Comunicato del Coordinamento Studenti Medi Venezia Mestre sulla sentenza della Cassazione riguardante la legittimità dei picchetti e delle occupazioni in ambito scolastico.

Apprendiamo dai giornali che la Cassazione si è pronunciata negativamente riguardo ad un ricorso sulla legittimità dei picchetti e delle occupazioni in ambito scolastico. La sentenza è chiara e costituisce un precedente pericoloso per chi come noi quotidianamente agisce nelle scuole e nelle piazze per modificare lo stato di cose presenti, tra cui rientra sicuramente la disastrosa situazione della scuola pubblica creata dalla presunta legalità che la sentenza mira a difendere.

Capiamoci bene: nessuno di noi si aspettava certo che un organo istituzionale si ergesse a difensore delle occupazioni, ma questa sentenza non fa che dimostrare con estrema chiarezza come in Italia ci sia una pericolosa tendenza a chiudere spazi di agibilità politica nelle scuole . Ma non solo negli istituti in subbuglio, come dimostrano le reazioni della polizia di fronte ai picchetti dei lavoratori della logistica fuori dai magazzini. La normalizzazione di ogni forma di protesta e conflitto si sta dando come azione centrale delle magistrature “creative” e delle questure in ogni parte d’ Italia reprimendo studenti e precari. Non possiamo  considerare questa rinata operosità dei presunti difensori della legalità senza collocarla nel panorama del percorso intrapreso da Renzi in questi ultimi due anni: buona scuola e jobs act non fanno altro che garantire chi esercita il controllo, che sia un preside-sceriffo o il padrone di una fabbrica, ai danni di chi dovrebbe essere tutelato. Studenti, lavoratori e precari vengono semplicemente messi a profitto,  tramite l’ alternanza scuola lavoro, e diventano un semplice numero di statistica da giocare nei dibattiti mainstream.

 La mancanza  di movimenti  sociali forti agevola sicuramente l’ azione repressiva. Tuttavia non dobbiamo farci scoraggiare da questo dato, anzi: anche quest’anno le occupazioni si sono date con una frequenza e una partecipazione superiore agli scorsi anni a dimostrazione che lo  spazio per costruire scuole resistenti a queste dinamiche esiste ed è percorribile. Questa è la vera sfida che dobbiamo saper cogliere: le nostre scuole, ma anche i luoghi di lavoro e i quartieri che viviamo devono diventare luoghi solidali.  Dobbiamo contrapporre alla loro legalità fatta di abusi e oppressione la nostra legittimità data dalle lotte che portiamo avanti quotidianamente. Concludiamo invitando la cassazione a pronunciarsi sugli ambiti che le competono senza la presunzione di indicare agli studenti le forme di protesta più adatte. Non sarà certo una sentenza di tribunale a convincerci che i compromessi al ribasso con chi vuole svendere il nostro futuro possano rappresentare la chiave delle nostre lotte. Picchettare e occupare è giusto ed è un segnale forte che le nuove generazioni vogliono non sono disposte a sottostare all’apatia di un mondo “no future”  creato a causa anche di chi si erge paladino della legalità senza parlare mai di giustizia sociale.

Coordinamento Studenti Medi Venezia-Mestre

da GlobalProject